“Man mano che il tempo passa, il dramma della sospensione del Sant’anna diventa sempre più palese agli occhi dei numerosi pazienti, dall’oggi al domani lasciati al loro destino. Questa spiacevole situazione potrebbe essere paragonata all’esondazione di un fiume, le cui acque stanno facendo annegare in modo silenzioso un diritto inalienabile: la salute dei calabresi”. Parola del direttore sanitario del Sant’Anna hospital Soccorso Capomolla e del presidente del Cda, Gianni Parisi
“Su una sponda troviamo la politica, che cerca di arginare l’inarrestabile “piena” e tenta di dare una risposta etica alla crisi del Sant’anna; riaffermando il bisogno che si continuino ad erogare i LEA cardiovascolari, nel rispetto delle norme. Nel frattempo, nel buio dei meandri burocratici si consuma il cortocircuito istituzionale ASP - Regione, che continua ad essere alimentato dalla scarsa conoscenza delle norme. Sull’altra sponda: i cittadini e i pazienti indifesi, completamente sopraffatti dalla burocrazia. Con questa immagine riusciamo a percepire quale sia il reale problema: l’interruzione di un pubblico servizio e della continuità assistenziale, che si estrinseca nel blocco della programmazione di: 70 interventi vascolari, 25 interventi cardiochirurgici, 111 interventi di valutazione coronarografica ed eventuale angioplastica coronarica e 88 interventi di elettrofisiologia. Inoltre bisogna considerare anche l’interruzione dei controlli cardiologici a 1, 3, 6 e 12 mesi dei pazienti già trattati, in totale circa 2500 controlli. Tutto ciò non sembrerebbe sfiorare minimante l’attenzione di chi governa i nostri processi sanitari. Tuttavia questa situazione dovrebbe allarmare chiunque, visto e considerato che la vigilia di Natale, con il mantra di un freddo burocratese, è stata sospesa l’attività di un ospedale, così di punto in bianco. Insomma un vero e proprio paradosso all’italiana, durante una pandemia e una crisi economica imminente, si aprono “tendopoli” e si chiudono eccellenze, lasciano a casa più di 300 professionalità. Ora, riprendendo il bandolo della matassa, cerchiamo di mettere a fuoco i vari punti di criticità, mantenendo un unico “filo di Arianna”: il bisogno degli ammalati”. Continuano Capomolla e Parisi, che stilano 8 5 punti:
“1. Verifica della commissione ASP : cinque prescrizioni che devono essere attemperate in 30 gg, quella più importante è la realizzazione degli spogliatoi, per tale lavoro la clinica ha organizzato i lavori, impegnandosi h 24 per ottenere la consegna dei lavori entro 10 gg; considerato che tale prescrizione non intacca la prestazione sanitaria, il processo autorizzativo può essere deliberato dall’ Asp al dirigente Generale del Dipartimento con “Parere favorevole con prescrizione”.
2. Verbale OTA: la regione potrebbe notificare al legale rappresentante le eventuali prescrizioni da adempiere ad oras.
3. Decretazione: il Dirigente Generale ed il Commissario ad Acta potrebbero decretare autorizzazione e accreditamento soggetto a verifica dell’avvenuto ottemperamento delle prescrizioni.
4. Rapporto contrattuale: ASP e Sant’Anna, in assenza di altre cause ostative, potrebbero sottoscrivere il contratto 2020.
5. Crisi finanziaria: ASP dovrebbe ristorare le prestazioni validate e verificate nel 2020 che ammontano a 10 milioni di euro, demandando ad un tavolo tecnico il saldo della produzione 2020 oltre alle diverse partite di credito”
“In conclusione- spiegano direttore sanitario e il presidente- queste cinque azioni, concordate e mediate dal tavolo tecnico della struttura commissariale, consentirebbero il riavvio delle attività, così da dare una risposta appropriata al bisogno di salute. Indipendentemente dai vari tecnicismi sopra esposti, il fatto concludente, che dovrebbe essere chiaro a tutti, è unico e solo: l’interruzione di pubblico servizio, un vero e proprio attentato alla salute pubblica, che potrà essere appurato solo ed esclusivamente in due modi: per senso civico o conseguentemente a un eventuale urgenza non soddisfatta con esito fatale. L’auspicio vero e sentito è che il tavolo convocato per il 5 possa rappresentare il primo passo concreto verso il riavvio delle attività del S. Anna Hospital. Non si può attendere oltre. Nella massima trasparenza, nella legalità, nella correttezza istituzionale e nel rispetto dei ruoli di ognuno, siamo certi che una soluzione possibile sia a portata di mano”.
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