Sanità, quando la burocrazia rallenta le cure: la testimonianza di Marianna Sodaro
27 maggio 2025 11:28
di MARIANNA SODARO*
Dopo aver richiesto delle prescrizioni per il controllo della glicemia di mio padre, mi sono trovata invischiata in un assurdo iter burocratico che ha richiesto ben tre visite all’ospedale Umberto I per ottenere qualcosa che avrebbe dovuto essere immediato. Alla prima visita, mi è stato detto che non c’erano più numeri disponibili per richiedere la ricetta, nonostante fossi arrivata nell'orario di lavoro. Senza alcuna flessibilità né volontà di trovare una soluzione, mi è stato imposto di aspettare una telefonata per sapere quando avrei potuto ritirarla, lasciandomi in balia di un sistema inefficiente e poco trasparente.
Alla seconda visita, finalmente, mi è stata fornita l’impegnativa. Tuttavia, una volta giunta in farmacia, ho scoperto che mancava un timbro essenziale segno evidente di superficialità e scarsa attenzione da parte del personale. Avrebbero dovuto assumersi la responsabilità dell’errore, invece di accampare scuse, come se non fosse il risultato di un lavoro svolto con evidente negligenza.
Così, ho dovuto fare una terza visita per ottenere ciò che mi spettava fin dal primo momento. Questa vicenda non solo ha sottratto tempo ed energie preziose, a me che mi occupo di due invalidi, ma ha anche messo in evidenza una preoccupante combinazione di incompetenza e arroganza da parte di chi dovrebbe garantire un servizio efficiente e rispettoso dei cittadini.
È inaccettabile che chi ha bisogno di cure debba confrontarsi con ostacoli inutili e atteggiamenti presuntuosi. Semplificare le procedure e garantire maggiore professionalità e rispetto da parte degli operatori sanitari dovrebbe essere una priorità assoluta.
Mi auguro che questa mia testimonianza serva a sensibilizzare le istituzioni su una questione che riguarda tutti noi.
*SINISTRA ITALIANA
.gif)
