di ALFREDO SERRAO*
C’è una vergogna conosciuta nella città di Catanzaro, che passa volutamente come inosservata dalla politica cittadina e da quella politica sanitaria, certamente perché non sposta consenso elettorale oppure perché non accende le luci del palcoscenico, per quanti sono abituati a fare “le buone azioni” con gli applausi di ritorno…
Questa vergogna ha un nome, un suo indirizzo ed una sua caratteristica specifica. E’ la Farmacia territoriale dell’Asp di Catanzaro, che si trova allocata in una zona della città difficile da raggiungere una specie di cantiere/cimitero ex industriale, ma soprattutto non sembra rispondere alle esigenze sanitarie – in termini di garanzie – e sociali. Però tutti tacciono, tace la politica impegnata ad illuminare le ciminiere vicine e, tace la politica sanitaria che governa in modo “straordinario” l’Asp di Catanzaro, quella scoperta di essere stata(?) collusa con le infiltrazioni di mafia.
Quello che fa più male al cuore ed all’anima è scoprire che questa città – Catanzaro – sia diventata banalmente superficiale, ma colpevolmente ipocrita. Tutto ciò che conta è fare “coriandoli”, fare finta di stracciarsi le vesti solo per dare l’idea dell’impegno, quello che sparisce un attimo dopo che sono andati via giornalisti e fotoreporter, perché sembra essere questa la “regola” di chi governa, senza nessuna vergogna.
Chi purtroppo deve recarsi presso la Farmacia territoriale dell’Asp di Catanzaro, quella specie di letamaio a cielo aperto, è gente che ha incrociato la malattia, quella seria e che, sul riconoscimento di una patologia e di un bisogno – i famosi piani terapeutici – accede ed aspetta “fuori da locali” inadatti, al freddo, alla pioggia e pure al caldo, certamente in ragione delle regole Covid, ma indubbiamente anche in ragione di strutture che hanno il sapore dell’ultimo appello e che ripropongono un quadro di disastro civile e morale.
E’ chiaro che il problema non interessa a nessuno, nemmeno ai “prefetti” dell’Asp di Catanzaro che governano senza leggere i giornali e che, pur sapendo…stringono le spalle forse perché parliamo di persone – non di oggetti o animali – che hanno una data di scadenza prossima? Noi non vorremmo credere che sia così! Certamente perché la vita potrebbe non escludere nessuno, anche chi oggi è distratto, ma perché in questo modo ci mettiamo sotto i piedi tutte le regole di convivenza civile e di morale cristiana e, la malattia assume la connotazione di un “disturbo”, la rilettura di una nuova legge della razza 2.0…
In ultimo, ma mai ultimo richiamiamo l’attenzione del sindaco Abramo, la massima autorità sanitaria della città di Catanzaro, perché intervenga lui con i suoi buoni uffici presso i “prefetti” dell’Asp cittadina, ricordando loro che la salute è un bene da difendere come valore costituzionale e non già, da nascondere in un ghetto della città…capoluogo di regione!
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