"Sanguinis effusione – Assedio e resilienza": nel libro di don Michele Fontana i 100 giorni di Catanzaro tra amore e orgoglio

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Un momento della presentazione del libro
  08 febbraio 2024 14:33

di FRANCESCO IULIANO

Un romanzo storico per descrivere l’orgoglio di essere catanzarese. Un sentimento che trova le origini nella storia della città e nei fatti che ne hanno segnato quella che è oggi la fierezza della città.    

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C’è tutto questo nelle 172 pagine dell’ultimo lavoro letterario di don Michele Fontana dal titolo "Sanguinis Effusione – Assedio e resilienza", (Luigi Pellegrini editore) presentato nel corso di un incontro allestito nella sala Concerti di Palazzo de Nobili.A dialogare con l’autore la docente e conduttrice radiofonica, Elisa Chiriano accompagnata dallo storico Salvatore Bulotta. Interventi anche del sindaco Nicola Fiorita e dell’assessore comunale alla Cultura, Nunzio Belcaro.  “Sono nato e cresciuto a Catanzaro da genitori originari del quartiere più antico della città – si legge nelle note dell’autore -. Nel mio Dna coesistono caratteri ancestrali ereditati da ascendenti bruzi e vituli; greci e latini; politeisti e cristia-ni; musulmani ed ebrei; normanni e ottomani; francesi e spagnoli; calabresi, siciliani e amalfitani; europei, asiatici e africani; bianchi e neri; nobili e popolani; santi, eremiti e peccatori. Questa mistura di razze, popoli, culture, saperi, stili di vita, visioni del mondo, pulsa armonicamente nelle vene di ogni figlio di questa Città le cui pagine di storia, fatte d'incontri e scontri, sono vergate con l'inchiostro del sangue addensato dal sudore dei sacrifici. Sanguinis effusione”.

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In apertura il sindaco Nicola Fiorita ha evidenziato come il libro sia stato ambientato in un periodo indimenticabile della storia di Catanzaro. «Quando la città si trasformò nella roccaforte della resistenza contro l'invasione francese. Un momento in cui tutti i cittadini si unirono intorno ai propri rappresentanti. Questo significa che dobbiamo ricordare quello che è stato perché ci dimostra che quando c’è un sentimento di comunità, c’è la consapevolezza di poter prendere in mano il proprio destino ed ottenere qualunque risultato. Don Michele ha scritto un libro riuscito che ci richiama e ci invita a ricordare la storia di Catanzaro. Una riscoperta della nostra identità che passa attraverso simboli, opere d'arte, guide turistiche, gioielli ma passa inevitabilmente anche attraverso l’importanza della nostra storia».

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I fatti storici che compongono la struttura narrativa del romanzo, sono effettivamente accaduti. Come sono realmente esistiti i nobili e gli alti prelati ecclesiastici inseriti nel racconto, così come reale è la storia d'amore tra il duca Ferrante Spinelli di Castrovillari e la giovane marchesa Isabella Caracciolo di Mesoraca, iniziata durante l'assedio e convolati a nozze al termine dei festeggiamenti seguiti allo stesso.

«L'esigenza di scrivere questo romanzo – ha detto don Michele Fontana - nasce da un motivo particolare e cioè che non ci può essere orgoglio senza conoscenza e secondo me, a noi catanzaresi manca l'orgoglio per la nostra città. Ecco allora che c'è bisogno di una maggiore conoscenza. E la storia di questi tre mesi di assedio della città, apre una finestra sulla ricchezza e sulla grandezza della città di Catanzaro medievale e post medievale che potrebbe far risvegliare l'orgoglio in ciascuno di noi. Un libro – ha aggiunto l’autore -  rivolto a tutti. Proprio per questo ho voluto scrivere in modo tale che possa essere fruibile da tutti, anche da chi non è mai venuto da noi e non conosce la nostra città».

Per l’assessore Nunzio Belcaro, quello scritto da don Michele è «un libro necessario che arriva in un momento in cui c’è tantissimo bisogno che questa città sia palcoscenico di letteratura, palcoscenico di cinema perché, prima ancora di essere studiata, secondo me Catanzaro è una città che ha bisogno di vivere emozionalmente le sue vie, le sue piazze, i pezzi della sua storia. Un libro che considero uno strumento prezioso per le nostre ragazze e per i nostri ragazzi che sanno davvero poco della storia della loro città e che, attraverso l'avventura di un momento che può essere anche fiction o che può essere soltanto apparentemente di finzione, ma che si muove in un teatro invece reale come i 100 giorni dell'assedio della nostra città, può essere uno strumento prezioso di conoscenza».

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