di GABRIELE RUBINO
Il consuntivo del 2020 si è chiuso con un disavanzo lordo di 123,3 milioni di euro. Quello netto invece è pari 77,4 milioni di euro. E' quanto emerge dall'ultimo verbale del tavolo interministeriale di verifica sull'attuazione del piano di rientro della sanità calabrese.
Cifre, c'è da precisare, in miglioramento rispetto ai pesanti scostamenti degli anni precedenti ma che di certo testimoniano come i conti della sanità regionale siano ancora fragilissimi e non certo sulla via della guarigione. Per capire quanto pesino le zavorre del passato si deve scendere nel dettaglio.
I 123,3 milioni di disavanzo lordo sono 'coperti' dalle tasse 'ordinarie' con un gettito di 100,5 milioni di euro (anno d'imposta 2021), dalla quota sociale del bilancio regionale per le prestazioni socio-sanitarie per 8,6 milioni e poi - visto che le beffe non finiscono mai per i contribuenti calabresi- da altri 50,5 milioni di extra aliquote (cioè la maggiorazione di Irap e addizionale all'Irpef regionale sempre anno d'imposta 2021) scattata quando il conto economico calabrese deragliò, ossia nel 2018 e nel 2019.
Quei due anni fanno tuttora zampillare sangue. Infatti, se le coperture sopra indicate portavano ad un avanzo di circa 34,4 milioni risulta ancora non coperto un deficit da 111,8 milioni di euro che è stato portato a nuovo. Da qui il disavanzo netto da 77,4 milioni.
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