Cristina Rotundo ribadisce che "sono oggettivamente lontani i tempi in cui la discoteca era la meta del divertimento e dello spasso del sabato sera. Colpa della crisi? No. Anzi. Le casse dello stato sono traboccanti di introiti legati alla nigthlife"
11 novembre 2020 11:46"Il settore dello spettacolo a causa del Covid-19 è stato il primo a chiudere e sarà sicuramente l’ultimo a ripartire". E' quanto scritto in una nota di Cristina Rotundo Consigliere Comunale #fareperCatanzaro. "Sono oggettivamente lontani i tempi in cui la discoteca era la meta del divertimento e dello spasso del sabato sera. Colpa della crisi? No. Anzi. Le casse dello stato - prosegue Rotundo - sono traboccanti di introiti legati alla nigthlife, 70 miliardi di euro sono gli incassi dello Stato, il 4% del Pil. Ma sono i gestori, e quindi le discoteche ad essere in rosso, a chiudere i battenti. Il momento che stanno vivendo tutti gli addetti al settore dell’intrattenimento, che sembrano essere stati completamente dimenticati, padri di famiglia, collaboratori con contratti verticali part-time, almeno fino ad oggi, in tutti i decreti emessi dalle istituzioni è drammatico".
"Questo è quindi un problema serio per tutti coloro che lavorano e vivono di questo mestiere, - ribadisce - sempre poco considerato e poco tutelato nonostante gli Artisti siano sempre disponibili e in prima linea quando si tratta di fare esibizioni legate alla beneficenza,la domanda che ci facciamo in questo duro momento è: Noi ci siamo sempre e lo facciamo con il cuore, ma adesso…che finalmente hanno pensato a noi perché qualche delfino della politica ci punta il dito? Questa è la domanda provocatoria alla quale vogliamo una risposta dal luminare “Avv. Cardamone”.
"Inoltre l’illustre “Avv. Cardamone” è al corrente di un sistema di tassazione che la gran parte degli esercenti definisce come “impossibile da sostenere: Prendiamo il prezzo del biglietto: il 22% è per l’Iva, il 16% riguarda l’imposta di intrattenimento, il 5% va alla Siae e il 2% è per l’Scf”. Un totale del 45%.E con il restante ci paghiamo i contributi per i dipendenti, gli stipendi, i costi di gestione, quelli per il cibo e per le bevande. E gli utili che restano sono ulteriormente tassati del 57%. C’è allora un modo per affrontare al meglio le suddette questioni e trovare una via d’uscita dal deperimento che la vita notturna, e gli altri settori lasciati fuori dall’attuale Dpcm, - conclude - sta attraversando in quasi tutta Europa da oltre un decennio o l’unico modo per affrontarlo da parte del luminare “Avv. Cardamone” è scrivere una nota stampa che rischia solo di creare scontri sociali inutili distinguendo di fatto a modo suo, le attività tra categorie di Serie A e Serie B?".
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