"La sanità calabrese in preda ad un sistema di abbandono incontrollato o forse gestito per determinare situazioni a cui è difficile dare una svolta. Non è una questione di legalità ma è una questione di politica perversa e incapace di assumere le responsabilità di decisioni che non possono vedere un cieco affidarsi ad uomini che, seppur competenti e professionali nei loro settori di appartenenza, sono sempre uomini proposti come tali e, per giunta, soli al comando. Pur non avendo votato il primo né il secondo decreto Calabria, l’ultimo addirittura denominato di “rilancio della sanità calabrese”, mi sono esposta, con l’aiuto del mio partito, per la nomina immediata di un commissario alla sanità dopo le dimissioni del gen. Cotticelli presidiando l’ufficio della Cittadella regionale sommerso da un mare di carte. La sera stessa, è stato convocato un CdM straordinario e non previsto, che ha indicato la nomina del commissario Longo e così tutti i calabresi, felici o meno della nomina, hanno avuto quel vertice tanto atteso".
Lo scrive Silvia Vono (IV)
"A distanza di qualche mese però, a parte le difficoltà attribuibili alla gestione della pandemia che ha trovato impreparato il mondo e non solo la nostra regione, si apprende che le norme dispositive del decreto Calabria ad oggi sono state disattese e il commissario, l’ennesimo, si trova solo e sconsolato di fronte all’inerzia della politica regionale che, pur cambiando bandiera, non muta la propria idea sulla gestione del dipartimento tutela della salute che, nel corso degli anni e per i più vari accadimenti è stato svuotato di risorse e personale".
"È vero - scrive Silvia Vono - che il decreto Calabria prevede una specie di task force per il commissario ma non sono mai stata convinta che delle persone recuperate, attraverso comandi e utilizzi, senza vere competenze possano essere utili se non a creare ulteriore confusione in un settore dove la competenza gestionale e sanitaria è fondamentale. Avevo anche proposto degli emendamenti al decreto affinché si rispettasse la legge nella nomina dello stesso commissario che proprio ai sensi dell’art.25 septies del d.l.119/2018 deve rispondere a determinate caratteristiche di qualificate e comprovate professionalità ed esperienza di gestione sanitaria. In ogni caso sarò sempre presente, a difesa del nostro sistema sanitario per la tutela dei cittadini calabresi che hanno diritto alle cure come ogni cittadino italiano e, a fianco di chiunque lavori per il bene della Calabria interesserò i vertici nazionali per superare anche, una volta per tutte, il vero cancro calabrese: il dogma unico della Calabria illegale da curare".
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