Salvatore Procopio: "La via della Magna Grecia: così muore un modello di sviluppo e un altro si fa strada"

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  27 dicembre 2025 09:46

di SALVATORE PROCOPIO

"La primavera del 2026, oramai alle porte, potrà essere ricordata come il tempo della risurrezione del nostro territorio, tra l’incredulità di molti e la certezza dei credenti iscritti al partito della narrazione governativa e indottrinati dai comunicati ufficiali dell’Anas. La nostra via di mobilità più importante, in attesa dell’alta velocità jonica su rotaia e della travagliata (sette anni) stazione ferroviaria di Botricello, conoscerà finalmente il suo Natale.

Così come disegnata e calata dall’alto, nell’indifferenza degli amministratori locali di ultimo grido, che se la sono vista arrivare, nelle segrete stanze, si discute di materie prime e di quali maestranze si necessita, speriamo locale, per aprire il primo cantiere del tratto Catanzaro – Crotone. Aprile ’26 potrebbe essere la data di nascita di una diversa economia per la nostra comunità, che nello specifico offre attualmente, proposte commerciali e di artigianato, nonché turistiche di profonda diversità rispetto alle altre comunità interessate da questa attesa ventata di sviluppo.

Sono più di duecento i servizi e le attività che si affacciano direttamente sul flusso stradale del vecchio tracciato della statale 106, che divide urbanisticamente più o meno simmetricamente la comunità, in due grandi quartieri cittadini. Sulle sponde di questo fiume stradale, con più o meno difficoltà a fermarsi e a sostare o permanere, si sporgono le nostre proposte commerciali ed artigianali che fin qui, con un flusso più o meno costante di passanti, con poco o tanto traffico o smog a seconda dei periodi, hanno contribuito fortemente a formare il Pil comunale, ad affermare sviluppo e contribuire a formare una comunità libera e indipendente.

E molti di loro impegnati, persino ad organizzare feste patronali con lauti contributi, solo per il bisogno e la necessità di appartenere, sostituendosi a volte a rappresentanti istituzionali ed ecclesiastici più parsimoniosi. Che la nuova arteria stradale possa e debba in un futuro più o meno prossimo aumentare la concentrazione di ossigeno monetario per la nostra comunità, è un fatto previsto e oggettivo se si trascura il ritardo epocale rispetto a territori più serviti del nostro Paese. Tuttavia, la preoccupazione di questa umile riflessione è rivolta a quanti hanno l’obbligo di gestire la fase di transizione dal sistema attuale verso un nuovo modello economico determinato, a cui la comunità botricellese sarà obbligata e indotta ad entrare. Che le mani invisibili di Smith e le selvagge regole della concorrenza determineranno una transizione strutturale, è certo.

Così come, ma nessuno lo dice, il passaggio a nuovi modelli organizzativi genera “morti commerciali” tanti o pochi, questo dipende da come ci si organizza. Noi non lo siamo, perché a questo nessuno ci pensa. Qui accanto, la città di Cutro, ha vissuto ciò che dovremmo vivere noi. Il vecchio tracciato della statale 106 attraversava la città fino agli anni ‘60. Poi riprendendo, un vecchio tracciato della Opera Sila, il percorso per arrivare a Crotone, si avvicinò al mare, magari per farsi chiamare la via della Magna Grecia. Oggi è comodo, smart si direbbe, raggiungere prima la città di Pitagora, ma nessun parla del prezzo pagato da quella comunità. Per ridurre il disagio e il pericolo di morte degli attori commerciali e artigianali già presenti, è utile pianificare un plotone di interventi e aiuti, che la stessa Anas potrebbe recuperare, magari dai ribassi delle gare d’appalto se generate con criterio di benessere per la comunità.

Le ricette per contenere i danni della fase di transizione sono tante, così come le misure finanziarie, ma è necessario atterrarle prima possibile, magari finanziando nuove idee e attirando nuovi investimenti. Poi, in un tempo che nessuno potrà dire, gli ospiti verranno per il pane o le tartarughe marine, per il mare o il gelato, per il restauratore o per l’artigiano, per le cliniche per gli anziani o per i bravissimi professionisti sanitari. I primi anni, quando la strada avrà un altro percorso, saranno complicati. I nuovi governanti raccontano di come far tornare i cervelli in fuga, bene; ma è utile oltre che obbligatorio mantenere quelli che abbiamo e che con fatica e sacrificio hanno contribuito a costruire un modello economico e di sviluppo a misura. Se lo cambi, all’inizio uccide, poi si cambierà, ma poi. Chi scrive non è un commerciante, non vive di commercio, ma molto sommessamente è interessato alla salvaguardia degli stessi".


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