di CLAUDIA FISCILETTI
Una fiaba che - forse - ha anche una morale ma che, soprattutto, vuole far ridere.
Checco Zalone, super ospite di Sanremo 2022 tanto preannunciato nei giorni scorsi, fa un monologo tutto made in Calabria. Una favola ambientata nella nostra terra in cui il comico, oltre a cimentarsi in un dialetto calabrese un po' maccheronico che mescola gli accenti di tutte le province, usa un'ironia basilare, di quella che suscita una risata un po' per inerzia e un po' per simpatia.
E no, non è una critica ad aver parlato della Calabria, ma alla comicità di Zalone. Solo a quella. L'intento dietro le sue battute era ottimo, smontare l'omofobia e farlo con uno degli strumenti più potenti: la risata. Il punto è che Zalone, a parte un sorriso temporaneo, non è riuscito a fare breccia e a rendere memorabile il suo monologo.
L'ironia facile di Zalone, tutto sommato, porta ad un discreto risultato finale, nonostante quelle battute che molti potrebbero considerare dissacranti. Interpreta un regnante omofobo, in una Cenerentola ambientata in Calabria, con una fata turchina (Fiorenza da Cosenza) che è riuscita a strappare una risata.
Zalone, quindi, prende un calderone e ci butta dentro tutti i temi caldi tanto discussi nel nostro bel Paese e nella nostra bella regione e che domani potranno far discutere l'opinione popolare quanto i media.
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