I dati del consuntivo commentati dai ministeri vigilanti nel verbale della seduta del 9 novembre dell'anno scorso
25 gennaio 2023 17:23I conti non saranno in rosso come accaduto per tanti anni ma semplicemente perché la Calabria ha avuto, nel 2021, un finanziamento maggiore e non sono sufficientemente garantiti i livelli essenziali di assistenza. Lo stesso presidente della Giunta e commissario ad acta della sanità Roberto Occhiuto usa spesso la metafora della "sanità con il motore spento" per raffigurare questo paradosso. Usano termini tecnici e numeri taglienti i ministeri che vigilano sull'attuazione del Piano di Rientro per descrivere il consuntivo 2021 nel verbale della seduta del 9 novembre dell'anno scorso. Aspetto già emerso qualche mese addietro (LEGGI QUI)
Il servizio sanitario calabrese ha registrato un avanzo finale di 68,2 milioni di euro. Una cifra che deriva dall'iniziale risultato di gestione di 26,2 milioni che, sommati ai circa 119,5 milioni di tasse per il piano di rientro e la quota sociale, arriva a 145,7 milioni di euro. Tuttavia i buchi pregressi si 'mangiano' una fetta di questa somma. Infatti, in capo alla Calabria residuava una perdita di 77,4 milioni di euro. E così si è arrivati ai 68,2 milioni di euro a consuntivo 2021.
Questi numeri però non soddisfano i ministeri, che scrivono: "Si segnala, come già in sede di verifica di IV trimestre 2021, che la copertura del disavanzo
pregresso è stata possibile grazie ad una maggiore disponibilità di risorse del 2021 e al ritardo degli interventi che avrebbero dovuto essere messi in atto per l’erogazione dell’assistenza sanitaria. Si rileva nuovamente che la determinazione di un avanzo di gestione sul 2021 di entità tale da coprire anche il disavanzo pregresso, è indicativa di una non corretta gestione delle risorse assegnate dallo Stato per l’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza (LEA)".
E poi è sottolineato come il "complessivo finanziamento del servizio sanitario che, peraltro, risulta in incremento dal 2019, a prescindere dal Covid e a cui vanno aggiunti anche i finanziamenti Covid, oltre ai contributi aggiuntivi erogati dallo Stato per gli ulteriori costi emergenziali rappresentati dalle regioni".
La burocrazia ministeriale ha tirato le orecchie anche per il ritardo nella trasmissione dei dati: "rappresentano - si legge nel verbale della seduta del 9 novembre - che la data di scadenza a NSIS dei modelli economici era prevista per il 15 settembre 2022 (data aggiornata per il solo 2022 dall’articolo 11-ter del decreto legge n.
4/2022); la struttura commissariale ha pertanto trasmesso le informazioni con più di un mese di ritardo. Inoltre, risulta l’ultima regione italiana ad aver depositato i dati contabili relativi al consolidato regionale del Consuntivo 2021". (g.r.)
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