“Un incontro a due fasi quello svoltosi ieri per dipanare la matassa del Sant’Anna Hospital, le cui criticità sembrano derivare da questioni giuridico - amministrative e non quindi carenze sanitarie e, sinceramente un ascolto di campane che, sulla scorta di una burocrazia ingarbugliata, hanno suonato in modo stonato sulla sorte dei 300 lavoratori in stato di agitazione ma, soprattutto, senza dare risposta a quello che sarà il destino dei pazienti attualmente in lista d’attesa di cui 292 per interventi cardiochirurgici di una certa importanza e 1380 per controlli post operatori".
Cosi’ la senatrice di Italia Viva Silvia Vono.
"Non è apparsa esaustiva l’affermazione della Latella in merito agli interventi in emergenza/urgenza che dal giorno di Natale sono stati spostati su altre strutture pubbliche calabresi in quanto, alla luce dell’aumento dei decessi, non solo per la pandemia in corso, sembra paradossale, in questo periodo, oberare le strutture pubbliche, rinunciando alle prestazioni specialistiche private convenzionate. Quando si decide di erogare in convenzione l’assistenza di particolari prestazioni specialistiche è segno evidente che il pubblico non ha la capacità sufficiente di erogare tale servizio per tutti gli utenti. Ora, dato che la funzione di un’azienda sanitaria è prioritariamente quella di fornire assistenza sanitaria ai cittadini, l’interruzione del servizio erogato in convenzione dalla struttura privata, in questo specifico caso le prestazioni di cardiochirurgia specialistica, deve trovare, con immediatezza, per contraltare, altre strutture pubbliche adeguate che siano in grado di fornire gli stessi servizi e non unicamente le emergenze- urgenze".
"E’ vero che la clinica “non è chiusa” e quindi potrebbe continuare ad erogare i servizi ma è pur vero che i pazienti meno abbienti che potevano usufruirne, in convenzione, non possono più rivolgersi a quella struttura e quindi si rinuncia alle cure e si arriva automaticamente all’emergenza- urgenza con ricorso necessario alle strutture pubbliche verso cui il 118 opera regolarmente o si emigra verso altri luoghi con gravi conseguenze sociali ed economiche e dispendio di risorse della sanità regionale".
"A proposito di sanità regionale, grande assente alla discussione, è stato proprio il nuovo commissario ad acta che, seppur in altre faccende affaccendato, ha pensato che la questione, forse - aggiunge - non fosse abbastanza importante dovendo l’ASP deliberare un parere a seguito del quale lui potrebbe concedere l’accreditamento al Sant’Anna Hospital e quindi questione chiusa. Eppure la funzione del commissario ad acta è predisporre un piano di rientro, ripristinare il rispetto delle regole senza mai prescindere dalla priorità di assicurare l’assistenza sanitaria a tutti i calabresi".
"Purtroppo in democrazia la forma è sostanza e non rispondere proprio ad una convocazione istituzionale è segno - sottolinea - dell’indifferenza nei confronti del territorio a cui si dovrebbero garantire i servizi sanitari e ripristinare qualche forma di legalità come da qualche tempo va di moda in Calabria, per non interessarsi di tutto il resto".
"La politica non può stare in silenzio di fronte all’arroganza dei tempi e mi piace ricordare, per tutto quello che si è verificato - conclude - le parole di John Donne “Nessun uomo è un’isola, completo in se stesso e dunque non chiedere mai per chi suona la campana: suona per te”.
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