di SABATINO NICOLA VENTURA
Dal 1935 l’Ungheria si colloca su posizioni di estrema destra, sino a copiare il regime di Mussolini in Italia. È in quegli anni che nasce il partito fascista ungherese, Le Croci Uncinate, con a capo Ferenc Szalasi. Dalla metà deli anni ’30 l’Ungheria, con apposite leggi, discrimina le minoranze (minoranze etniche, Jugoslavi, Serbi, Slovacchi, Croati. Anche gli ebrei e i rom, che sulla falsa riga di quanto avviene in Germania, leggi antisemite, sono fortemente colpiti nelle libertà individuali e collettive).
L’Ungheria negli anni a ridosso del 1940 svolse una politica rivendicativa di territori, in particolare verso la Slovacchia. Per dirimere la controversia fra i due paesi fu istituito un arbitrato, affidato alla Germania e all’Italia. Uno dei protagonisti è stato Galeazzo Ciano, ministro fascista, che svolse un significativo sostegno alle aspirazioni magiare. Infatti, a seguito dell’arbitrato, all’Ungheria fu assegnata una vasta area della Slovacchia. Ma i Magiari non si ritennero soddisfatti, e insieme alla Germania nazista, in una forte sinergia d’intendi, svolsero un’attività asfissiante al fine di ottenere lo smantellamento della Cecoslovacchia: quello Stato scomparve nel 1939. Quel territorio divenne per poco tempo la Boemia, che verrà occupata dai tedeschi, e in sfera nazista assumerà il nome di Repubblica Slovacca.
Della situazione di sfascio approfittò anche la Polonia, che occupò un modesto territorio della nuova Slovacchia. Gli ungheresi, non soddisfatti dell’esito dell’arbitrato, protetti dai nazisti, dichiararono guerra per occuparne la parte orientale; con il trattato di pace del ‘39 l’Ungheria ottenne altro territorio e in seguito anche aree della Romania e della Transilvania.
Gli ungheresi nel 1941 a seguito dell’invasione della Jugoslavia da parte della Germania, dichiararono guerra alla Jugoslavia, ma solo quando la Germania aveva già sottomesso l’intero paese. L’Ungheria, in verità, non dichiarò guerra, ma entrò direttamente in territorio Jugoslavo per proteggere, così motivò l’aggressione, gli ungheresi che vivevano in quello Stato.
L’Ungheria, come sappiamo, seguirà la Germania nella invasione dell’Unione Sovietica; e sarà annientata dall’operazione Urano, condotta dall’Armata Rossa. Infatti, nel 1943 finiva di esistere l’esercito ungherese.
I nazifascisti ungheresi si macchiarono, alla pari dei tedeschi, durante la guerra di stragi e persecuzioni verso i cittadini russi e di altre etnie nei territori occupati. Ma non tutti gli ungheresi furono nazisti; una minoranza, già prima dell’entrata in guerra, entrò in scena dando vita a movimenti di ribelli, realizzati in particolare dal Partito Comunista Ungherese, per contrastare le politiche e le decisioni del governo di estrema destra. Il popolo ungherese, schiantato dagli anni e dall’esito della guerra, incominciò a pensare come uscire dalla gravissima situazione in cui i governi di estrema destra l’aveva cacciato. Se ne occupò l’ammiraglio Hort, che diede vita a un governo più moderato e nel 1944 avviò contatti con gli alleati proponendo un armistizio. Però i tedeschi lo seppero e occuparono, marzo 1944, l’Ungheria, e realizzarono un governo collaborazionista (come fecero in Italia, con la Repubblica Sociale Italiana, del governo fantoccio di Benito Mussolini). Hort, comunque, riprese l’iniziativa per l’armistizio che firmò il 15 ottobre 1944. Sfortunatamente per lui i tedeschi lo anticiparono e con l’operazione Panzer Faust, misero agli arresti Hort, catturarono il figlio e lo costrinsero ad annullare l’armistizio ed a sciogliere ogni organismo di potere. I tedeschi posero a capo di un governo fantoccio il nazista ungherese Ferenc Szalasi.
Furono anni in cui la popolazione ungherese soffrì molto, ma soprattutto le minoranze etniche. È da ricordare che I Jugoslavi, in particolare, subirono anche dagli ungheresi un vero e proprio genocidio.
Ho scritto delle scelte ideali, politiche e culturali dell’Ungheria dalla metà degli anni ’30 sino alla fine della seconda guerra mondiale, per poter meglio svolgere la riflessione che di seguito vado a proporre.
In Ungheria, a Budapest si svolge da anni una marcia e un raduno, a febbraio, nazifascista per ricordare le gesta di resistenza, 1945, delle SS tedesche e delle Croci Frecciate Ungheresi, all’Armata Rossa. (le Croci Frecciate Ungheresi furono una famigerata organizzazione nazista e razzista a sostegno delle truppe d’occupazione tedesca, che si macchiò di orrendi delitti verso la stessa popolazione ungherese e soprattutto verso gli ungheresi ebrei, rom, e gli esponenti dei partiti e delle associazioni democratiche).
La marcia di febbraio, iniziativa assurda, indegna e preoccupante, vuole onorare come eroi i nazifascisti ungheresi e tedeschi, proprio coloro che hanno disonorato l’Ungheria, e perseguitato con ferocia una quantità enorme di esseri umani, con la sola colpa di essere di etnia diversa o di professare idee di democrazia, di libertà, di eguaglianza e di solidarietà.
