Sabatino Nicola Ventura: “Partiamo anche dal politico Mimmo Lucano”

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Sabatino Nicola Ventura
  04 novembre 2023 09:52

 

di SABATINO NICOLA VENTURA

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La sensibilità, la bontà, l’altruismo umano di Mimmo Lucano sono il suo essere più preciso. Per Lucano, lo strumento primo da utilizzare, per poter assicurare i diritti di dignità alle persone, è la politica.

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Quando penso a Lucano mi tornano in mente, per averli conosciuti personalmente, e altri per aver conosciuto le loro storie, i molticontadini, braccianti, operai, giovani che nel secolo scorso, in Calabria, hanno offerto un impegno, in tanti casi esaltante, eroico, per riscattare ed emancipare la moltitudine di esseri umani privi di diritti. Lucano, come loro, ha sposato la causa dell’umanità sofferente, ed ha pensato da politico quali scelte, in modo pratico, anche sperimentali, proporre e realizzare nel suo Comune.

Immigrazione: L’immigrato per Lucano non è un farabutto che arriva da noi per delinquere, non è una offesa all’Italia, ma è una persona profondamente umiliata, oltraggiata che scappa da un mondo impossibile, che chiede di essere riconosciuta quale essere umano titolare di diritti. E Mimmo Lucano ha dato, nella sua Riace, nel suo ambito, da Sindaco di un piccolo centro spopolato, in particolare la parte in collina, una risposta positiva di progresso:non elargendo elemosina, non con attività pietistiche fini a séstesse, ma, cogliendo l’occasione che offre l’immigrazione, avviando un progetto d’integrazione, attraverso il lavoro, la scuola, lo scambio culturale, la convivenza, in una sorta di simbiosi mutualistica con gli italiani. Riace, piccolo centro senza gente, tornava a rinascere e in modo nuovo. Un esperimento, un progetto, che meritava e merita una particolare attenzione e sostegno, per essere, se necessario anche corretto, certamente migliorato, e rilanciato sul territorio regionale. Un progetto che può essere considerato con molto interesse, soprattutto da tanti altri comuni calabresi, oramai senza più comunità. Bene ha fatto il componente dell’Area Politica Culturale “Questione Meridionale” Francesco Citriniti, a proporre all’Amministrazione Comunale di Catanzaro, Capoluogo di Regione, di realizzare una giornata con Mimmo Lucano, in un Consiglio Comunale aperto, per rilanciare, in modo costruttivo ed innovativo il rapporto Calabria e immigrati, e metabolizzare in città l’esperienza di Riace.

Lucano però non si è limitato a svolgere attività politica ed istituzionale con gli immigrati, ma ha pensato, ad esempio, cosafare per realizzare la raccolta dei rifiuti solidi urbani  con più efficacia, spendendo meno soldi, ponendo in esame critico la prassi degli appalti e le scelte  che tanto costano ai calabresi e chein tanti casi fanno registrare i grandi cumuli “perenni” d’immondizia, con i relativi problemi igienico sanitari e di civiltà, che tanto preoccupano i cittadini calabresi, in particolare dei grandi centri.

Attenzione particolare Lucano ha posto sulla questione acqua: ha utilizzato in modo intelligente ed autonomo, le proprie sorgenti d’acqua, evitando, nei limiti del possibile, il ricorso alla SORICAL (non avrebbe potuto “staccarsi” completamente).

L‘esperienza di Lucano Sindaco, in particolare le scelte concernenti l’accoglienza e il rapporto con gli immigrati; l’originale prassi di raccolta dei rifiuti e il loro smaltimento; le scelte di approvvigionamento e distribuzione dell’acqua dovranno essere di stimolo ed affrontate in Calabria in modo totalmente innovativo rispetto all’oggi.

I settori da me richiamati d’intervento dell’Amministrazione Comunale di Lucano, non possono non essere valutati dalla mia città quali scelte di cambiamento, anche profonde. Ritengo che Catanzaro, Capoluogo della Calabria, abbia il dovere di contribuire, con proposte e opzioni qualificanti e corpose al riscatto della Calabria e della città. Lo dovrà fare attraverso idee, processi culturali, programmi di discontinuità e di forte differenziazione con le politiche del centro-destra, nazionale e regionale che, a dire il vero, di centro non riesco a constatare nulla.

Il mio intervento di oggi, cogliendo l’occasione datami dalla vicenda Lucano, affronterà, in particolare, la problematica “paradosso acqua”.

