Sanità pubblica, Ennio Curcio: “La realtà supera l'immaginazione”

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L'avvocato Ennio Curcio
  25 luglio 2025 08:05

di ENNIO CURCIO

Ormai è cronaca quotidiana di "malasanità", ma quanto accaduto al Policlinico universitario di Catanzaro, è un "unicum". I fatti dei  giorni scorsi, raccontano di una paziente che, colpita da malore cardiaco mentre si trovava al Policlinico universitario, anziché essere prontamente ricoverata nel locale reparto di cardiologia veniva, invece, trasportata in ambulanza all'ospedale ex Pugliese di Catanzaro.

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Non siamo su "scherzi a parte" è accaduto davvero! Se ti viene un "attacco" di cuore e ti trovi al Policlinico universitario, puoi anche morire perché non possono intervenire, nonostante ci siano ottimi cardiologi magari dietro la porta accanto.
Se non fosse una tragedia, verrebbe da ridere ! 
Al netto della indubitabile "spoliazione" della sanità catanzarese, per colpa di una certa politica regionale, bisogna interrogarsi seriamente sul ruolo della facoltà di medicina di Catanzaro, senza un reparto di emergenza- urgenza. Un'anomalia tutta catanzarese, figlia 
dell'epoca in cui tutti i professori erano "baroni" pendolari da altre regioni e non volevano avere i "fastidi" di un pronto soccorso, con turni di reperibilità.

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Un privilegio che , implicitamente, viene ancora avallato dalla Regione Calabria che continua a pagare l'università per i posti letto, anziché per le prestazioni fornite. Basterebbe cambiare questa convenzione, per interrompere una situazione vergognosa ed anche umiliante per i tanti ottimi medici che operano nel Policlinico di Catanzaro.
Finalmente si avrebbe il secondo pronto soccorso a Catanzaro, garantendo cure immediate ed adeguate. Ma si vuole davvero migliorare la sanità o invece solo garantire lobby e clientele; perché la sanità in Calabria è la prima fonte di reddito dei tanti "predoni" che la saccheggiano ogni giorno, a scapito della nostra vita.Credo che il commissario Roberto Occhiuto abbia gli strumenti politici e giuridici per agire, al netto della tante difficoltà che pur esistono, visto il taglio della spesa pubblica a favore di cose più "importanti", come sarebbe il Ponte sullo stretto di Messina; oppure le armi per difenderci, senza una difesa unica europea, dal nemico Putin.
Senza "scomodare" questi temi, altrimenti si finisce sempre, come suol dirsi, con il buttare "la palla in tribuna", si inizi dal cambiare la convenzione tra Università e Regione Calabria e magari si risparmieranno anche soldi, evitando di spendere 400 milioni all'anno per la "migrazione " dei calabresi verso altre regioni meglio organizzate. 

Alle volte viene da chiedersi se "questi" che amministrano la sanità in Calabria, siano del "mestiere" ?
Domanda retorica, i risultati parlano chiaro, è un disastro.

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