Sanità. Spunta l'emendamento al decreto Calabria che salva i commissari Asp (e Longo) sui bilanci

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  21 luglio 2021 17:07

di GABRIELE RUBINO

Approvazione dei bilanci degli esercizi già conclusi entro dodici mesi e niente decadenza automatica in caso di inadempienza. E' quanto prevede un emendamento al Decreto Semplificazioni bis in via di conversione alla Camera dei deputati (da oggi in Assemblea) e che interviene in maniera netta su uno dei punti più controversi del Decreto Calabria 2. L'effetto: si salvano i due commissari dell'Asp di Cosenza, Vincenzo La Regina, e dell'Asp di Reggio Calabria, Gianluigi Scaffidi, e per il commissario ad acta Guido Longo viene meno un impiccio non da poco su cui era stato sostanzialmente rimasto inerte nonostante una norma chiarissima, per quanto discutibile nei contenuti. 

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GLI OBBLGHI SUI BILANCI E LA DECADENZA- La versione originaria del Decreto Calabria 2 disponeva che l'obbligo principale dei commissari straordinari di Asp e aziende ospedaliere fosse l'adozione degli atti aziendali e l'approvazione dei bilanci degli esercizi (quest'ultima inserita alla Camera) già conclusi entro novanta giorni dall'insediamento. Pena la decadenza automatica. A quel punto si attivava un meccanismo di sostituzione a catena: entro trenta giorni doveva provvedere il commissario ad acta e se anche quest'ultimo fosse rimasto fermo entro i successivi trenta giorni interveniva direttamente il ministero della Salute. Qualche mese fa, il Parlamento (con la conversione del Dl Riaperture) ritoccò la norma ma posticipando (al 31 ottobre) il termine posto a carico del ministero della Salute, lasciando però irrisolta la questione della decadenza dei commissari che non avevano approvato i bilanci e nemmeno l'obbligo venuto meno da Longo. 

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IL DETTAGLIO DELLE MODIFICHE- Adesso la questione sembra essere più chiara con l'emendamento all'articolo 42 (che istituisce il 42 bis) del Dl Semplificazioni bis a firma di Carnevali Elena, De Filippo Vito, Siani Paolo, Rizzo Nervo Luca, Pini Giuditta, Lepri Stefano (tutti del PD) con cui il termine per l'approvazione dei bilanci (e degli atti aziendali, in questo caso formalmente tutti i commissari risultavano adempienti) passa da novanta giorni a dodici mesi e viene meno la decadenza automatica come 'sanzione'. Salvi quindi Vincenzo La Regina e Gianluigi Scaffidi che certo non per proprie colpe non avevano potuto rispettare il termine dei tre mesi. Il primo si è visto piovere l'inchiesta 'Sistema Cosenza' dal quale sono emerse irregolarità contabili degli anni scorsi che ha scosso l'intera Asp (e non solo) e il secondo invece è finito all'Asp di Reggio, cioè l'ente pubblico italiano forse con la situazione economico-finanziaria più incerta e dissoluta in cui non sono stati approvati bilanci per anni. C'è 'grazia' anche per Longo che nel caso di mancata approvazione nemmeno entro i 12 mesi non sarà costretto a sopperire a sua volta.

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