Il commento del segretario regionale dell'Anaao Assomed sul rapporto Crea e sul numero dei tamponi in Calabria
14 ottobre 2020 21:44Il servizio sanitario regionale calabrese è la maglia nera nell'VIII rapporto Crea (Centro per la ricerca economica applicata in sanità).
Desolatamente in coda alla classifica della graduatoria 'Performance regionali', peggiora rispetto alla precedente edizione quando era terz'ultima davanti a Campania e Sardegna. Il punteggio ottenuto è pari al 33% di performance. In testa ci sono Trento, Bolzano ed Emilia-Romagna, all'estremo opposto poco meglio della Calabria fanno Sicilia e Campania. Il report non è sovrapponibile alla Griglia Lea del ministero della Salute, ma piuttosto guarda alla Performance dal lato della domanda (ovvero dei cittadini), non dell’offerta (pubblica) di servizi. Il progetto (con un panel di cento esperto) ha quindi la finalità di rappresentare una modalità “terza” di valutazione dei livelli di tutela e promozione della salute effettivamente disponibili a livello regionale.
Commentando il report, il segretario regionale dell'Anaao Assomed, Filippo Maria Larussa: "E' l'ennesima prova dello stato comatoso della Sanità calabrese. Serve un intervento straordinario non più rinviabile da parte del Governo".
E passando all'emergenza Covid, Larussa è preoccupato per il basso numero di tamponi in proporzione alla popolazione, a differenza delle altre regioni dove l'attività di screening sta aumentando in maniera considerevole. "Non si canti vittoria per i 'soli' 60 contagiati del bollettino di oggi, con 2.400 tamponi in rapporto alla popolazione e con una media -nazionale- di positività al 5% c'è il concreto rischio di un elevato sommerso di contagi in Calabria".
"Santelli si attivi -incalza Larussa-. Approfitti della fortunata circostanza che i numeri ancora sono sostenibili, sia pure con tamponi molto ridotti rispetto alle altre regioni in rapporto agli abitanti. San Francesco di Paola potrebbe prendersi una pausa, nella veglia salvifica che ha graziato finora la Calabria. Ed allora non basterebbero né Muccino né Minoli ad evitare l'ecatombe". "Si attivi - prosegue ancora-, potenziando la rete dei laboratori pubblici, da terzo mondo sulle fasce costiere tirreniche e joniche di Reggio Calabria e soprattutto Cosenza, dove la Virologia dell'Annunziata copre da sola 800.000 persone con ritmi da lavoro degne delle piantagioni di cotone degli Stati del Sud".
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