Nessun aspirante sindaco, nessuna lista. Nelle sezioni di voto le urne per le schede comunali non sono state allestite per mancanza di candidati. E non è la prima volta. Siamo a San Luca, provincia di Reggio Calabria, circa quattromila abitanti. Qui l'ombra della 'ndrangheta è più di un effetto mitologico. Dall'anonima sequestri, alla faida tra cosche rivali, culminata il 15 agosto del 2007 con la strage di Duisburg: sei morti ammazzati per proseguire l'interminabile scia di sangue tra le famiglie Pelle-Vottari in guerra con i Nirta-Strangio.
Il paese è arroccato nella suggestiva area dell'Aspromonte. Ma la montagna e il ricco patrimonio naturale non sono mai diventati un'occasione di sviluppo, di riscatto. E l'ente che dovrebbe in qualche modo favorirlo, lo sviluppo, spesso è amministrato dai commissari (anche per presunte infiltrazioni mafiose) oppure da amministratori che devono fare i conti con molte difficoltà. Anche quest'anno, dunque, nessuna lista. E non ci sarà la festa in piazza per augurare buon lavoro al nuovo sindaco e alla sua squadra. Succede dal 2013 ad oggi, con l'eccezione del 2019, quando vennero presentate due liste, “Klaus Davi sindaco di San Luca” con candidato a primo cittadino il noto massmediologo e candidati al Consiglio figure esterne al paese, e la lista “San Luca ai sanluchesi”, con candidato sindaco Bruno Bartolo, infermiere in pensione, insieme con alcuni giovani residenti nel paese.
Bartolo, a legislatura conclusa, ha incontrato i cittadini e ha annunciato la sua rinuncia a ricandidarsi. Con rabbia e delusione, ma anche lasciando un piccolo spiraglio alla speranza. “Lascio a malincuore ma non ho più la forza - ha detto ad Avviso Pubblico, l'associazione Enti locali e Regioni contro mafie e corruzione - sono stati cinque anni tremendi per me. Cinque anni pesanti in tutti i sensi. Certe istituzioni non mi hanno dato l’aiuto che dovevo avere. Certe criticità vanno aiutate non massacrate. In questi anni mi sono sentito molto solo, abbandonato. Non da tutti. La Regione mi ha sostenuto. E così anche il prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani (oggi a Palermo) che è stato la mia bussola. Ho sperato fino all’ultimo che qualche giovane raccogliesse il testimone, ma nessuno se l’è sentita. Mi aspettavo che un gruppo di giovani si unisse per fare una nuova amministrazione. A San Luca ci sono più di 200 laureati, avvocati, ingegneri, medici, c’è di tutto. Ma non si fanno avanti, c’è contrarietà a impegnarsi nel comune. C’è rassegnazione”.
“Facciamo un passo avanti e cinquanta indietro - ha concluso Bartolo - serve investire di più sulla scuola. San Luca ha bisogno di una scuola forte, che istruisca e educhi i bambini, coinvolgendo le famiglie”. Infine qualche parola di speranza. “Non è detto che tra sei mesi o un anno non cambiamo idea, ma con l’impegno preciso da parte delle istituzioni che devono esserci più vicine. E se davvero dei giovani si faranno avanti”.
Intanto oggi e domani a San Luca, in un clima di scarso interesse, si vota solo per le elezioni europee. Al Comune, invece, si attende il ritorno dei commissari e la nuova data delle elezioni. E, soprattutto, le candidature.
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