Santa Eufemia è un Comune spagnolo di 893 abitanti, situato nella Regione dell'Andalusia, i cui abitanti vengono da sempre chiamati "Los calabreses", la squadra di calcio locale si chiama Calabrese, e così la marca dell’olio. Santa Eufemia è anche il nome di due centri della Calabria: Sant'Eufemia d'Aspromonte, nel Reggino, e Sant'Eufemia Lamezia, dagli anni '60 fuso con altri due Comuni, Sambiase e Nicastro, per dare vita alla città di Lamezia Terme, nel catanzarese.
C'è un legame fra la Calabria ed il Comune spagnolo? Secondo Ulderico Nisticò, storico e saggista, profondo conoscitore del mondo classico, sì. E' stato lui a rendere noto il caso, di cui si era occupato già anni addietro, con un post sui social traendo spunto dalle imprese del Marocco nei mondiali di calcio. Santa Eufemia di Spagna sarebbe stata fondata da un gruppo di 33 cavalieri calabresi giunti nella penisola iberica per fronteggiare l'invasione musulmana dal Marocco negli anni seguenti al 1100. Nisticò ha effettuato ricerche e, come spiega all'AGI, ha anche attivato contatti con la municipalità andalusa. “Non resta, che si sappia, alcuna documentazione che provi l’evento. Insegna però il Vico - spiega - che le tradizioni popolari genuine e conservate per secoli testimoniano una qualche verità storica. Per la comunità di Santa Eufemia di Spagna quell’avventura di combattenti calabresi è il mito di fondazione che nobilita le origini; e congrui indizi ne possono far intuire la verisimiglianza".
Eufemia, racconta Nisticò, è una santa molto venerata nel mondo bizantino e la frazione Sant’Eufemia di Lamezia Terme, nel cui territorio sorgono i resti della grande abbazia innalzata da Roberto Guiscardo su un piccolo cenobio greco; e il più recente Bastione di Malta. "Durante il regno di Alfonso VII in Castiglia - racconta Nisticò - Ruggero II, granconte di Sicilia e Calabria, unificava i domini normanni del Meridione, e, nel 1130, veniva incoronato re. Nel 1117 aveva sposato Elvira, figlia di Alfonso VI di Castiglia, che, viene a proposito, è nonno materno di Alfonso VII: Ruggero ed Elvira sono dunque suoi zii".
Ruggero condusse un’attiva politica mediterranea, con espansione politica e militare in Adriatico e in Africa; e buoni rapporti con i diversi Stati delle Spagne. "Anche il figlio e successore di Ruggero, Guglielmo I il Malo, - prosegue - sposerà una principessa iberica, Margherita di Navarra. La prima moglie di Federico II è Costanza d’Aragona; Manfredi darà in sposa la figlia Costanza a Pietro d’Aragona, proclamato nel 1282 re della Sicilia ribelle a Carlo d’Angiò, e progenitore dei re aragonesi e siciliani, poi spagnoli. Ce n’è a sufficienza - a parere dello storico catanzarese - per non ritenere fuori luogo la partecipazione di cavalieri meridionali alla lunga guerra di Alfonso VII contro i Mori, cui intervennero anche Pisa e Genova". Un progetto culturale serio consentirà di trovare una qualche documentazione? "Occorrerebbero - risponde Nisticò - degli studi adeguati alla bisogna. Chi furono questi valorosi guerrieri? Li inviò il re Ruggero, o corsero all’azzardo? Venivano da Sant’Eufemia d’Aspromonte, o da Sant’Eufemia oggi frazione di Lamezia? O da qualche altro luogo devoto alla santa bizantina? Fondarono il paese e tornano in patria, o rimasero lì e hanno discendenti? Ecco - dice lo studioso - alcuni argomenti che potrebbe affrontare un’organizzazione della ricerca”.
Della vicenda in Calabria si sa poco. Nisticò ne venne a conoscenza grazie a un collega d’università, Angelo Iurilli, e un amico di quest'ultimo, José Ramòn, che a loro volta capitarono per caso, "e, scoprirono - dice - dalla viva voce degli abitanti questo lembo di Calabria così lontano, me ne informarono subito". Non ci sono documenti, "ma è chiarissimo - rileva lo storico - il ricordo popolare. A fondare il paese furono trentatré cavalieri calabresi, dopo aver conquistato una fortezza araba. Il loro grido di guerra era proprio “Sant’Eufemia” ai tempi del re Alfonso VII di Castiglia, detto l’Imperatore, quindi dal 1126 al ’57. I sovrani normanni e svevi del Meridione strinsero molti rapporti matrimoniali con le dinastie iberiche; finché i Siciliani, nel 1282 ribelli all’Angiò, chiamarono a regnare Pietro d’Aragona perché marito di Costanza, figlia di re Manfredi. Quanto a Sant’Eufemia, va ricordato che la grande abbazia, di cui, nonostante i terremoti, molto rimane, venne fondata da Roberto Guiscardo per l’abate Guglielmo, cognato del granconte Ruggero".
Nisticò tentò di creare un gemellaggio fra la comunità spagnola e la Provincia di Catanzaro. Se ne fece carico contattando l'alcalde spagnolo, ma poi non se ne fece nulla, dice, per lo scarso interesse dimostrato dalla politica calabrese. Ora vuole riprovarci. "Regione, Provincia, Comuni potrebbero organizzare gemellaggio, scambi di visite, ma anche teatro, cinema. Prima aspetto non parole - dice il vivace professore, ma garanzie: una bella letterina cartacea, protocollata, e fattami pervenire raccomandata. Letta questa eventuale missiva, ho molte idee".
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