Romeo e Giulietta al Politeama, la recensione di Marco Calabrese: “Uno spettacolo commovente”

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images Romeo e Giulietta al Politeama, la recensione di Marco Calabrese: “Uno spettacolo commovente”

  17 dicembre 2023 22:49

di Marco Calabrese

Le arti figurative hanno sempre utilizzato come soggetto le storie d’amore; pagine di libri, di fogli musicali e di tele pittoriche. Tantissime: struggenti, lacrimevoli e commoventi. Alcune di queste si ergono a capolavoro massimo, raggiungendo la pura forma archetipica. La tragedia di Shakespeare, Romeo e Giulietta, è la storia d’amore contrastata più popolare al mondo.
La passione dei due adolescenti veronesi è diventata anche opera, film e balletto. Lo scorso 15 dicembre al Teatro Politeama abbiamo assistito proprio al balletto musicato da Prokofiev, che rientra nel cartellone di Ama Calabria, creato dal Balletto di Roma, con la coreografia di Fabrizio Monteverde, e le due étoiles Carola Puddu e Paolo Barbonaglia.

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In scena incombe una grande parete nera, il corpo di ballo intrecciato su pioli. La macchina dei giochi di potere familiari, si sincronizza con movimenti ora meccanici, ora ossessivamente ripetitivi. La delicata scena del balcone è pura poesia: la fragile Giulietta discende per raggiungere il suo Romeo attraverso una feritoia tra due nere pareti. L’innocente amore sboccia, delicato e soave.

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La morte di Mercuzio è cadenzata da una camminata sulle ginocchia stentorea e soerente. Tebaldo, al contrario, muore aggrappato sui pioli di quella parete: un corpo quasi crocifisso che subitaneamente cade sul suolo.

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L’amplesso d’amore tra Romeo e Giulietta, candidamente avvolti da un lenzuolo bianco, cresce, vibra e si innalza con una profusione di carezzevoli dolci movenze. L’unione dei due corpi, ora denudati, gode di una intimità eccelsa, e di una intesa palpitante.

Giulietta beve la sua pozione, e le mani, e il corpo convulsamente scattano in orribili pose che sottolineano il dolore e la soerenza. Romeo alla vista della sua amata che giace sulla pietra tombale, si riavvicina volendo rivivere l’amplesso con colei che non c’è più decisione mortale conclude la vita di Romeo. Giulitta al suo risveglio, vedendo Romeo morto, aonderà il coltello, aiutandosi con la mano del suo amato, nel suo ventre. La morte diventa amplesso e la fine diventa eternità.

Uno spettacolo applauditissimo. Molti i riferimenti iconografici: da Magritte, ai colori primari, che ricordavano la prima versione cinematografica di West Side Story.

Uno spettacolo con cui commuoversi. E ripetendo l’ultima battuta di Matrimonio all’italiana, non ci resta che concludere dicendo “Sto piangendo, Dume'... E quanto è bello chiagnere!”

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