Sant’Anna, Seró e Barberio: “Una vittoria per Catanzaro, ma Occhiuto ha tradito la città”

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  13 giugno 2025 11:00

Con l’ordinanza n. 2119/25, il Consiglio di Stato ha confermato la sospensione della sentenza del TAR di Catanzaro, annullando di fatto la decadenza dell’accreditamento del Sant’Anna Hospital. Una decisione di grande rilievo, che consente alla clinica di continuare ad operare regolarmente, garantendo servizi sanitari essenziali non solo per la città di Catanzaro ma per tutta la Calabria.

Secondo i consiglieri comunali Raffaele Seró e Antonio Barberio, si tratta di una pronuncia che restituisce dignità alla città e ai suoi cittadini, confermando il valore strategico di una struttura d’eccellenza nel campo della cardiochirurgia. Il Sant’Anna Hospital è infatti un punto di riferimento regionale per competenze, qualità e professionalità, che ha costruito nel tempo la propria reputazione grazie all’impegno quotidiano di medici, operatori sanitari e lavoratori.

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Prosegue la nostra battaglia per la difesa del Sant’Anna – affermano Seró e Barberio – a tutela del diritto alla salute, del lavoro e della giustizia per un territorio che troppo spesso è stato penalizzato da decisioni miopi e inspiegabili”.

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I consiglieri esprimono inoltre un sentito augurio alla clinica, con l’auspicio che questa vicenda possa rappresentare l’avvio di una nuova fase di stabilità e rilancio, affinché il Sant’Anna torni ad essere un simbolo indiscusso della sanità d’eccellenza calabrese.

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Tuttavia, nella nota non manca una forte critica politica. “L’ordinanza del Consiglio di Stato certifica il ruolo di Roberto Occhiuto come nemico numero uno di Catanzaro e dei catanzaresi. Le sue scelte amministrative – dichiarano Seró e Barberio – hanno rischiato di cancellare un presidio sanitario fondamentale, dimostrando ancora una volta l’assenza di attenzione verso i bisogni reali della nostra comunità”.

Il messaggio si conclude con un appello chiaro:
“È il momento che Catanzaro reagisca, difendendo con determinazione i propri diritti e il proprio futuro. La città non può più subire in silenzio”.

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