Lunedì 24 agosto, dalle 10 alle 12, anche a Reggio Calabria si terrà un presidio di lavoratori della sanità privata, organizzato dalla Cisl Fp, si svolgerà davanti alla Prefettura di Reggio Calabria per protestare contro il mancato rinnovo del contratto nazionale, scaduto ormai da più di 14 anni. La stessa si svolgerà nel rispetto delle normative in tema di distanziamento sociale ed utilizzo dei DPI idonei e coinvolgerà un numero ristretto di partecipanti al fine di evitare ogni tipo di assembramento.
L'appuntamento del 24 agosto è Nazionale e coinvolgerà contemporaneamente le federazioni della Funzione Pubblica di Cgil, Cisl e Uil, di tutte le regioni d'Italia. Lo stato d’agitazione proseguirà con assemblee e presidi presso le strutture di Aiop ed Aris dal prossimo 31 agosto, sino ad arrivare allo sciopero generale.
"Ieri 'eroi' e 'angeli' nella lotta contro il coronavirus, oggi dimenticati dai datori di lavoro riuniti nelle associazioni Aiop ed Aris. Ancora più grave - scrive Vincenzo Sera, segretario generale della Cisl Funzione Pubblica - il fatto che, dopo averli illusi con la firma della preintesa lo scorso 10 giugno, li abbiano in seguito scaricati rifiutandosi di apporre la firma definitiva al rinnovo del Ccnl, cosa questa mai accaduta in tutta la storia delle relazioni sindacali".
" Non si può più rimandare - continua Sera- l'emergenza sanitaria che ci ha investito negli ultimi mesi ha dimostrato chiaramente che i lavoratori della sanità privata, hanno diritto alle stesse garanzie e alle stesse tutele dei colleghi della sanità pubblica, la loro dignità professionale non può essere calpestata ulteriormente, non ci fermeremo di fronte a questo ennesimo atto inqualificabile e mai visto in precedenza. Inoltre - conclude Sera - non ci fermeremo sino al rinnovo del contratto e solleciteremo le Istituzioni Regionali a rivedere gli accreditamenti, attraverso le nostre strutture Regionali perché è inammissibile che i datori di lavoro, dopo tutte le garanzie, economiche e giuridiche, ottenute continuino a sfruttare e sottopagare i lavoratori continuando a ricevere soldi pubblici".
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