Per l'associazione culturale "la verità è che Gaudio aveva capito che sarebbe finito in un tritacarne mediatico visti i suoi poco gratificanti precedenti e, poiché era in attesa di giudizio per il caso “concorsi truccati”, rischiava di venir fuori con le ossa rotte e senza archiviazione del caso"
18 novembre 2020 18:07"Dilettanti e incompetenti, sono questi gli aggettivi che descrivono il Governo Conte che in questi ultimi giorni ha dato il peggio di se. Una figuraccia dopo l’altra, un’umiliazione continua per la Calabria e i calabresi". Così in una nota stampa dell'Associazione Culturale Catanzaro in Movimento. "L’ultima in ordine di tempo - prosegue - quella che ci ha fatto fare Eugenio Gaudio e Ida Cavalcanti da Cosenza. Basta navigare su internet per capire chi è l’ex Magnifico Rettore della Sapienza e che cosa ha combinato in questi anni".
"Ha ragione il consigliere Eugenio Riccio: “Gaudio e la Cavalcanti devono chiedere scusa a Catanzaro e ai calabresi”. I coniugi cosentini - ribadiscono dall'associazione - sono l’emblema di una Calabria che non piace. Arrivisti e arrampicatori sociali al punto tale da rinnegare se stessi e la loro terra. Una vergogna nella vergogna che rende uno scherzo da ragazzi persino l’inchiesta sui concorsi truccati all’Università di Catania nel quale è indagato lo stesso Gaudio. Ma le “brutte” notizie non finiscono qui. Se si cerca su internet per capire chi sono i coniugi Gaudio spunta anche lo strano caso del figlio dell’anatomopatologo di Cosenza che ha vinto un dottorato di ricerca in modo molto discutibile, per un bianchetto. E che dire della Cavalcanti, una cosentina doc che non doveva affatto venire ad abitare a Catanzaro visto che poteva starsene a Cosenza mentre il marito faceva il pendolare “dorato” con uno stipendio da 9mila euro al mese e tanti altri benefit".
"La verità è che Gaudio aveva capito che sarebbe finito in un tritacarne mediatico visti i suoi poco gratificanti precedenti e, poiché era in attesa di giudizio per il caso “concorsi truccati”, rischiava di venir fuori con le ossa rotte e senza archiviazione del caso (sic!). Ed ecco la “genialata”: “mia moglie non si vuole trasferire a Catanzaro” una “bischerata”, direbbero in Toscana, capace solo di infangare la nostra terra. E dopo Cotticielli e Zuccatelli - conclude la nota di Catanzaro in movimento - ecco a voi Gaudio e la Cavalcanti. Povera Calabria, povera Italia. In un altro Paese europeo il potentino Speranza si sarebbe già dimesso, ma la moglie del Ministro non vuole tornare a Potenza. Mal comune, mezzo gaudio".
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