La Sanità in Calabria torna a far discutere, su La7, a Non è l'Arena, programma condotto da Massimo Giletti, lo stesso nel quale, alcuni giorni fa, era stato ospite l'ex commissario ad acta, Saverio Cotticelli, con gravi rivelazioni sulla stesura del piano Covid e sulle dinamiche di bilancio del sistema sanitario calabrese. "Ci sono intrecci tra politica, massoneria e 'ndrangheta, questo è innegabile", ha detto il conduttore in apertura. Poi ha passato in rassegna gli scandali che hanno coinvolto Domenico Pallaria - ex numero uno della Protezione Civile regionale - Ninò Spirlì, presidente della giunta, lo stesso Cotticelli e l'attuale commissario Giuseppe Zuccatelli, già legato alla gestione dell'azienda ospedaliera "Mater Domini" di Catanzaro.
Ad intervenire, in apertura, anche una ragazza, Jessica Cosenza, che con FEM.IN. aveva incontrato, mesi addietro, proprio Zuccatelli, nel momento in cui è stato girato il video scandaloso sulla teoria dell'inutilità delle mascherine. "Avevamo chiesto un incontro a Zuccatelli per parlare di ambulatori in tempi di pandemia. Andavamo a chiedere l'apertura notizie sull'apertura degli ambulatori", ha spiegato Cosenza. "Zuccatelli ha fatto il bello e il cattivo tempo durante tutto il primo lockdown", ha continuato, parlando anche di problemi legati alle speculazioni di cliniche private. Ad intervenire sul caso Zuccatelli anche il parlamentare Gianluigi Paragone. "Il lottizzato Zuccatelli messo lì dal lottizzatore Speranza". le parole di accusa di Paragone. "Zuccatelli ha mandato un link, al cellulare del giornalista che lo cercava, in cui allega un articolo in cui nega ancora l'utilizzo delle mascherine. Significa che insiste con la sua convinzione", spiega.
Presente in trasmissione anche il presidente della commissione antimafia, Nicola Morra. "Bisogna fermare le infiltrazioni della 'ndrangheta. Puntare su Gino Strada e su Emergency per salvare la Calabria. Bisogna avviare un'interlocuzione con Gino Strada. Se ci sono due aziende sanitarie regionali sciolte per mafia qualcosa vorrà dire", continua Morra. Il senatore 5 stelle, però, è stato interrotto dalle critiche di Paragone sul governo centrale. "Morra, sei in buona fede, ma fai parte di un governo di sistema, che non ha paura di cambiare il sistema. Lo abbiamo visto con i Benetton, con Mps, con Gino Strada. Quante prove vuoi ancora? Senza volontà del governo la situazione non potrà cambiare", ha detto. Alle accuse Morra ha replicato: "Siamo disposti a non firmare in Senato il decreto Calabria, qualora dovessero mancare elementi importanti e il coinvolgimento di Strada", ha detto.
Spazio poi a Lino Polimeni, che ha ricordato l'operazione della Procura di Catanzaro, "Cuore matto", che garantiva il sequestro di 10 milioni di euro alla clinica privata "Sant'Anna". "La Calabria è ridotta così perché negli ultimi 25 anni se la sono mangiata", ha esordito Polimeni, ricordando anche lo scandalo della fondazione "Tommaso Campanella", che doveva occuparsi di ricerca, ma che come ha ricordato il giornalista di Articolo 21 "è diventata un postificio per la politica". Nicola Morra, intervenendo sulla questione, ha ricordato il nome di Antonio Belcastro, tra le figure implicate nella gestione di quella fondazione, già incontrato nelle vicende della gestione della sanità.
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