L'intervento in Aula del presidente della Regione. Il bilancio "non è pulito". Sui fondi Covid: solo 10 miliardi su 70 al Meridione
27 aprile 2020 21:12"E' l’inizio di una nuova era. Il coronavirus cambia il sistema. Quindi quello che abbiamo scritto ieri, quello che abbiamo detto in campagna elettorale, certo ha obbligo di coerenza, ma va ricalato in una situazione che è completamente diversa. Di questo futuro della Regione Calabria va discusso in maniera seria progetti per progetti, situazione per situazione". Lo ha detto il presidente della Regione Jole Santelli durante il suo intervento nella sessione bilancio del Consiglio regionale. "Con molta sintesi dico questo- ha proseguito-: c’è una fase e una parte che debba essere assicurata all’assistenza di questa terra, alla gente che oggi potrebbe non avere più il proprio luogo dove andare a lavorare. Il ristoratore che magari con sacrifici ha costruito la sua realtà e magari non sa se a luglio o a settembre potrà riaprire la saracinesca. E con lui i ragazzi che vi lavorano. A questa parte dobbiamo dare assistenza. Contemporaneamente, e credo che questa sarà la sfida maggiore a cui siamo chiamati, tutti insieme, è costruire la Calabria di domani. A maggior ragione perché dobbiamo assicurare questi fondi per il sostentamento, la parte fondamentale di investimento dovranno essere investiti negli asset che riteniamo fondamentali in questa regione. Il Coronavirus ha cancellato definitivamente la politica degli aiuti a pioggia. A prescindere da noi li ha cancellati la realtà. Dobbiamo dare una risposta, segnare un sentiero".
SOLO 10 MILIARDI SU 70 ALLE REGIONI MERIDIONALI. DOBBIAMO SNELLIRE LE PROCEDURE- Sui fondi europei, Santelli ha detto: "Oggi la questione non è il 34%, poteva essere quattro mesi. Oggi la questione è che su 70 miliardi che il governo dice di mettere sul Covid, 10 miliardi vengono presi dalle regioni meridionali. E alla domanda specifica, mia personale: cosa ne viene alle regione meridionali? Qual è la contropartita politica? Non mi è stata data risposta, mi è stato detto che ne avremo nella riprogrammazione successiva. Io credo che il Sud abbia pieni i cassetti di cambiali scadute del governo italiano. Abbiamo bisogno di cose ora, non di promesse futuribili. Ho chiesto di ottenere la territorialità, le somme programmate ritornino sui territori. Lo abbiamo preteso come Calabria e la abbiamo ottenuta. Io chiedo di più, che la medesima flessibilità che Roma chiede a Bruxelles sugli, Roma conceda alle Regioni sui propri strumenti. Riscrivere i programmi e i patti. La rimodulazione la stiamo già facendo. Quella generale la faremo all'interno delle dichiarazioni programmatiche con obbiettivi da tarare meglio. La richiesta nostra non deve essere solo dei fondi ma anche delle procedure. Abbiamo necessità di snellire le procedure. Più le procedure sono snelle e trasparenti e meno si annida corruzione e criminalità. Stiamo facendo in modo tale che i fondi che competono alla Regione Calabria arrivino al più presto. Il mio timore è che in questo periodo di crisi economiche di famiglie e imprese a chi possono rivolgersi. E siccome dobbiamo evitare che anche il Covid per qualcuno che non ha un buon rapporto con la legalità, intanto cerchiamo di arrivare prima noi per sbarrargli la strada".
LA MAGGIOR PARTE DELLE PERSONE CON ME LAVORANO GRATIS. IN REGIONE OTTOCENTO PERSONE CHE NON SI CAPISCE PERCHE' SONO LI'- "Non è bello fare il processo a chi c’è stato prima ma c’è un dato di fatto: la Giunta si è insediata a marzo ed ha trovato un bilancio che non c’era. Una situazione di disagio, che oggi tutti insieme viviamo. Non è un bilancio tecnico perché ha preso delle scelte, ha fatto dei tagli nell’ambito delle proprie capacità di risorse. È un bilancio tecnico nel senso che doveva adempiere ad un obbligo formale e che quindi difficilmente poteva diventare di apertura al futuro come forse alcuni si auspicavano. Non è stato facile gestire questi mesi", aveva spiegato in apertura. E sulle strutture criticate da Bevacqua: “Non abbiamo fatto proprio nulla. La maggior parte delle persone che lavorano con me lavorano gratis perché essendo in dodicesimi non potevamo fare i contratti. L’Amministrazione ci diceva che non potevamo fare nulla. Siccome poteva essere equivocato. Abbiamo evitato quel margine. C’è tanto di grigio che va stanato in quegli uffici. Ottocento persone in Regione Calabria e non si sa a che titolo e a fare cosa e soprattutto per arrivare a quale risultato. Ottocento persone non funzionari della Regione Calabria, fuori. Proverò poco a poco a capire: progetti, strutture, aziende che lavorano lì, gente da fuori. Tenteremo. Chi ha voglia di scoprire la verità: aiutateci ad aprire i cassetti e scrosteremo molto. Con questo bilancio abbiamo tagliato. Sì, un taglio lineare. Mi rendo conto che non si potevano fare cose diverse".
