"La pandemia da Covid-19 è stata la tragedia più grande dal dopoguerra per gran parte di quella umanità che si sentiva oramai tranquilla ed in pace, in un benessere economico conformato ad uno stile di vita consumistico, nutrita d’informazioni talora non colte da fonti Istituzionali (OMS/ECDC/ISS/Ministero Salute/Regioni/Università) con gli effetti negativi dell’ Infodemia, l’incremento di stress e paure anche in soggetti non fragili", il Rotaract Club di Catanzaro inizia così la sua riflessione sul periodo epidemico che stiamo vivendo.
"Meno duro è stato forse lo shock per quelle nazioni da sempre povere e sfruttate, ove l’arrivo di una nuova infezioni non ha aggiunto particolare peso ad una situazione sanitaria già grave. Il Covid ha comunque reso più complesse le tante malattie infettive; tra queste la malaria (da pochi mesi avviate le prime vaccinazioni in alcuni paesi sub-sahariani ), l’HIV/Aids (alcuni paesi come l’Uganda hanno attivato la distribuzione di farmaci salvavita antiretrovirali) ed altre patologie su cui c’è ancora molto da fare anche perché mietono sempre più vittime in età infantile. Rimangono quindi ancora importanti e non superati i Reparti di Malattie Infettive in tutto il mondo ed anche nel territorio italiano; la politica e le amministrazioni con senso di responsabilità, ancor più alla luce di quanto appreso dal periodo del Covid, dovrebbe potenziare tali reparti, prevedendo almeno un Centro di riferimento di Malattie Infettive-Covid ” posto nel luogo più naturale che è il Policlinico Universitario", questa la presa di posizione del Rotaract Club di Catanzaro.
Continua, poi, la riflessione: "Secondo gli utili dati dell’ OMS, nel mondo sono circa 30 milioni le persone interessate da Covid-19, circa venti milioni le guarigioni, un milione circa i morti (942.735) ; in Europa sono confermati oltre 5 milioni di casi (5.101.067) con circa 230 mila morti (228.834). In Italia sono circa 300 mila i casi totali, circa 217 mila i guariti, quasi 36 mila i decessi tra i malati. Circa 30 mila operatori sanitari contagiati in Italia, oltre 170 i medici e circa 50 gli infermieri morti in campo di battaglia; in carenza di una gestione dell’ emergenza e della prevenzione; in un servizio sanitario che ha mostrato gravi deficienze specie in quel Nord più attrezzato, mentre il Sud si è dovuto attrezzare in tutta fretta per fronteggiare il Covid per come è successo in una Calabria non preparata che si è dovuta poggiare sulla buona volontà e professionalità di Professori Universitari, Medici Ospedalieri; in una Sanità che funziona a scomparti regionali con grandi differenze ove ognuno ha storie e risorse diverse, in una Calabria ove lo stato ha costruito pochi Ospedali e dalla Sanità Commissariata per problemi aziendali/regionali/centrali; in una grave carenza di personale sanitario e dei servizi della medicina ospedaliera e territoriale; dalle poche risorse destinate in Italia (rispetto all’Europa) alla tutela della salute, ancor meno al Sud che paga un gap che la finalità dell’istituzione del SSN nel 1978 non ha mai colmato; ma soprattutto alla formazione di giovani nelle varie Scienze sanitarie, preparati presso i Policlinici Universitari , luoghi ove si coniugano studio e ricerca, confronto tra i vari saperi, attività pratiche e preparazioni specialistiche".
"In tale contesto, nel periodo del Covid che ancora ci riserva periodi di incremento dell’infezione ed ulteriori novità, quale iniziativa di tutela, valorizzazione, potenziamento esprime la Calabria e la città di Catanzaro per il suo Policlinico di Germaneto? Per una struttura nuova, grande, moderna, con professori universitari di alto spessore, medici ospedalieri, infermieri, tecnici con grandi competenze, attrezzatura all’avanguardia, ed una grande potenzialità di elevare i Lea? E quale posto occupano gli studenti nell’idea di Università, quale impegno vi è verso gli universitari che frequentano la Facoltà di Medicina e Chirurgia residenti in Calabria o provenienti da altre Regioni che devono avere un Policlinico completo e funzionale, con insegnanti, aule, laboratori, Reparti completi perché avvenga la più alta formazione professionale , la più completa nelle varie discipline della medicina, sia durante gli studi Universitari che durante gli anni della Specializzazione?", questi i quesiti che si pone il Rotaract.
"Non possono essere depotenzializzate o chiuse delle Unità Operative al Policlinico di Germaneto, altrimenti vengono meno alcuni pilastri della formazione e gli studenti universitari potrebbero scegliere di andar via da Catanzaro, di preferire altre sedi con maggior offerta formativa. Molti dei tanti piani succedutisi sulla carta nel passato dalla politica/amministrazioni, andrebbero ancora rivisti, magari alla luce della pandemia da Covid-19,a quanti Reparti ed operatori sanitari sono stati di riferimento in una situazione critica che può ripresentarsi essendo anche preparati a nuove sfide. Il presidente della Regione Calabria ha avuto nel periodo iniziale e più critico dell’emergenza Covid la disponibilità di allestire un “nuovo reparto di terapia intensiva Covid-19” allestito nel Policlinico di Catanzaro all'interno dell'Unità operativa di Anestesia e Rianimazione; la Calabria si è sentita più risollevata e sicura", continuano nella riflessione.
Il Rotaract Club Catanzaro prosegue: "Diamo atto e ringraziamo quanti operatori sanitari con professionalità, sacrificio e senza timore, ma anche con spirito di volonatriato hanno fatto un ottimo lavoro nel Centro Covid del Policlinico, dato prestigio alla Struttura ed alla Calabria; (Professore Carlo Torti ordinario Malattie infettive, Professore Federico Longhini UO Rianimazione…. Ecc). Riteniamo ancora che si debba mantenere una Strutture Complessa Malattie Infettive al Policlinico, anche per dare merito al grande e serio lavoro svolto dal prof. Torti e dai suoi collaboratori in questi mesi; mantenere e potenziare la buona sinergia creatasi tra Rianimazione e Malattie Infettive anche per i pazienti con Covid. Non si comprende proprio come i pazienti COVID possano essere ricoverati al Policlinico se necessitano di Rianimazione e di Ossigenazione extracorporea ECMO, ma poi non possano aver anche al Policlinico un Reparto di Malattie Infettive anche per ragioni di continuità di cura e contenimento del rischio infettivo; non molto ragionevole l’idea che dopo il ricovero in rianimazione del Policlinico debbano essere trasferiti all’Area Medica dell’ospedale Pugliese".
E poi conclude: "Va forse trovata una giusta soluzione che potenzi e stabilizzi le Malattie Infettive del policlinico di Catanzaro, come Unità operativa Complessa dotata di idonei spazi, strumenti e personale. Bisogna avere paura delle malattie Infettive e rispetto per chi li combatte con professionalità ed abnegazione, bisogna aver rispetto degli Universitari e della loro formazione".
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