L’attuale governo ungherese di estrema destra consente, di fatto, lo svolgimento, ogni anno, di questa ignobile marcia.
Domando, può essere permesso un raduno nazifascista in una nazione dell’Unione Europea? In questo caso in Ungheria. Ritengo proprio di no. Si può stare in silenzio o cavarsela con qualche frase di condanna, dal sapore di dovere d’ufficio? Ritengo proprio di no. Allora si rende necessaria una chiara e ufficiale posizione di condanna dei Paesi Europei e, nel caso dell’Italia, una chiara condanna dell’evento, da parte del Governo e del Parlamento. Penso sia giusto che ciò sia fatto. Quanto avviene con la marcia nazifascista in Ungheria non può essere tollerato. Non possono, nel contempo, essere tollerate le posizioni sancite dal governo ungherese contro conquiste di civiltà, di diritti politici e di libertà, che sono affermate nei principi dell’Unione Europea. Quanto professa il governo di Orbàn, di chiaro oscurantismo culturale e umano, dovrà essere denunciato senza reticenze.
Ritengo che anche la richiesta, avanzata da più parti, di espulsione dell’Ungheria dall’Unione Europea debba essere presa in seria considerazione.
Tornando alla marcia e raduno nazifascista di Budapest, ritengo che il Governo italiano, dovrebbe, individuare i nostri connazionali partecipanti, per esprimere verso di loro la più netta condanna politica e morale, e nel contempo presentare una denuncia alle autorità giudiziarie, per ogni valutazione di merito.
Ma tutto questo che sto pensando e chiedendo, ad oggi, purtroppo non sta avvenendo: Grave.
A Budapest in occasione della marcia nazifascista, si sono dati appuntamento tanti europei, in prevalenza giovani, compreso un buon numero d’italiani, per manifestare a favore della democrazia e dei valori antifascisti. Questi giovani meritano un particolare grazie ed apprezzamento. I partecipanti italiani al corteo antifascista in Ungheria, dovrebbero essere ricevuti in Quirinale, a Palazzo Chigi e in Parlamento per ricevere un giusto riconoscimento.
Ma anche tutto questo ad oggi, purtroppo, non sta avvenendo. C’è allora qualcosa di molto importante che riguarda, in concreto, nei fatti, la collocazione democratica ed antifascista del nostro Paese; riflessione che dovrà essere rapidamente posta agli italiani.
Sarebbe importante, non ho notizie a riguardo della partecipazione alla manifestazione democratica di Budapest di calabresi, ma se ci sono stati, è giusto invitarli al Consiglio Regionale della Calabria per ringraziarli. Ma anche al Consiglio Comunale di Catanzaro, Capoluogo di Regione.
Episodi di violenza in Ungheria
Ritengo giusto evidenziare che la marcia e l’adunata nazifascista a Budapest sia il vero atto di violenza, gravissimo, che si è verificato. È un’offesa a quanto hanno sofferto ogni sopruso, angheria e morte dai nazisti, dai fascisti e dai loro complici. Questo dovrebbe essere chiaramente stigmatizzato dalle Istituzione democratiche Italiane ai vari livelli, ma anche nelle scuole di ogni grado. Episodi del genere non dovranno, mai, essere accettati, sopportati o sottovalutati.
Durante quella giornata di oltre un anno fa a Budapest, manifestava nel corteo antifascista Ilaria Salisi. Non intendo scrivere sull’argomento quanto già abbondantemente risaputo, mi limito a richiamare l’attenzione sulle gravi condizioni in cui è lasciata e trattata nelle carceri ungheresi. La detenzione, peraltro cautelare prima del processo, nella fattispecie, non dovrebbe, assolutamente, essere consentita. Non appartiene alla civiltà europea tale trattamento, anche se fosse colpevole, peraltro di reati di modestissima entità.
Bisognerà mettere in campo ogni altra iniziativa, coraggiosa, per salvare Ilaria. Registro, purtroppo la insufficiente azione del Governo Italiano, contro quello Ungherese, a tutela di Ilaria. Ilaria Salis è così duramente trattata grazie alle leggi che Orbàn ha voluto in Ungheria e che oggi “obbligano” i giudici ad applicarle.
Non ho, invece, notizie di arresti e detenzioni che riguardano i promotori e i partecipanti alla marcia nazifascista, loro sì, chiaramente colpevoli per avere svolto una iniziativa non consentita e a sostegno d’idee e disvalori spregevoli.
Quanto avviene in Ungheria, bisognerà tenere ben presente, riguarda tutti: sollecita ogni coscienza, impone chiare collocazioni umane, morali, politiche. Non ci sono zone franche.
A proposito, la Calabria cosa dice sulla vicenda di Ilaria Salis? Cosa chiede al Governo Italiano?
Propongo che l’Amministrazione Comunale di Catanzaro voti, per come hanno fatto tanti comuni, vedi Roma, un ordine del giorno con il quale chiede che l’Ungheria consenta il rientro in Italia di Ilaria Salis. Solleciti il Governo Italiano a essere più incisivo verso il Governo Ungherese a tutela dei diritti di Ilaria Salis. La sua, teniamo sempre presente, è una vicenda disumana che subisce nel cuore dell’Europa, e va denunciata con forza. Catanzaro Inviti la Giunta e il Consiglio Regionale della Calabria a esprimersi chiaramente a fianco di Ilaria Salis e contro il governo ungherese.
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