L'associazione ha integrato l'esposto già prodotto alla locale Procura della Repubblica, valutando la sussistenza per l’attivazione di una “class action”
07 gennaio 2021 13:11"La vicenda del Sant’Anna Hospital è il punto più basso di caduta della credibilità, della legalità e dell’onorabilità di tutto il sistema che governa la sanità in Calabria. E’ la cartina al tornasole di come si possa sopprimere, nascondendo le volontà, ogni eccellenza che cerca di fare risalire la china all’offerta sanitaria regionale". Così in una nota stampa di Alfredo Serrao, presidente Associazione I Quartieri. "E’ la dimostrazione oggettiva di come, volutamente, - prosegue - si confondano i livelli di responsabilità e si omettano le adozioni dei provvedimenti legittimi. Ma, in particolare è l’ignominia di come la politica sia regionale, che nazionale manchi di dignità e soprattutto di autorevolezza, facendosi tenere in scacco da una burocrazia arruffona e probabilmente capace di confondere ed imbrogliare le carte, senza avere la capacità di sbattere i pugni sui tavoli, oppure in subordine conosciuti i confini del fatto, per una non dichiarata vigliaccheria utilitaristica, non varcare la soglia della Procura della Repubblica".
"Questo è il quadro disarmante ed irresponsabile che porta a chiudere una struttura di eccellenza cardiochirurgica nel deserto della sanità calabrese, - incalza Serrao - giocando sulla vita dei tanti pazienti e dei lavoratori, i professionisti che hanno certificato il valore della clinica Sant’Anna Hospital, che qualcuno volutamente si stanno portando alla disperazione. Qualcuno ha detto per generare un bisogno, perché il bisogno si governa…Bisogna invece ricomporre le verità e fare le domande che sono ormai non più rimandabili, anche in relazione all’interruzione di un pubblico servizio, quello del Sant’Anna Hospital, su un azione amministrativa illegittima, debordante, forse, colpevolmente dalla procedura e dai dispositivi di legge, messi in atto dall’Asp di Catanzaro. Chi avrebbe pagato anche in termini penali, se il paziente che ieri in provincia di Crotone a seguito di un incidente stradale con la rottura dell’aorta, la cui tempestività d’intervento è sempre vitale, dopo il rimpallo del Pugliese-Ciaccio e del Policlinico Mater Domini trasferito in eliambulanza a Reggio Calabria, fosse morto per tempi di risposta troppo lunghi? Chi paga oltre al malcapitato ed ai tanti malcapitati pazienti calabresi, che già cominciano l’emigrazione sanitaria".
"Su questa domanda, che impone ai tanti “mestieranti e teatranti della politica”, - si legge ancora sulla nota - quelli con il cappello in mano dell’autorevolezza e con in tasca la disinformazione e l’ignoranza, di nascondersi per la vergogna, partendo dal distratto e sempre disinformato sindaco Abramo, finendo ai capogruppo del Consiglio comunale di Catanzaro pronti alla sfilata di moda, quella inutile perché manca della conoscenza dei fatti e del coraggio civico, come la loro assenza dalle manifestazioni di protesta dei lavoratori del Sant’Anna Hospital, proprio di fronte alla sede temporanea della casa comunale, il palazzo della Provincia… Restituiamo contezza ai documenti ed ai fatti, così i vari onorevoli regionali, deputati e senatori della Repubblica e amministratori locali, capiranno che non tutti apparteniamo alla stessa razza, quelli con “l’anello al naso” e che la restituzione della dignità ai cittadini e dell’autorevolezza della politica, passa certamente attraverso il risanamento amministrativo di atti illegittimi, ma contestualmente impone la denuncia agli organi competenti di eventuali abusi d’ufficio, omissione d’atti e nel caso del Sant’Anna Hospital di interruzione colposa di pubblica utilità di carattere sanitario".
"Questa è la sintesi, se nella riunione ultima del 5 gennaio della terza commissione “Sanità, Attività sociali, culturali e formative”, il dirigente vicario del Direttore generale del Dipartimento Tutela della Salute, dott. Giacomino Brancati ripercorrendo l’iter dell’autorizzazione e accreditamento per quanto concerne le responsabilità afferenti al Dipartimento Tutela della Salute, ha comunicato che l’OTA (organismo tecnico accreditante) aveva trasmesso in data 30.12.2020 verbale all’Asp di Catanzaro, - evidenzia Serrao - che ribadiva la persistenza dei requisiti per l’accreditamento con determinate raccomandazioni in testa alla clinica Sant’Anna Hospital. Questo è il punto fermo di arrivo e da dove parte, in ipotesi, l’abuso consumato dall’Asp di Catanzaro, che chiede la ferocia dell’accertamento anche della politica, che non è quella della preghiera inutile e della pacca sulla spalla, ciò che sfugge all’amico Baldo Esposito ed al vice presidente della commissione Libero Notarangelo, che meglio di noi sanno che è la Regione Calabria attraverso l’OTA e l’ufficio del Commissario ad Acta, l’Ente Accreditante; mentre le Asp territoriali restano soggetti contrattualizzanti. Questo dice la legge ed i regolamenti. Si capisce che il cortocircuito è – forse – voluto da qualcuno, mentre tutti gli altri - i citati esponenti della politica nazionale -, continuano a fare il girotondo del “tutti giù per terra!”, perché non vogliono andare al nocciolo della questione: chiedere l’immediata rimozione dei Commissari Prefettizi dell’Asp di Catanzaro".
"Questo l’abbiamo fatto invece noi, sia attraverso l’integrazione all’esposto già prodotto alla locale Procura della Repubblica, valutando la sussistenza per l’attivazione di una “class action”, sia segnalando i veri termini della vicenda ai competenti Ministeri della Salute e dell’Interno, unitamente al Presidente del Consiglio dei Ministri, affinché si valuti l’operato dell’Asp di Catanzaro sulla questione Sant’Anna Hospital, con la rimozione della terna commissariale e la valutazione di eventuali responsabilità di ordine penale ed amministrativo. Abbiamo mandato la stessa comunicazione al presidente f.f. della Regione Calabria, dott. Nino Spirlì, non già come atto dovuto, ma perché si è rivelato nonostante venga considerato il meno adeguato per esperienza, il solo che, proprio oggi, ha avuto il coraggio e l’onestà di individuare le possibili responsabilità, senza scenografie e senza tentennamenti. Questa è l’autorevolezza che chiediamo - conclude Serrao - e che si impone alla politica, quella che non può diventare complice e mandante delle morti innocenti dei pazienti cardiopatici, tanto meno sodale di baronie universitarie conosciute solo per annullare, in un giro di valzer, la dignità dei cittadini calabresi".
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