Rosario Lostumbo: "La verità sul caso Betania (e sulle altre strutture) e le possibili soluzioni"

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Rosario Lostumbo
  21 luglio 2023 18:16

Riceviamo e pubblichiamo l'intervento del consigliere comunale Rosario Lostumbo sul caso Fondazione Betania, a seguito di numerosi interventi sulla vicenda.
 
"Non sarei voluto intervenire sulla vicenda di Fondazione Betania, ma gli stimoli che mi sono arrivati da chi vive questi momenti di confusione e il dovere di trasparenza nei confronti dell'opinione pubblica mi impongono di farlo. La prima precisazione é che Fondazione Betania, a parte l'affitto del ramo di azienda a Karol Betania Strutture Sanitarie, è in liquidazione giudiziale. Proprio per questa ragione non c'è politica o istituzione che tenga. Per non creare false aspettative bisogna attendere l'evoluzione della procedura voluta dal Tribunale. Ogni altro commento o supposizione mi appaiono fuori luogo. Così come fuori luogo è elencare le fatture saldate dal Comune perché questo si scontra con un fatto obiettivo: a oggi, e siamo a oltre metà luglio 2023, non esiste e non è stato pubblicato l'atto prodromico a qualsiasi assolvimento delle istanze di liquidazione delle spettanze di Karol Betania strutture poiché non c'è lo schema di convenzione approvato dalla Giunta comunale. Ciò è sufficiente a cancellare qualsiasi diversa ricostruzione.
 
Attenzione, nella stessa situazione - di mancata contrattualizzazione - si trovano tutte le altre strutture, di cui nessuno si preoccupa. Dovendosi firmare più del doppio delle convenzioni rispetto all’annualità 2022 con un ufficio dedicato agli 'Affari generali e Contratti' con notevole carenza di personale, non vorrei che subito dopo l'estate non parleremo più della sola crisi di Fondazione Betania ma di quella di tante altre strutture. Ad ogni modo, la nuova società Karol Betania Strutture Sanitarie ha pagato tutti gli stipendi fino al mese di maggio anticipando tutte le somme necessarie e oggi giustamente, come tutte le altre realtà che operano nel settore, vorrebbe semplicemente fatturare e, magari, incassare la quota spettante da gennaio a giungo.
D'altro canto è innegabile che, a fronte dell'aumento delle strutture autorizzate a erogare prestazioni socio-assistenziali, l'originario stanziamento previsto per l'ATS di Catanzaro appare del tutto insufficiente. Alla nuova Betania toccherebbe una quota abbondante ma le risorse sono appena 2,4 milioni da dividere, appunto, fra circa 50 strutture.
 
Oggi a Catanzaro, parliamo di Betania, ma non conosciamo i problemi degli altri ambiti territoriali, che magari avranno problemi e situazioni analoghe. Quindi è inutile pensare agli ospiti che sono da inquadrare dalla quota sociale a quella sanitaria, perché dai controlli effettuati sono circa una decina i casi individuati e probabilmente allo stato attuale ne rimangono pochissimi da trasferire. La verità è che si è creato un imbuto nel sistema del Welfare a causa di una riforma non implementata, rimasta ancorata alla sua nascita e che, per alcuni aspetti, non appena si andrà a regime sarà devastante, soprattutto quando ci si accorgerà che la quota da corrispondere a carico dell'utenza era prima pari al 5/6% e oggi sarà al 30%, con il rischio pratico che quanto percepito magari dalla pensione di un ospite sia addirittura inferiore alla quota a carico da versare al netto delle dichiarazioni ISEE. Un metodo di calcolo che manderà in tilt gli operatori del settore.
 
Penso alle non più rinviabili modifiche al regolamento 22. A partire dalla disciplina sui requisiti minimi e poi la parte del finanziamento degli interventi dei servizi sociali garantendo una quota minima uguale per ogni ambito territoriale, e tanto altro. Sono convinto che l'impegno del presidente della Giunta Roberto Occhiuto, dell'assessore Emma Staine e del presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso non verrà meno. Mi appello a tutti i Consiglieri Regionali affinché lavorino per trovare adeguati correttivi normativi e finanziari alle storture del meccanismo. In ballo non c'è il futuro di una sola struttura di Catanzaro ma dell'intero settore che rischia di avvitarsi su sé stesso". 

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