Sant'Anna Hospital. L'avv. Marino: "Il lavoro di concertazione tra istituzioni può salvare la clinica"

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L'avvocato Pietro Marino
  04 gennaio 2021 16:09

di PIETRO MARINO*

Ogni Catanzarese, Calabrese non può non riconoscere nella Clinica Sant’anna Hospital un presidio di cura e di grande professionalità, le strutture ospedaliere pubbliche e private, nella loro organizzazione sono suddivise in due grandi servizi servizio amministrativo e gestionale e servizio ospedaliero.

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Indubbiamente la componente ospedaliera di una clinica, soprattutto privata come il Sant’Anna rappresenta il riferimento per l’ammalto nei bisogni nella cura individuale. In seguito all’indagine Cuore Matto condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dalla Procura di Catanzaro che ipotizza falsificazioni dei ricoveri in terapia intensiva per ottenere rimborsi del servizio sanitaria nazionale, il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha in parte accolto il ricorso degli avvocati della storica struttura sanitaria, decretando il parziale dissequestro dei beni, nello specifico saranno resi noti come prevede la legge nei prossimi 45 giorni. In meno di tre mesi una delle cliniche più importanti del sistema sanitario privato Calabrese potrebbe rischiare di chiudere.

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Aldilà delle vicende giudiziarie che faranno il loro corso, rimangono legati un filo le centinaia di persone che ivi lavorano con grande professionalità e abnegazione. Le responsabilità vanno accertate ma va salvaguardata la clinica e i posti di lavoro, in un sistema sanitario debole e frammentato come quello calabrese sarebbe imperdonabile perdere un ulteriore presidio sanitario e centinaia di posti di lavoro.

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Il “Sant’Anna Hospital” di Catanzaro, è riconosciuto quale centro calabrese di alta specialità per le patologie cardiovascolari. L’azienda sanitaria di Catanzaro ha bloccato l’accreditamento, in atteso di rinnovo, il management lamenta il mancato rimborso di 20 milioni di euro per prestazioni già erogate che ha innescato una crisi finanziaria senza sbocchi, e da ieri è stata sospesa l’assistenza. I dipendenti, circa 300, rischiano il posto di lavoro, e la Calabria rischia di perdere l’eccellenza delle eccellenze della sua disastratissima sanità.

Chiediamo l’intervento del prefetto Longo commissario della Sanita Calabrese affinché insieme al management della clinica e in collaborazione con le forze dell’ordine nomini dei tecnici per gestire in maniera congiunta e trasparente la clinica.

La terapia intensiva la specialità della clinica sono due componenti essenziali che la Calabria non può rischiare di perdere in questo periodo, ancora di grave crisi epidemiologica, il piano vaccinale da quanto trapela dal Ministero della Salute sarà concluso ad Agosto, pertanto il Covid ancora spaventa.

Solo un intervento istituzionale può scongiurare la fine di una struttura che è diventata una delle prime tre in Italia, in cardio chirurgia, sono fiducioso che l’operare congiunto tra le forze dell’ordine e l’ASP e il management della clinica, possa essere risolutivo e costruttivo, per ripristinare un centro di cura che tanto bene ha fatto a tante persone.

                                                                                                                                     *avvocato 

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