L’acqua è un bene per tutti; questo assunto dovrà essere la bussola per ogni scelta politica ed ammnistrativa, oramai urgente, profondamente nuova, che dovrà liberare i cittadini dall’invenzione del mercato dell’acqua.

Scrive Edoardo Borgomeo: “Un eschimese comprerebbe mai del ghiaccio? Ecco, chi vive in contesti dove l’acqua che esce dal rubinetto è potabilissima e supercontrollata e acquista l’acqua in bottiglia è come un eschimese che va a comprare il ghiaccio…”.

Nel mondo circa 7 miliardi di esseri umani hanno acqua potabile: una parte in abbondanza, un’altra a sufficienza, un’altra parte un po’ di meno. Ma altri, più di 2 miliardi di persone non hanno la quantità di acqua necessaria o pulita e controllata. Non hanno il rubinetto in casa e spesso neanche fuori dall’abitazione. Bevono acqua direttamente dai fiumi o da pozzi, distanti il più delle volte diversi chilometri, quasi sempre inquinati: oltre un milione di persone all’anno muore per aver bevuto acqua non potabile, contaminata.

La crisi idrica mondiale è, in alta percentuale, causa ed effetto dei mutamenti climatici. Anche l’enorme quantità di acqua, che spesso arriva all’improvviso e devasta interi territori, è parte della crisi idrica. Ma l’acqua è sempre ricchezza di vita, spetta a noi predisporre il territorio a riceverla, anche quando arriva violenta,elmodo più utile.

Le acque recuperate, irreggimentate e intelligentemente distribuite a chi ne ha necessità: all’uomo e agli esseri viventi animali e vegetali, sarebbero fonte di riscatto per enormi territori.S’impongono, allora, scelte straordinarie, oramai necessarie ed urgenti, per un rapporto globale positivo con la crisi idrica. Lapossibilità di gestire i fenomeni atmosferici causati dall’acqua, e l’utilizzo migliore della stessa, sono oggi largamente possibili.

L’acqua è la risorsa, assieme all’aria, naturale fondamentale per la vita, ma sulla Terra non si trova nella stessa quantità. Ha un valore smisurato, non quantificabile e che non può appartenere alle leggi economiche. Non ha un valore economico. È come se si volesse vendere l’aria: un paradosso. Molti anni fa, sicuramente è una burla inventata, l’aria di Napoli veniva venduta: infatti si dice che i fantasiosi napoletani vendessero negli anni 50/60, ai turisti, in barattoli l’aria di Napoli come souvenir, in ogni caso, una cosache ci fa ridere. Ma questo mondo del libero mercato esasperato è riuscito, e purtroppo senza farci ridere, a vendere l’acqua, bene primario e naturale, anche a chi ne ha in abbondanza, o potrebbe averne tanta: una follia, che è diventata normalità. Ritengo, come molti altri, necessario mettere in discussione questa follia, che si realizza fuori da ogni legge economica, costruita appositamente. L’economista Adam Smith scriveva: “Nulla è più utile dell’acqua, ma difficilmente con essa si compra qualcosa, difficilmente con essa se ne può avere qualcosa in cambio. Un diamante, al contrario, ha difficilmente qualche valore d’uso, ma in cambio di esso si può ottenere una grandissima quantità di altri beni”. Il paradosso è che chi compra l’acqua ogni giorno, potrebbe assolutamente evitarlo, la comprano, la compriamo, chi ne ha in abbondanza, e tanta da buttarla con non curanza, pagandolaprofumatamente.

Noi l’acqua l’abbiamo a casa, basta aprire il rubinetto. Allora perché la compriamo? La compriamo perché la società del consumismo sfrenato vuole così. Oramai si privatizza tutto e lo si rende merce. Si rende merce anche, vedi l’acqua, che non ha un valore economico. Nel contempo registriamo un’assurdità: alcuni miliardi di persone che vivono dove l’acqua non c’è o dov’è poca e anche non potabile, non la comprano, non la possono comprare: il mercato non ha convenienza. In quei territori si vive malissimo, ci si ammala e si muore anche per mancanza di acqua. Chi ne ha in abbondanza non la cede. I governi degli stati ricchi di acquanon prevedono la possibilità di condividere un elemento vitale, che peraltro in parte notevole non recuperano e non utilizzano. A proposito del messaggio della destra sull’immigrazione: aiutiamoli a casa loro, ritengo che mandare l’acqua in tanti paesi poveri sarebbe il minimo necessario da fare subito. I prodotti di “valore” petrolio, gas, viaggiano in apposite condotte, costruiti dall’uomo, per tantissimi chilometri, e arrivano ovunque, purché ci sia un interesse economico. Per l’acqua del non valore, la politica, le istituzioni internazionali e nazionali, fanno orecchio da “mercante”. Ma nei paesi dove manca l’acqua, chi si può permettere la compra da privati affaristi, si dice anche dalla criminalità organizzata. Questo non va assolutamente bene,bisognerà battere una sbagliata e crudele invenzione del mercato:l’acqua non è una merce.

