Sant'Anna hospital. Il cardiochirurgo Sciangula: "E' come se a nessuno importasse di nulla. Mi vergogno. Vergognatevi con me"

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Il cardiochirurgo Alfonso Sciangula
  01 gennaio 2021 21:28

di ALFONSO SCIANGULA*

“Buon Anno a tutti. Sono arrivato, in qualità di specializzando in cardiochirurgia al 4 anno del mio percorso formativo, in Calabria nel Settembre 2003. Adesso, dopo 17 anni, mi sento dire va via, vi stiamo chiudendo.

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Sono arrivato, medico in formazione, animato da belle speranze con tanta voglia di crescere. Negli anni, inconsapevolmente, mi sono accorto di essere cresciuto professionalmente, scientificamente, umanamente, trascinato da una realtà che mi assorbiva completamente e mi “costringeva” giornalmente a migliorare; una realtà sostenuta da una ampia e allargata equipe che funziona tutt’ora come un perfetto orologio svizzero.

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Un’equipe che è, essa stessa, cresciuta negli anni arrivando a occupare stabilmente negli ultimi anni con la sapiente direzione del dott. Maselli, di cui mi onoro essere collaboratore, per esiti ottenuti, i vertici della cardiochirurgia nazionale. Oggi, con un colpo di spugna, anzi di inchiostro su un pallido foglio di carta, si cancella tutto ciò. A breve, nei progetti di quel foglio, quelle due palazzine nel quartiere Pontepiccolo di Catanzaro, per anni riferimento per i catanzaresi e la Calabria tutta, spegneranno le luci, abbasseranno le saracinesche. Decine di migliaia di pazienti curati in questa struttura non avranno più il loro riferimento sanitario.

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MI ADDOLORA

Quel che più addolora è l’accettazione passiva di questo evento, come se a nessuno importasse di nulla; ciò che più addolora è che si respira nell’aria un senso di impotenza, di sconfitta, secondaria a quello che sembra un disegno orchestrato a tavolino, preparato nelle minuzie dei particolari negli ultimi mesi: sufficiente scorrere la cronometrica tempistica degli eventi; addolora immaginare che questa eccellenza sanitaria calabrese sia aggredita da manovre di sciacallaggio (scusandomi con il mondo animale dove invece si lotta aspramente ma onorevolmente per la sopravvivenza) finemente architettate anche da figure che per anni sono state fruitrici di sapere professionale, medico scientifico, finanziario, umano, sedendo al tavolo dei cosiddetti commensali, spesso togliendo il piatto da sotto il naso al vicino di tavola, architettando, da protagonisti, una fine manovra sanitario-finanziaria volta al sovvertimento dello stato attuale a tutti i livelli, financo quello puramente clinico medico; in termini puramente grezzi…sputando nel piatto in cui si è mangiato per anni, aggredendo con inaudita e squallida veemenza una disciplina e dei professionisti estranei a fatti addebitati, ignorando e scavalcando sacrifici e indiscutibili risultati ottenuti negli anni si getta nel cesto un fiore all’occhiello. L’onore viene meno, l’onore non esiste per chi è animato solo da senso di rivalsa, invidia, ingordigia. La presente non è un atto di accusa, è soltanto la presentazione di un drammatico evento a quegli organi civili, politici, sanitari che fino adesso sono stati clamorosamente e colpevolmente a guardare.

COMPLICI E SPETTATORI

Spettatori passivi o subdoli complici? Per non parlare di rappresentanti del popolo che in nome della legalità si ergono a suggeritori di drastiche soluzioni manifestando clamorosamente la loro assoluta ignoranza dell’argomento in oggetto nonché, in colpevole contraddizione con la Costituzione, spesso invocata da loro stessi a livello nazionale, rinnegando con le comiziali esternazioni su organi di stampa locali, in cerca essi stessi di un po’ di visibilita’, ciò che invece in altri consessi viene difeso con forza: il garantismo giudiziario. Ai posteri l’ardua sentenza.

