Salvatore Procopio: "Cose di casa nostra, la stazione ferroviaria di un paese jonico"

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Foto di archivio
  12 aprile 2023 14:22

di SALVATORE PROCOPIO

"Ho necessità di riflettere, ove sia nella disponibilità di un umano, con il nostro Pregiatissimo Presidente della Giunta Regionale, l’Onorevole Roberto Occhiuto, con l’innocenza di un bambino e il tormento di un adulto.

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In un tempo che fu, quando osservavo con curiosità i capelli bianchi degli uomini avanti con l’età che incontravo al bar della stazione di Botricello, mi capitò di scrivere ancora speranzoso, una favola per viandanti, il bambino e la vecchia stazione, un testo ospitato molti anni dopo in un volume, Il mio Rifiuto, pubblicato dalla casa editrice reggina, Citta del Sole, Maggio 2009.

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Capitò infatti che la vecchia stazione ferroviaria si rifece il trucco, vennero nuovi colori, ma sparirono i treni a lungo percorrenza e quelli locali vennero ridotti per numero e qualità. Sono passati trenta anni da quella favola, trenta lunghi anni, e quei pochi capelli che sopravvivono sul mio cranio, hanno lo stesso colore che osservavo ad altri.

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Nel tratto di Jonio ferroviario di cui riferisco, ci sono persino i piloni per l’alta velocità, che si fanno accarezzare dal vento ma senza arte ne parte, e da qualche anno, riacutizzando l’illusione di un centro intermodale e ferroviario, RFI - rete ferroviaria italiana- ha ferito il suolo botricellese scavando e aprendo nuovi scenari che devastano il cuore e la mente, per la costruzione di una nuova e attraente stazione ferroviaria, i cui lavori sono interminabili e i cantieri fermi da più di 4 anni, per ragioni non pervenute, almeno al popolo, che tra l’altro aveva domandato ai sordi progettisti della rete ferroviaria, di aprire un varco direttamente con il quartiere marinaro.

I treni, una chimera sulla costa Jonica. Senza treni e con un cantiere di stazione, mai completato che genera pericolo e disagio per quanti dal mare devono connettersi con il centro cittadino, vista la inibizione di altri punti di raccordo. Questo il nostro bisogno insieme ad una nuova 106, tracciata da altri e che nessuno finanzia. Queste sono le priorità di alcuni territori che non sono situati sull’asse Cosenza - Vibo Valentia - Reggio Calabria. Presidente fissi queste esigenze e non altre.

È noto persino ad un sostenitore risoluto, come il nostro Presidente, dell’autonomia differenziata e della più imponente e asincrona opera europea, Il ponte dello Stretto di Reggio Calabria e Messina, che esistono tante Calabrie che dovrebbero essere governate, lembi di terra dove simpatizzanti elettorali e Sindaci sostenitori, si lasciano conquistare e governare da un condottiero, che si convince di fare soltanto cose giuste. Presidente, le autonomie possono essere concesse dopo aver pareggiato il divario, lo svantaggio potrebbe amplificarsi se il disegno folle di Roberto Calderoli dovesse consumarsi. Perché, si parte sempre dalla parte più ricca del paese, l’alta velocità è partita da Milano, perché non è decollata da Reggio Calabria, eppure a Reggio Calabria si fabbricano treni.

L’autonomia, cosi guardando allo stato attuale è una follia. Cosi come, folle nello stato in cui si trovano le tante Calabrie, sarà il progetto del ponte. Un tempio nel deserto, porterà forse benessere solo al tempio, ma fuori rimarrà sempre il deserto. La stazione ferroviaria di Botricello e i treni ad alta velocità sulla costa jonica sono bisogni primari, per una qualità dello sviluppo e dei servizi per il turismo e la possibilità di agganciare la periferia ai centri importanti e la conurbazione, per emancipare le donne e gli uomini che vivono queste differenze.

Come nell’opera di Samuel Beckett, En attendant Godot, qualcuno ci dice che Godot,  non verrà e che verrà domani. E intanto aspettiamo, e come in quella deliziosa opera, diventeremo cechi e muti e la corda che ci legherà tutti, sarà sempre più corta. Tutti,  noi tutti aspetteremo ancora Godot, o qualche brillante manager dell’autonomia 
differenziata, mentre le nostre esigenze diventeranno quelle del nostro rappresentante più autorevole, il quale saprà imporre la cronologia dei bisogni, imponendo anche a RFI di completare le opere essenziali per un territorio".

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