SANITA'. LA CATENA DI COMANDO NON E' CERTO CHIARA, MA ABBIAMO FATTO UN MEZZO MIRACOLO- "Io mi trovo in una situazione abbastanza comoda. Ho contestato i commissariamenti, ho fatto la guerra alla legge 35 (il Decreto Calabria), però abbiamo ereditato una catena di comando che non è certo chiara". Santelli ha poi anche parlato di sanità: "C’è un presidente della Regione, c’è un commissario per il rientro anche in alcuni casi ha un’impostazione strabordante (il commissariamento, ha precisato, ndr), abbiamo dei dirigenti Asp ed aziende ospedaliere alcuni nominati dal commissario, altri direttamente dal ministro per l’assenza d’intesa con il presidente della Regione e altri dal ministero dell’Interno. Viste le condizioni date, abbiamo fatto un mezzo miracolo. Poggiando sulla buona fede delle singole persone si è riusciti a lavorare in rete. Dopodiché ci sarà da sistemare molte cose in sanità". "Sul personale - rispondendo ad una domanda di Guccione- abbiamo disposto secondo le somme del decreto ministeriale abbiamo disposto le assunzioni infermieri ed oss con le graduatorie. Per quanto riguarda le specialità mediche abbiamo fatto la manifestazione d'interesse abbiamo fatto gli elenchi e poi messe a disposizione delle Asp ed aziende ospedaliere. La Regione fa programmazione. Non si fanno i colloqui in Regione".
LE CARTE E LA CORTE DEI CONTI DICONO CHE IL BILANCIO DELLA REGIONE NON E' BUONO. DOBBIAMO DECIDERE QUALI ENTI SUB-REGIONALI LIQUIDARE SENZA NOMINE POLITICHE- Sui temi più legati al bilancio, Santelli ha detto: "La sfida degli enti sub-regionali. Siamo l’unica regione che ha gli enti in liquidazione da otto anni. Enti in liquidazione che procedono ad assunzioni: una contraddizione in sé. Mi auguro che ci sia un dibattito serio in questa Aula per discutere quali enti sub-regionali funzionano, la mission di questi enti, cosa devono risolvere perché non può essere una giustificazione della politica salvare un ente perché dobbiamo salvare dei posti di lavoro. Si possono salvare (i posti di lavoro) spostandoli laddove funzionano. Con molta lealtà e guardandoci in faccia ci possiamo chiedere quali enti far funzionare e quali enti mandare in liquidazione. E non si nominano i politici", ha detto Santelli sulla questione. "Negli enti in liquidazione vanno commissari liquidatori esperti di commercio e non persone a sedersi in una sedia politica per non andarsene. E abbiamo un problema serio serio sulla riorganizzazione del contenzioso - ha anche aggiunto-. Abbiamo pignoramenti, una situazione allucinante. Pignoramenti su pignoramenti anche su cause che abbiamo vinto. Ce n’è tanta materia su cui lavorare per tentare di riassettare e presentarci agli organi di vigilanza come la Corte dei Conti a schiena dritta. Si può andare quando si sono fatti i compiti a casa. Non abbiamo un bilancio pulito e buono quello ereditato. E ce lo dice la Corte dei Conti e ce lo dicono le carte. Non lo abbiamo. È meglio dire come stanno le cose: se mettiamo insieme il bilancio che abbiamo, il blocco della Corte dei Conti sui debiti rispetto ai comuni, quello che c’è sull’acqua e quello che c’è sui rifiuti e quello che potrebbe arrivare, allora portiamo i libri in fallimento. Non possiamo andarci in fallimento perché siamo una Regione e non un comune ma le carte non stanno per nulla bene"
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