di GIANPIERO TAVERNITI
Un altro borgo delle aree interne calabresi, dell’entroterra svuotato sia per le varie emigrazioni verso il nord Italia che quelle verso l’estero che hanno impoverito dei graziosi centri storici, un tempo vivi e attivi economicamente.
Piccoli borghi che vivevano, rendevano viva la Calabria, non solo sulle coste dove le vie di comunicazione agevolavano lo sviluppo, ma di fatto anche in borghi che, come S. Sostene che offrivano un ‘alta qualità di vita, vista la collocazione e visto il contesto naturalistico e paesaggistico circostante. Un paese S. Sostene della provincia di Catanzaro, confinante con cinque comuni, quali Isca sullo Jonio, Sant’Andrea Apostolo dello Jonio, Brognaturo, Cardinale e Davoli. Comune abitato da più di 1300 anime, quali circa 300 popolano il grazioso borgo, sui 470 metri d’altezza, circondato da importanti e foltissimi faggeti, castagneti e fortissimamente ossigenati da pini, abeti e mogani. Un centro che regge la sua piccola economia moderna su pastorizia, agricoltura che si basa sulla coltivazione di uliveti, vigneti, agrumeti e semine di qualità di grano autoctono. La mattinata è delle migliori, cielo terso, azzurro che da lontano si confonde con l’azzurro mar Jonio sottostante a una decina di chilometri, area anch’essa di S. Sostene che offre trasparenze da capogiro, spiagge bianche e tra le quali spicca, una spiaggia doc per pochi, una spiaggia che a fine luglio primi di agosto, ci inebria del profumo dei gigli di mare, fiore rarissimo da vedere che premia la spiaggia di incontaminato pregio.
Un paese che certo ha delle sue peculiarità, delle ricchezze che lo rendono unico, per questo mix tra mare e monti e antiche tradizioni e degna di nota del tempo passato la strada della seta che anche da questa parti ci” rinfrescava” di dignità nell’allevamento del baco da seta.
Una vera e propria full immersion ,nel cuore del centro storico, tra palazzi nobiliari quelli delle antiche famiglie , quali gli Scicchitano, Ranieri, Mongiardo, Puliti, Eredi G.B. Gatto e tante viuzze che denotano la compattezza del conglomerato urbano, nel quale spiccano sculture di portici e scale in granito di pregevole scuola serrese, al pari di quello della chiesa Matrice Santa Maria del Monte che sembri voler custodire i pregevoli affreschi e dipinti di pittori settecenteschi presenti all’interno, riferiti a pittori importanti quali Carmelo Zimatore e Diego Grillo ed altri per esempio quelli di S. Giuseppe. e S. Alfonso da poco restaurati divinamente.
Presenti anche altari con marmi policromi importanti e una tela che non possiamo non ammirare, quella nella Cappella delle Anime del Purgatorio, dove viene rappresentato il Cristo in Croce con donne preganti e la presenza di un organo a canne ormai in disuso da moltissimo che di sicuro avrebbe meritato maggior cura e miglior valorizzazione, visto le rare presenze degli stessi nelle chiese calabresi. Un centro “ventilato” di tradizioni antiche, pregevoli opere d’arte pittorica e da un compatto borgo che denota vicoli, vicoletti, qualche tunnel che nel passato dava la giusta sicurezza ai residenti, durante le continue invasioni saracene dal mare che colpivano tutte le nostre cittadine.
Già, ventilati, di nome e di fatto, considerato che S. Sostene viene denominata Città del Vento e non a caso è presente sul territorio sansostenese, un’importante parco eolico che si estende tra le altitudini di 900 e i 1200 e fornisce una potenza complessiva di circa 90 MW. Che dire, un ‘altro borgo di Calabria che ci rende il conto della ricchezza di questa terra, che non deve inventarsi nulla, perché di suo ha distintivamente ricchi impout e venticelli positivi che detto dalla città del Vento di S. Sostene, ne sono prova di nome e di fatto. Non serve altro che ripopolarli, facendoli rivivere con tradizioni religiose e popolari, solo per non veder "spazzata" via nel tempo quell’impronta forte identitaria contadina che l’entroterra, ne era certa “regia” patria.
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