di GABRIELE RUBINO
L'unico punto fermo nella grande confusione sulla Calabria zona rossa è l'assenza di una chiara e incontestata catena di comando. Il valzer fra commissario ad acta, commissari straordinari delle aziende, commissario nazionale per l'emergenza, soggetto attuatore e suoi delegati ha fatto girare la testa. Le dimissioni di Saverio Cotticelli sono arrivate perché soltanto nel corso della trasmissione Titolo V avrebbe scoperto di dover redigere il piano Covid, poi più tardi se ne è uscito dicendo che lo aveva adottato e sta 'indagando' sul perché aveva detto di 'no'. Peccato che anche questa ricostruzione sia sbagliata.
LE COMPETENZE PRECISATE DAI MINISTERI A INIZIO OTTOBRE- Del programma operativo Covid aveva sentito parlare già prima del 27 ottobre, ossia la data del parere del Mef e del ministero della Salute letto in tivù. Già nel corso della due giorni di fuoco (8 e 9 ottobre) sulla verifica dell'attuazione del piano di rientro i funzionari da Roma in videoconferenza gli avevano spiegato che spettava a lui redigerlo. Il verbale della discussione parla chiaro: "Tavolo e Comitato, pertanto, ribadiscono che nelle regioni sottoposte a piano di rientro e commissariate, il potere-dovere di predisporre e adottare il programma operativo covid-19, compete esclusivamente alla struttura commissariale, rientrando negli “atti organizzativi e gestionali” che la normativa richiamata riserva in via esclusiva al commissario ad acta designato. Si invita, pertanto, la struttura commissariale a trasmettere, con ogni sollecitudine, il Programma Operativo per la gestione dell’emergenza COVID-19".
IL PROGRAMMA OPERATIVO COVID NON E' SOLO IL PIANO DELLE INTENSIVE- Il vero nodo è che forse Cotticelli non ha capito nemmeno cosa fosse. Questo programma operativo non è semplicemente il piano di potenziamento delle terapie intensive e sub-intensive e quello della rete territoriale, che poi si è ricordato di aver approvato con, rispettivamente, i Dca 91 e 103. E' un'altra cosa. Poteva intuirlo visto che hanno riferimenti normativi diversi, i secondi sono contenuti nel decreto Rilancio di maggio, il primo nel decreto Cura Italia di marzo. Il programma operativo Covid spiega il verbale del Tavolo Adduce: "racchiude tutti gli interventi adottati e da adottarsi per l’emergenza Covid con riferimento alla programmazione sanitaria regionale". Approvvigionamenti, ulteriore programmazione sugli ospedali (ad esempio area medica) e non solo quindi le intensive. Anche perché è chiaro il fine del decreto di tenere da una parte la contabilità del Fondo sanitario "ordinario" da quella speciale dedicata al Covid-19.
SPETTA AL COMMISSARIO AD ACTA E NON AL PRESIDENTE DELLA REGIONE- Cotticelli aveva posto a luglio il quesito ai ministeri perché a suo avviso "la relativa gestione sarebbe stata già posta in essere dal soggetto attuatore", cioè dal presidente della Regione. I ministeri gli spiegano però: "La normativa in forza della quale la Presidente della Regione Calabria è stata designata soggetto attuatore dal Capo della Protezione Civile deve cedere necessariamente il passo, in ogni caso e per il criterio della specialità, alla normativa che disciplina la figura straordinaria del Commissario per l’emergenza COVID-19".
LEGGI QUI LE ACCUSE DI COTTICELLI AL DG BEVERE E AL DIPARTIMENTO
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