di ALFREDO SERRAO*
Nell’immaginario collettivo, nel sentire dei cittadini calabresi e catanzaresi, l’Asp di Catanzaro e la triade commissariale che la dovrebbe traghettare verso la legalità dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose, appare come un nemico la cui ostilità resta a prescindere verso quanti hanno bisogno di cure e probabilmente non già contro eventuali infiltrazioni.
L’ultima ed ennesima denuncia del management della clinica Sant’Anna Hospital racchiude quel senso di preoccupazione che sembra una strategia di voler annientare un eccellenza sanitaria, defraudando definitivamente il diritto dei cittadini alla cura.
C’è poco da esercitarsi in disquisizioni di ordine costituzionale, tutte le strade sono state percorse, resta sul tappeto una volontà dell’Asp locale a non ottemperare alle sentenze pronunciate ed a continuare a resistere, aumentando il distacco dai cittadini e moltiplicando le criticità che sono state la causa della bocciatura degli ultimi due bilanci proposti alla struttura del commissario ad Acta.
L’impossibilità finanziaria provocata dall’Asp di Catanzaro che impedisce alla clinica Sant’Anna Hospital di assolvere ad un preciso compito sanitario previsto dall’accreditamento al SSR, è un fumus persecutionis che si concretizza in un interruzione di pubblico servizio causata, o ancora meglio una negazione al diritto alla salute ed alle cure.
E’ tempo che i commissari prefettizi dell’Asp di Catanzaro si assumano compiutamente le loro responsabilità senza farle ricadere come una mannaia sui cittadini, incominciando a risolvere il pagamento delle fatture alla clinica Sant’Anna Hospital, come sembrerebbe dalla comunicazione ricevuta in queste ultime ore dall’Avvocatura di Stato ad adempiere al pagamento di 6,4 milioni di euro per una sentenza ormai passata in giudicato.
Appare non legittimo continuare a resistere usando le tasche dei contribuenti, proponendo una compensazione di somme a saldo e stralcio su procedure che sono ancora in giudicato, ma che soprattutto hanno visto fino ad oggi l’Asp di Catanzaro sempre soccombente. Bisogna restituire certezza all’azione amministrativa ed in particolare i commissari prefettizi devono ottemperare ad un compito loro affidato, che certamente esula dal fare morire per un probabile strozzinaggio le realtà migliori della sanità calabrese.
*presidente associazione I Quartieri
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