di FILIPPO COPPOLETTA
Per l'Italia inizia quest'oggi la Settimana Santa del Festival di Sanremo. Eventi, manifestazioni, programmi tv, tutto si ferma per puntare i riflettori sul teatro Ariston dove, da domani e fino a sabato 15 febbraio, andrà in scena la 75esima edizione del festival della canzone italiana con l'enorme bagaglio di cronaca e attualità che questo si porta dietro. Un evento che mette la musica al centro, contornandola, al contempo, da una serie indefinita di aspetti che dalla cultura arrivano alla politica e allo sport, senza però distogliere l'attenzione dai 29 artisti che animeranno le serate con i propri brani.
Tra questi, forse uno dei più attesi non solo dal suo popolo ma dall'intero Paese, c'è Dario Brunori (47 anni), orgogliosamente calabrese d'origine, al suo esordio su questo palcoscenico con il brano "L'albero delle noci", già in vetta alla classifica stilata dalla sala stampa che ha avuto modo di ascoltare il brano in anteprima. Ma non solo per i giornalisti. Anche per gli accademici della Crusca, quello di Brunori, è il testo migliore dell'intera kermesse. Insomma, se prima c'erano pochi dubbi su chi tifare, ora abbiamo anche la possibilità di sognare in grande. Un sogno che la Calabria condivide con una madre, ansiosa ed emozionata nel vedere il figlio all'Ariston. È la mamma di Dario Brunori che nei giorni scorsi ha voluto dedicare al figlio un'emozionante e toccante lettera fatta di ricordi, attese, persone, speranze. Parole che ogni madre scriverebbe col cuore vedendo concretizzare un sogno (forse più il suo che di Dario) che arriva al culmine di una carriera che guarda a Brunori come ad uno dei cantautori più autorevoli del panorama nazionale.
Se ci fosse la necessità di inventare una carta d'identità per il Festival di Sanremo, questa lettera potrebbe candidarsi con ottime possibilità di vincita. C'è tutto dentro: i primi anni della televisione, la condivisione di pronostici e apprezzamenti tra le mura di casa, la critica sugli outfit degli artisti, l'amore di una madre e quello di una moglie che oggi tanto avrebbe voluto fare il tifo per il figlio insieme al suo amato. Quest'amore, questa speranza, quest'ansia, oggi "Mammarella Brunori" li condivide tutti con il popolo che da casa come dall'Ariston tiferà per il figlio. Noi ci siamo!
"Quando arrivò il televisore in casa mia, ero una ragazzina. La felicità di quel giorno per tutti noi ancora oggi mi emoziona. Rolando saliva le scale con uno scatolone immenso e noi tutti dal pianerottolo ad aspettare con ansia quel televisore "Westinghouse". Così si chiamava. Lo aveva comprato mio fratello Dino per fare felice mamma e anche noi.
Solo un canale in bianco e nero, pochi programmi, ma la TV dei ragazzi con Rin Tin Tin, L’isola del tesoro, Stanlio e Ollio lo guardavamo sporchi e sudati (avevamo giocato in cortile) con la merenda che, a dispetto di quelle di oggi, erano due fette di pane col formaggio, con l’olio e origano, o acqua e zucchero.
Arrivò poi il "Festival di Sanremo": era l’evento dell’anno! A casa mia per il Festival c’era il pienone dei vicini che ancora non avevano la televisione. Si mettevano le sedie come al cinema, si commentavano i vestiti delle cantanti (allora si vestivano), le acconciature e naturalmente le canzoni. Modugno, Villa, Wilma De Angelis. Ciccio offriva bicchierini con liquore "artigianale".
Gli anni passarono in fretta, portando gioie e tanti dolori. La famiglia piano piano diminuì, ognuno per le strade della vita, altri per la strada del cielo. Così arriviamo a Joggi. Il Festival per me aveva la priorità (anche se già i canali erano cresciuti). Con Bruno facevamo i pronostici, sempre in disaccordo perché i suoi erano sempre contrari ai miei. Con Mario, che abitava a Reggio Calabria, ci facevamo gli squilli al telefono quando ci piaceva una canzone. Le telefonate si pagavano, non c’erano cellulari, né televoto, né Fantasanremo. Avevamo il "Sorrisi e Canzoni" sul tavolo con i testi delle canzoni, e voi figli vicino a noi.
Festival 2025. Non avrei mai pensato che ci saresti stato tu, figlio mio! Penso a tuo padre: cosa avrebbe fatto? Chi avrebbe votato e, soprattutto, fatto votare? Non ho ancora realizzato. Per me resti sempre il figlio che mi porta, con la sua semplicità e simpatia, tante risate. Ora che ci penso, mi porti "Sorrisi e Canzoni". La gavetta fatta, con la tua semplicità e il tuo amore per la musica, ti ha portato fin qui. Non era un traguardo che ambivi. Io sì, volevo riassaporare tutti i Festival della mia vita che, purtroppo per l’età, sono stati tanti.
Ti vedrò in televisione? Ti vedrò dal vivo? Non lo so. So solo che aspetto con ansia quella sera con "Sorrisi e Canzoni" vicino, con te in copertina col gruppo cantanti, una scatola di "Kleenex" perché certamente piangerò di gioia, ma anche di rimpianto per non avere vicino la persona cara al cuore di tutti noi, con la quale facevo i pronostici. Quest’anno avremmo votato lo stesso cantante. A Madonna t’accumpagna, figlio mio!
Se avete letto, che ve lo dico a fare? Senza di voi che lo amate, non ci sarebbe stato Festival. Grazie di cuore. Mammarella Sas vi abbraccia.
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