San Pietro Apostolo, al via il progetto "Sai cos’è un SAI?" per l’integrazione dei minori stranieri non accompagnati

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  04 giugno 2025 10:53

Negli ultimi anni si è riscontrato un notevole aumento dei minori stranieri non accompagnati (MSNA) presenti sul territorio italiano. Tali minori - essendo privi di assistenza e rappresentanza legale da parte dei genitori - risultano particolarmente vulnerabili ed esposti a molteplici fattori di rischio.

Il Centro Myriam del Comune di San Pietro Apostolo, con l’Ente Gestore Fondazione Carità e Amore ETS, da ben 11 anni lavora in questo delicato  settore, favorendo e promuovendo - tramite il progetto SAI MSNA -  accoglienza, presa in carico e accompagnamento all’inserimento sociale, scolastico e lavorativo dei minori.

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L’Equipe multidisciplinare è impegnata fin da subito all'inserimento scolastico, promuovendo il processo di inclusione dei MSNA e facilitando il percorso verso la piena integrazione nella società. Nel corso degli anni, si è consolidata la rete sul territorio con gli Istituti Scolastici e con il CPIA di riferimento, comprendendo l’importanza della Scuola come luogo educativo, di socializzazione, inclusione e autonomia.

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  • È stato ideato così il progetto Sai cos’è un SAI?”

Un percorso pensato per far conoscere da vicino il SAI Centro Myriam di San Pietro Apostolo e sensibilizzare studenti, docenti e famiglie sul tema dell’integrazione dei minori stranieri non accompagnati.

Il primo passo non poteva che essere con l’Istituto Comprensivo Mater Domini Nord Est di Catanzaro, plesso Galati: una scuola che ha già fatto dell’inclusione e dell’integrazione una realtà concreta!

In tale realtà, uno dei nostri beneficiari ha frequentato quest’anno la terza media, dimostrando come accoglienza, supporto e condivisione possano tradursi in una vera esperienza di crescita, per tutti.

Grazie alla collaborazione dei Dirigenti Scolastici degli Istituti di Catanzaro e dei paesi limitrofi, il progetto - diventato itinerante - continuerà nel corso dell’anno scolastico 2025/2026, portando testimonianze, attività e momenti di dialogo nelle scuole.

Perché conoscere è il primo passo per includere. E ogni storia d’incontro può diventare una storia di cambiamento.

 

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