La gestione dei tetti di spesa della sanità privata sta diventando una nuova spina. I tagli al budget dell’anno precedente dell’assistenza ospedaliera (case di cura) e della specialistica ambulatoriale (laboratori) porteranno una valanga di impugnazioni al Tar dei decreti 178 e 179 adottati a dicembre a valere sul 2020. La stessa sorte dovrebbe toccare a quello dell’assistenza territoriale. Nonostante il Dca 4/2020 abbia previsto un lieve incremento rispetto al 2019, le associazioni di categoria hanno già inviato una diffida sostenendo che l’assegnazione (in totale 174,4 milioni di euro) non copre i reali fabbisogni. Per di più, lo stesso decreto presenta un problema interpretativo.
L’Asp di Catanzaro, con una nota di ieri firmata da due alti dirigenti, sostiene che “Il Dca n. 4/2020 non reca, invece, alcun riferimento alle richiamate prestazioni erogate in mobilità extraregionale per i propri residenti ed a quelle scaturite da provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria, lasciando, quindi, presagire che esse siano ricomprese nel livello massimo di finanziamento individuato (per l’Asp di Catanzaro pari ad euro 37.694.908)”. In pratica si tratterebbe di un taglio “mascherato”. Nel senso che nei precedenti anni le prestazioni di mobilità e quelle legate ai provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria, a seguito di rendicontazione, avevano un separato finanziamento.
Adesso invece sembrerebbe che siano mischiati nel calderone del tetto di spesa generale. L’Asp ha chiesto chiarimenti alla struttura commissariale. Se fosse confermato, i malumori degli erogatori dell’assistenza territoriale cresceranno per la restrizione del budget. Gli stessi non escludono forme di protesta (anche eclatanti), dopo che le richieste di un incontro al Dipartimento di Tutela della Salute sono rimaste inascoltate. I tempi sono stretti. I contratti dovrebbero essere firmati entro la fine di gennaio, altrimenti come prevede lo stesso decreto commissariale si avvia la procedura di sospensione dell’accreditamento.
Le strutture che operano sul territorio di competenza dell’Asp di Catanzaro sostengono che i parametri della popolazione da cui ne deriva la fissazione della quantità dei servizi non sia aggiornata ma faccia riferimento a dati superati. Ciò sottostima le prestazioni da erogare e quindi quelle da acquistare dai privati con una prevedibile contrazione del valore dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza). “I ministeri e il Tavolo Adduce dicono che devono essere aumentati i servizi alla popolazione, aggiornando i dati al 2018 e non mantenendo quelli già inviati e relativi all’anno 2013”, sostengono gli operatori privati che proseguono: “Questa è la cosa più incredibilmente trascurata dai commissari”.
Altro punto debole, questo a livello generale, della recente fissazione dei tetti di spesa è che le somme sono motivate in virtù del Programma Operativo 2019-21. Peccato però che esso non sia stato mai ufficialmente adottato, ma soltanto trasmesso ai ministeri e peraltro “criticato” nell’ultimo verbale del Tavolo Adduce.
g.r.
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