Pensiamo a quali vantaggi andremmo incontro se ci si limitasse a pagare una giusta tariffa per un ottimo servizio, possibilissimo, in gran parte c’è già nei paesi occidentali e in Italia, di acqua dal rubinetto: ricordiamoci di quanti miliardi di bottiglie di plastica all’anno non utilizzeremmo più; di quanto denaro risparmieremmo, per meglio utilizzarlo; di quanto tempo e fatica non faremmo più. Non dobbiamo pretendere più acqua buona dai super mercati, ma acqua sicura dai rubinetti. Ma non intendo continuare a svolgere riflessioni ed approfondimenti sule questioni di ordine generale; dico però che una campagna d’informazione e formazione, a partire dalle scuole e dalle famiglie, d’ordine culturale, igienico, e sanitario è da prevedere.

Intendo rivolgermi ai catanzaresi e all’Amministrazione Comunale offrendo qualche considerazione.

In Italia, in Calabria, a Catanzaro i cittadini non pagano l’acqua (nessuna saprebbe indicare il valore dell’acqua) ma pagano il costo del servizio: protezione delle fonti idriche, infrastrutture di distribuzione e rete idrica, allaccio a casa, controllo costante della potabilità e sicurezza dell’acqua, remunerazione degli addetti, e quant’altro. Dunque noi paghiamo il servizio. La richiesta che dovemmo fare riguarda la necessità di avere un servizio migliore nella qualità e nella quantità. Avere periodiche informazioni sui controlli e garanzie sulla potabilità. Catanzaro necessità, per come sappiamo, di una rete idrica, in tante zone della città, nuova. La rete perde ogni giorno oltre il 40% di acqua. È inaccettabile, sotto ogni punto di vista: mia madre avrebbe detto, è uno schiaffo alla miseria.

Propongo che l’Amministrazione Comunale di Catanzaro, dando seguito al deliberato del Consiglio Comunale di marzo 2011, che ha accolto un preciso ordine del giorno, votato all’unanimità dei presenti, che riporto di seguito, avvii una serie di iniziative attuative. Auspico che l’Amministrazione Comunale di Catanzaro possa essere la prima città in Calabria che promuova l’acqua quale bene privo di valore economico, e incentivi l’uso, garantendo ogni sicurezza, dell’acqua dei rubinetti. Informi i cittadini sulle qualità del servizio, e scoraggi, di fatto, l’acquisto di acqua dai privati. 

Premesso che: l’acqua rappresenta una fonte di vita insostituibile per gli ecosistemi: la sopravvivenza degli esseri viventi dipende dalla disponibilità di acqua:  l’acqua, costituisce, pertanto, un bene comune all’umanità, un bene  comune universale, pubblico ed indisponibile, che appartiene a tutti: il diritto all’acqua è un diritto inalienabile, e pertanto l’accesso all’acqua deve essere garantito a tutti attraverso gestioni pubbliche, ispirate a principi di equità, utilità, solidarietà, giustizia e rispetto per l’ambiente.

Tutto ciò premesso il Consiglio Comunale di Catanzaro delibera di: riconoscere anche nello Statuto Comunale il Diritto Umano all’Acqua, ovvero di conferire all’acqua lo status di bene comune pubblico, e l’accesso all’acqua come Diritto Umano universale, indivisibile e inalienabile;  Riaffermare e ribadire che tutte le acque, superficiali e sotterranee, anche se non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche; riconoscere anche nello Statuto comunale che il servizio idrico integrato è un servizio pubblico essenziale per garantire l’accesso all’acqua per tuti i cittadini, e – pertanto – esso è da considerare come servizio pubblico privo di rilevanza economica, la cui gestione si attua ai sensi degli artt. 31 e 114 del d.l. 267/2000; dare mandato al Sindaco per predisporre le modifiche e le integrazioni alla Statuto Comunale per come esplicitato nel presente O.d.G.”.

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