Safe city, Costanzo: "Le bugie di Abramo smascherate da Confindustria"

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  07 giugno 2019 12:38

Il post archiviazione dei presunti reati su Safe city contagia il dibattito politico catanzarese. Sergio Costanzo attacca di nuovo il sindaco Sergio Abramo dopo le precisazioni di ieri di Confindustria sulla sua non conoscenza all'epoca (2012) del progetto del sistema di videosorveglianza. Di seguito la nota del consigliere comunale del gruppo fareperCatanzaro:

"Al “sindaco sul viale del tramonto” non riesce più neppure il giochetto in cui è maestro: scaricare sugli altri le sue pesanti responsabilità. La sua retromarcia rispetto alle farneticanti dichiarazioni rese in Consiglio comunale sull’affare Safe City (23 milioni di euro) è da un lato patetica, dall’altro è il segno della sua spregiudicatezza. Tutti hanno ascoltato le sue parole e i giornalisti delle principali testate ne hanno preso doverosamente nota, pubblicandole tra virgolette. Possibile che tutti abbiano capito male? Abramo ha detto che il progetto Safe City è stato proposto dall’Associazione Industriali dell’epoca “perché gli imprenditori si sentivano vessati dalla criminalità” e che il progetto era stato approvato dal Comitato per l’Ordine pubblico presieduto dal Prefetto. Bugie per coprire il più colossale e vergognoso affare tentato al Comune di Catanzaro. Ci faccia vedere il sindaco le carte da cui si desume che la proposta veniva dall’Associazione Industriali e che il progetto è stato approvato dal Comitato per l’Ordine pubblico! In realtà, Abramo ha cercato coperture per fare passare un’operazione a cui lui teneva molto. Per eleganza e per rispetto della privacy, abbiamo evitato di fare riferimento alle intercettazioni contenute nell’indagine della Digos, da cui si desume l’esistenza di forti interessi e l’insistenza con cui Abramo si recava in Regione per ottenere il finanziamento da 23 milioni di euro.
Oggi Abramo, smascherato da noi e da Confindustria, ammette che il progetto non è stato proposto dall’Associazione Industriali e che non è mai stato approvato dal Comitato per la sicurezza presieduto dal prefetto Reppucci. Ma continua a dire di averlo sottoposto all’attenzione di Confindustria “per trasparenza”. Peccato che Confindustria si sia affrettata a smentirlo clamorosamente, affermando di non averne mai saputo niente! Dovrebbe arrossire dalla vergogna!
E allora, se non è stata l’Associazione Industriali a proporre il mega progetto da 23 milioni di euro, chi è stato a proporlo ? Chi ha tessuto la trattativa con l’emissario calabrese della società israeliana, segnalato dalla Digos per i suoi interessi nel settore delle armi ed oggetto di attenzione da parte della DDA di Reggio Calabria ? Perché questo emissario era di stanza negli uffici del sindaco? Chi ha preparato a tempo di record la pratica da portare in Giunta, sulla base di una mail protocollata solo due ore prima ?
L’informativa della Digos sostiene testualmente al proposito: “Pertanto è verosimile ritenere che la proposta inviata dalla società israeliana possa essere il frutto di accordi precedenti tra le parti interessate…”:
Sulla tanto invocata “correttezza” invocata da Abramo, basta leggere le motivazioni della Procura della Repubblica che contesta il falso ideologico per avere fatto passare per “gratuito” un incarico oneroso (23 milioni di euro) senza passare da una gara e in pieno dispregio di tutte le normative sugli appalti pubblici.
E’ ridicolo Abramo quando sostiene che solo la società israeliana poteva realizzare quel progetto perché “aveva un brevetto”. Secondo questo teorema singolare del sindaco, tutte le gare potrebbero essere inutili, basterebbe solo che le ditte autocertificassero di essere in possesso di un “brevetto” esclusivo, consentendo così l’affidamento diretto. Il massimo della spregiudicatezza.
Chieda scusa intanto il sindaco Abramo al presidente dell’Associazione Industriali dell’epoca, Giuseppe Gatto, e al Prefetto di Catanzaro dell’epoca, dottor Antonio Reppucci, per il suo indegno tentativo di coinvolgerli in questa brutta pratica.
Tiri un sospiro di sollievo per l’avvenuta prescrizione di gravi reati che lo avrebbero portato alla sospensione dalla carica di sindaco e ringrazi pubblicamente le associazioni che bloccando l’affare gli hanno evitato pesanti guai giudiziari".

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