"Salute: situazione drammatica". Lo scriveva Argiroffi nel 1971. Dopo mezzo secolo in Calabria nulla è cambiato

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images "Salute: situazione drammatica". Lo scriveva Argiroffi nel 1971. Dopo mezzo secolo in Calabria nulla è cambiato
Federica Grembiale

Aspettando  Godot

  24 novembre 2020 09:41

di FEDERICA GREMBIALE

Voglio proporre il titolo e parte dell’articolo apparso ieri sulla stampa “Salute: situazione drammatica. La prima constatazione emergente da un’osservazione, anche sommaria del panorama sanitario ed ospedaliero calabrese, ne denuncia senza dubbio la gravità. Carenze, altrove pur notevoli, qui si addizionano alla disgregazione delle strutture economiche che ne rendono drammatico il quadro di valutazione. Questo appare determinato da vuoti qualitativi e quantitativi che riflettono al livello più grave le insufficienze della situazione nazionale, e sono esasperati da elementi locali di ritardo e negatività relativi alla specifica situazione calabrese. Ciò sia per quanto riguarda l’arretratezza del substrato sociale sia per quanto riguarda le responsabilità delle forze politiche dirigenti la regione e le amministrazioni locali, in rapporto al modo distorto e inadeguato con cui fino ad ora il problema sanitario ospedaliero è stato considerato. La maniera con cui i compiti politici della programmazione ospedaliera sono stati ignorati e il persistere di situazioni scandalose, amministrativamente e funzionalmente ne sono una riprovaAppare urgente riproporre una corretta e producente classificazione degli ospedali, con la liquidazione immediata delle gestioni commissariali così largamente diffuse e radicate da anni.”

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Ma purtroppo quel “ieri” ha la data del 15 giugno 1971! Era il commento ad una interrogazione del 14 aprile 1971 alla giunta regionale “per sapere quali misure intende adottare per affrontare la complessa e grave situazione del settore ospedaliero pubblico in Calabria dove sono ormai di dominio pubblico la gravissima insufficienza quantitativa e qualitativa a tutti i livelli, dove appaiono chiaramente gli ostacoli di ordine clientelare e corporativo che si frappongono ad una efficace azione di adeguamento del settore ospedaliero pubblico alle esigenze sanitarie. E per la nomina di una commissione di indagine conoscitiva “.

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L’articolo era firmato da Emilio Argiroffi, medico dell’ospedale, e soprattutto medico degli ultimi, diventato poi senatore e sindaco di Taurianova, per ironia della sorte, città natale del nostro presidente regionale ff.

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Assieme ad altri articoli sulla sanità li avevo utilizzati per una ricerca fatta durante il corso universitario Nord/Sud-disuguaglianze. Nello specifico si evidenziavano i dualismi sanitari nelle regioni italiane con particolare riferimento alla Calabria (https://www.ilreventino.it/la-mobilita-sanitaria-calabria/). Il corso aveva messo in luce tutte le contraddizioni della sanità calabrese che oggi sono esplose nel modo più inquietante. Era il 2017 e in televisione uno spot pubblicitario di una nota catena di supermercati intendeva celebrare il Natale con una bella nascita tra gli scaffali delle scatolette e dei formaggi. 

Di fronte all’ennesima trasmissione televisiva sui commissari alla sanità calabrese, sono andata a rileggerli: sembrano pezzi scritti ieri. Invano è passato mezzo secolo e nulla è cambiato nel comparto sanitario oggi drammaticamente fiaccato dall’emergenza Covid.

E mentre lo spot pubblicitario del 2017, che evidenziava l’efficienza del supermercato anche nel caso di un parto improvviso tra gli scaffali (altro che sanità pubblica!) fa ancora sorridere, non si trovano parole per commentare la farsa, le macchiette, le caricature e la derisione, subita dalla Calabria. E allora mi chiedo quanti “cortometraggi”, quanti “set cinematografici" in Calabria, quanto occorrerà ancora spendere per far acquistare credibilità a tutto il sistema “Calabria. A quanto ammonta il danno di immagine e soprattutto il danno effettivo per una adeguata assistenza sanitaria? Ma possiamo ancora restare addormentati e rassegnati ?

Il prof. Cleto Corposanto, direttore del corso di Sociologia all'Università Magna Graecia di Catanzaro e Massimo Fotino, docente universitario, sociologo, in una recentissima ricerca sulle conseguenze sociali della pandemia ("Covid-19. Le parole diagonali della Sociologia"), evidenziano come di fronte ai grandi mali della regione: disoccupazione, scarsa capacità imprenditoriale, sanità inefficiente, sia prevedibile come la gente domanderà più attenzione nella cura, più sicurezze. Se non le troverà, o peggio, vedrà aumentare le diseguaglianze nell'erogazione delle prestazioni, non è escluso temere un aumento della tensione sociale, che sarebbe devastante.

In queste ore dovrebbe essere nominato l’ennesimo commissario alla sanità. Mi permetto di segnalare al nuovissimo commissario, chiunque esso sia, la lettura del “Manuale per una riforma della sanità in Calabria di Rubens Curia. Potrebbe essere utile. 

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