"Come un androide dell'immaginario fantascientifico l'Asp di Catanzaro, sebbene indotta dopo mesi di vicissitudini a più razionali consigli, improvvisamente riprende lo slancio temerariamente minaccioso che per mesi ha messo in discussione un pezzo di buona sanità e arrecato smisurati disagi alle 300 professionalità del Sant'Anna Hospital. Così adesso, attraverso il meccanismo della compensazione crediti/debiti e nonostante le ragioni della clinica abbiano avuto inequivocabili riconoscimenti giuridici, il rischio, qualora si provocasse l'assenza di liquidità finanziaria del Sant'Anna, è il blocco delle tipiche attività cardiologiche della clinica. Che avrebbero come effetto disastroso l'acuirsi dell'emigrazione sanitaria e la cancellazione di una realtà sanitaria universalmente riconosciuta come un'eccellenza del settore”.
Lo dice il consigliere regionale Francesco Pitaro che questa mattina ha accompagnato i vertici del Sant’Anna Hospital in Procura e Prefettura. Aggiunge: “È un rischio - già stigmatizzato dal Consiglio regionale, dal commissario Longo e dal presidente Spirlì - semplicemente assurdo, se si considera che invece di rimuovere le tante discrepanze del sistema sanitario regionale si colpisce una struttura efficace ed efficiente. Un rischio aggravato dalla presenza di numerosi pazienti ricoverati che hanno bisogno delle relative prestazioni e che - rendendosi ancora oggi l'Asp incredibilmente indisponibile, al di là di ogni plausibile spiegazione, a interloquire con il consiglio di amministrazione della clinica - è stato doverosamente rappresentato alla Procura della Repubblica e al Prefetto. Alla base di tante incomprensioni persiste il vizio d'origine (deplorevole quanto anomalo e vessatorio) che fin qui ha provocato non pochi danni, ossia l'inesistenza (per responsabilità dei commissari) di un'interlocuzione leale tra i vertici della clinica e l'Asp".
"Ma è evidente, visto il tentativo di spargere veleno nell'ultimo miglio di una vertenza che sembrava positivamente definita, che a questo punto il contegno dei decisori pubblici va ben oltre la responsabilità amministrativa. È necessario dunque riattivare ogni attenzione pubblica sul problema - conclude Pitaro - affinché tutti indistintamente si adoperino non per distruggere, ma per salvaguardare, valorizzare e potenziare un'eccellenza sanitaria della Calabria e del Mezzogiorno. Siamo ancora in tempo!"
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