Sant'Anna Hospital. USB al fianco dei lavoratori: "Decideremo insieme le azioni da adottare per evitare la chiusura"

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"Domani i lavoratori si riuniranno in assemblea collettivamente con USB, per decidere le azioni da intraprendere per scongiurare la chiusura del presidio"

  28 dicembre 2020 18:08

Al fianco dei lavoratori del Sant'Anna Hospital, che questa mattina hanno manifestato in Piazza Prefettura a Catanzaro, c'era anche il sindacato dell'USB a sostegno di "una struttura che si è fatta le ossa con personale altamente qualificato  a cui si rivolgono i cittadini del meridione, al posto di una migrazione da spavento: 330 milioni di euro pagati alla sanità del nord del paese. Oggi i sordi i ciechi ed i muti, di questa regione stanno rintanati nelle loro camere ovattate, in attesa di vedere conclamata la fine di una struttura che si occupa di cardiochirurgia con mille interventi all’anno, prima in tutto il meridione".

"Le istituzioni, dicevamo, nemmeno un accenno al mantenimento occupazione di questi lavoratori e mantenimento della struttura cardiochirurgica, dal commissario regionale a cui già abbiamo dato il primo stipendio mensile, senza vedere nemmeno uno straccio di documento su come si organizza la sanità calabrese, di male in peggio; l’unica cosa che ha saputo fare: convocare i sindacati di stato e continuare nello smantellamento decennale della sanità con la loro complicità. Problemi avanzati oggi dalla USB per mantenere i livelli occupazionali e di cura in questa regione in un periodo come quello attuale, non possono essere quelli di chiusure o passaggi di ammalati a nuovi “prenditori” della sanità privata, ma semai in questa fase una gestione controllata per ridare ai calabresi l’eccellenza di cardiologia che negli anni si sono costruiti", continua l'USB.

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E, ancora, il sindacato: "Abbiamo una sanità calabrese commissariata e nessuna l’ha chiusa -  un ASP a Catanzaro piena di debiti e commissariata e nessuna l’ha chiusa -anzi continuiamo a pagare stipendi per un piano di rientro che aumento al posto di diminuire – ora che si tratta della nostra salute dall’oggi al domani senza motivazioni si chiude! Ma la USB non si arrende, alla burocrazia dei commissari continueremo la nostra battaglia per salvare i lavoratori dal baratro della migrazione per un posto di lavoro e dalla disoccupazione, oltre ad avere un sistema efficiente come la cardiologia per curarci".

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"Abbiamo chiesto al governo un intervento, visti i miliardi stanziati per la sanità ( 9 mlr) al fine di eliminare prima di tutto il divario tra le regioni, ed avere  dei dispositivi medici e sanitari adeguati, con disponibilità di organico, ed infrastrutturali eccellenti con particolar  riguardo ad una risposta assistenziale adeguata dell’assistenza territoriale, oltre a quella ospedaliera, come il Sant'Anna Hospital –una struttura di prossimità che negli anni ha mostrato nel complesso una buona capacità di risposta e di “tenuta” per la salute dei cittadini. Una prossimità  che  va intesa come vicinanza ai bisogni dei cittadini, creando servizi integrati e incentrati sul bisogno della persona e della comunità, attraverso percorsi di specificità come la cardiologia al primo posto al mondo per mortalità, coinvolgano attori sanitari che sul campo hanno meritato di continuare a curare la gente. Questa situazione risulta ancora di più inaccettabile e incomprensibile alla luce dei diversi interventi da parte del ministero della Salute e della Conferenza delle Regioni che hanno garantito parte rilevante delle risorse a favore del sistema sanitario accreditato", continua l'USB che poi conclude: "Domani i lavoratori si riuniranno in assemblea collettivamente con USB, per decidere le azioni da intraprendere per scongiurare la chiusura del presidio  ma soprattutto per trovare le soluzioni per far si che il servizio possa essere garantito con continuità".

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