Il Tavolo di verifica sull’attuazione del piano di rientro della sanità calabrese, previsto per giovedì scorso, è stato rinviato all’inizio di agosto. Probabilmente della delegazione regionale a Roma farà parte il nuovo sub-commissario Maria Crocco al posto del dimissionario Thomas Schael, a sua volta dato in pole come commissario dell’Asl unica in Sardegna. Forse questo era almeno uno dei “motivi personali” per cui l’ingegnere di origini tedesche ha lasciato l’incarico dopo appena sei mesi. Ad ogni modo, aver ricoperto la poltrona “tecnica” della struttura commissariale con una nuova figura, affianco a quella di “rappresentanza” del commissario Cotticelli, non risolve per magia le patologiche difficoltà del servizio sanitario regionale. In queste settimane, le ansie si concentrano perlopiù sulla chiusura del bilancio 2018, che sarà proprio l’oggetto della riunione del Tavolo Adduce (dal nome della dirigente del Mef che lo presiede). Lo slittamento di un paio di settimane servirà a fare la classica operazione di raschiare il barile. Fino in fondo. Al netto di miracoli, le cifre ufficiose circolate negli ultimi giorni lasciano intravede uno squilibrio ancor più grave rispetto agli esercizi precedenti.
I DISAVANZI “NON DEFINITIVI” DI ASP E AZIENDE OSPEDALIERE- Consultando i dati della Ragioneria generale dello Stato aggiornati al 18 luglio- cifre che il Mef confronta con quelle fornite dalla Regione-, il disavanzo complessivo ammonterebbe a oltre 79 milioni di euro. Un rosso che già “sconta” la copertura delle extra-aliquote fiscali che per il 2018 valgono 100,3 milioni di euro. Si viaggia quindi verso un segno meno da circa 180 milioni. Un dato peggiore rispetto a quello del preconsuntivo di aprile (circa meno 169 milioni di euro), che è già costato ai calabresi la beffa dell’ulteriore incremento di Irap e Irpef ed aveva fatto attivare il blocco delle assunzioni, poi scongiurato con un emendamento al testo originario del Decreto Calabria. Si tratta di numeri parziali anche perché, salvo poche eccezioni, non tutte le aziende hanno deliberato l’adozione del bilancio. Fra gli ospedali, c’è un bel buco a Catanzaro: Pugliese-Ciaccio (già approvato) a -20,5 milioni e Mater Domini a -21,1. In lieve attivo, sarebbero l’Annunziata di Cosenza (21 mila euro) e il GOM di Reggio (242 mila euro). Fra le aziende sanitarie provinciali si prefigura un’autentica voragine, di nuovo, a Catanzaro con l’aggiunta di Cosenza. Il rosso sommato delle due Asp arriva quasi a sfiorare i 110 milioni di euro: 57,5 a Cosenza e 52 a Catanzaro. Male anche l’Asp di Crotone con – 30,2 milioni, mentre l’Asp di Vibo (approvato ma senza documenti consultabili) è sostanzialmente in pareggio. Manca, ovviamente, la “nebulosa” indefinita dell’Asp di Reggio Calabria: il wormhole che potrebbe inghiottire tutto.
IL “GRAVAME” SUI NUOVI COMMISSARI CHE ANCORA DEVONO ARRIVARE- Magari con qualche aggiustamento contabile si riuscirà a rendere il passivo definitivo meno pesante. In ogni caso, è per grandi linee questa la realtà dei numeri con cui si dovranno confrontare il sub-commissario Crocco e, soprattutto, i vari commissari straordinari delle Asp e aziende ospedaliere, nominati dal governo, che arriveranno alla spicciolata. Di questi, l'esecutivo nazionale finora ne ha indicati soltanto tre: Gilberto Gentili all’Asp di Crotone, Giuseppina Panizzoli all’Annunziata di Cosenza e Isabella Mastrobuono al Pugliese-Ciaccio di Catanzaro, che voci di corridoio danno in arrivo la prossima settimana. All’appello ne mancano altri quattro o addirittura cinque se non prevarrà la linea del commissario unico per i due ospedali di Catanzaro. I ritardi e le difficoltà nel convincere manager di rilievo a venire in trincea per battersi per la causa della sanità calabrese (insorte pure dopo le modifiche in Parlamento al Decreto Calabria sui bonus aggiuntivi, diventati più “contenuti”) sono solo l’antipasto di quanto ingarbugliata sarà la gestione di Asp e aziende ospedaliere nei prossimi mesi. Nessuno avrà la bacchetta magica. (g.r.)
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