"Il governo del grande inciucio ha confezionato e approvato un emendamento, nell’ambito della conversione in legge del decreto Sostegni bis, che semplicemente sposta in avanti il termine per l’approvazione dei bilanci degli anni passati delle aziende del Servizio sanitario della Calabria". Lo afferma, il deputato di L’Alternativa C’è Francesco Sapia, che alla Camera siede in commissione Sanità.
22 luglio 2021 12:41
«Alla fine la montagna ha partorito il topolino. Il governo del grande inciucio ha confezionato e approvato un emendamento, nell’ambito della conversione in legge del decreto Sostegni bis, che semplicemente sposta in avanti il termine per l’approvazione dei bilanci degli anni passati delle aziende del Servizio sanitario della Calabria».
Lo afferma, in una nota, il deputato di L’Alternativa C’è Francesco Sapia, che alla Camera siede in commissione Sanità.
«Quindi – sottolinea il parlamentare – il problema è soltanto rinviato. Si tratta di una tipica soluzione all’italiana, che mortifica la Calabria e i calabresi, che conferma la volontà dell’esecutivo di utilizzare i commissari aziendali come capri espiatori, come figure per schermare i burocrati ministeriali rispetto alle loro responsabilità sui controlli dei conti della sanità calabrese».
«In parlamento avevo proposto – ricorda il deputato di L’Alternativa C’è – di ricorrere ai Servizi ispettivi di finanza pubblica, al fine di accertare i debiti e le perdite delle aziende sanitarie e ospedaliere della Calabria. Purtroppo non sono stato ascoltato, così gli accertamenti saranno effettuati, in vari casi, dagli stessi funzionari di sempre. Siamo all’assurdo e nessuno ha il coraggio di dirlo, di gridarlo, di denunciarlo».
«Continuerò – conclude Sapia – a combattere questa battaglia di verità e giustizia sociale nell’interesse dei cittadini calabresi, cui sono richieste tasse e ticket senza la possibilità di avere servizi sanitari adeguati, di contare su una sanità pubblica che dia risposte, che sappia frenare l’emigrazione dei malati e i viaggi della speranza, che sia nelle condizioni di ridurre le gravi diseguaglianze rispetto alle strutture del Centro e del Nord dell’Italia».
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