Dove sono tutti coloro che nel momento del bisogno sapevano a chi rivolgersi sapendo di ricevere sempre una immediata risposta, a chi si rivolgeranno, forse a chi ha determinato tutto ciò? Palese che poco importi la soluzione, totale o parziale o mancata, dei problemi, l’importante è generare il bisogno per poter gestire meglio il potere. Così fioriscono svariate e bizzarre soluzioni, protagonisti o aspiranti tali, che dicono di lavorare da mesi in silenzio lontano dai riflettori, per poi essere clamorosamente smentiti, affermazioni di salvatori della patria che lavorerebbero gratis per risollevare il S.Anna Hospital: il S.Anna Hospital non ha bisogno di professionisti a prestazioni gratuite perché il lavoro è serietà, competenza, sacrificio, dignità e come tale ha un valore: chi lavora a prezzo zero vale zero e il S. Anna non vale zero. Demagogia.

Come sempre si dice: la beneficienza si fa ma non si proclama altrimenti diventa tristemente demagogica. Il S.Anna Hospital non ha bisogno di risollevarsi perché sta ben saldo in alto e per questo da fastidio, per questo va abbattuto, alimentando la più diffusa delle virtù umane, tipicamente italica, l’invidia che partorisce altra tipica abitudine tutta italica: cancellare ciò che vale, anzi no…calpestare.

MI VERGOGNO

Io oggi mi vergogno di essere qua a non poter aiutare chi nell’immediato avrà problemi di salute, chi avra’ problemi immediati ad allocarsi professionalmente altrove, pur nella consapevolezza che le competenze e professionalità accumulate negli anni difficilmente andranno sprecate dal territorio o, per chi potrà, lontano dalla Calabria. Mi vergogno a pensare che saranno già alla finestra orde di sciacalli pronte ad approfittare di queste professionalità che nel momento del bisogno si adatteranno a tutto e che verranno fidelizzate da pseudo salvatori creando dipendenza psicologica e professionale, il bisogno che alimenta il sottobosco (altra italica consuetudine). Mi vergogno a pensare che esista una fantomatica cordata pronta a rilevare il S.Anna. Chi comprerebbe una fuoriserie sapendo di non poterla mai guidare. Mi vergogno a pensare che c’e’ qualcosa di strano, che mi sfugge, che non comprendo. Mi vergogno a immaginare che c’e’ chi in questo momento ne stia brindando. Me ne vergogno perché non posso aiutare tanti “amici” a non perdere la propria dignità a impedire di svendere la propria professionalità. Chi dovrebbe non se ne vergogna.

Vergognatevi tutti, come me. Esiste, per fortuna, chi in buona fede, guidato da spirito civico di servizio che il ruolo che occupa Gli impone, senza particolari e roboanti clamori, sta lavorando a fianco dei dipendenti e dell’azienda contro un muro di gomma per impedire che l’eccellenza rimanga un ricordo. Un grazie non basta, 300 grazie non bastano.

E I PAZIENTI IN ATTESA?

Al momento pazienti sono in attesa di sapere se possono o no ricoverarsi al S.Anna Hospital, per affrontare delicati interventi chirurgici che potrebbero, alle volte, esitare in decessi, percentuale pero’ che il S.Anna Hospital negli anni ha abbattuto notevolmente permettendole di posizionarsi stabilmente ai vertici delle cardiochirurgie nazionali e, per alcuni interventi, addirittura al primo posto; tali pazienti attendono perche’ si fidano. In questo momento 300 famiglie attendono speranzose esiti di incontri istituzionali, tavoli tecnici e staranno in apprensione il 5 gennaio in occasione della riunione della commissione sanità della regione Calabria che speriamo venga a capo di questa complicata matassa. Dimenticavo: alcuni di essi dal 31 dicembre 2020 sono già senza lavoro, altri a breve.

Come si fa a augurar loro Buon Anno? Mi vergogno a dirlo: Buon Anno care e cari pazienti, buon anno ragazze e ragazzi, donne e uomini, madri e padri di famiglia, che sia un anno migliore”

* cardio chirurgo del S. Anna

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