Sanità. Riccio: "Zuccatelli offende i medici, la Cgil lo plaude e l’ordine resta in silenzio"
Eugenio Riccio
"Ci indigna il silenzio dell’ordine dei medici, guidato da una persona come Enzo Ciconte e la difesa della Cgil medici, che una volta difendeva i lavoratori, ora il padrone".
13 novembre 2020 16:10"Abbiamo letto e purtroppo ascoltato le dichiarazioni di Giuseppe Zuccatelli sui suoi colleghi medici. Perché di questo sei è trattato, un giudizio sprezzante su una categoria di specialisti, secondo lui, che non sappiamo a questo punto se il medico lo abbia mai fatto, che non sarebbero degni neanche della parola".
Lo si legge in una nota del consigliere comunale di Catanzaro, Eugenio Riccio.
"Eppure Zuccatelli, di fede democratica, dovrebbe predicare la tolleranza, l’accoglienza, la democrazia. E invece no. Si comporta - sottolinea - come il peggiore dei despoti, parla come se fosse il solo detentore della verità. Non accetta il contraddittorio con i giornalisti. Scappa, si trincera, contratta la poltrona, sputa nel piatto in cui mangia, la politica appunto, e sporca il suo camice bianco, qualora lo abbia mai indossato, con affermazioni indegne su gente che, al contrario di lui, sta lottando da quasi un anno. Con tutti i limiti e gli ostacoli che quella politica, che a lui ha dato una comoda poltrona su cui sedersi, sta ponendo all’attività di tutto il personale degli ospedali".
"Ma ancor più che Zuccatelli, ci indigna la difesa di corpo di un sindacato come la Cgil medcici che una volta difendeva i lavoratori (a proposito i medici sono dei lavoratori) e
oggi difende - afferma - il padrone, con prese di posizione incomprensibili, stando a quanto emerge sulla figura del commissario, fino ad
oggi duplicato da
domani Uno e trino".
"E ci indigna - aggiunge - il silenzio dell’ordine dei medici, guidato da una persona come Enzo Ciconte che è cresciuto tra il giuramento di Ippocrate e le segreterie di partito e al momento pare abbia scelto queste ultime, non avendo speso una sola parola contro al mortificazione di una categoria di fatto trattata a pesci in faccia. Se pure il nostro dovesse restare l’ultimo anelito di indignazione, continueremo a dire, passo passo e punto punto, tutte le storture di un sistema vestito di democrazia e armato di tirannia".