"Sarà un bagno di sangue". Il rischio ridimensionamento degli ospedali catanzaresi

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images "Sarà un bagno di sangue". Il rischio ridimensionamento degli ospedali catanzaresi
L'ospedale "Pugliese Ciaccio"
  11 ottobre 2019 11:03

di GABRIELE RUBINO

Sono ore frenetiche, a tratti drammatiche, per la sanità catanzarese. Il Pugliese-Ciaccio è alle prese con una delicata “riorganizzazione”, che è il modo diverso per dire riduzione dei servizi attualmente garantiti. Posti letto tagliati, reparti accorpati e stretta sui turni. Il motivo è noto: l’impossibilità di mantenere in servizio i lavoratori a tempo determinato che, non potendo essere sostituiti, creano un vuoto spaventoso nell’organico. La bomba ad orologeria non si è attivata solo e soltanto per effetto del superamento dei 48 mesi (massimo consentito dalla legge) per i precari “storici”, ma dall’intepretazione stringente dell’ultimo decreto del commissario Cotticelli e del sub-commissario Crocco che indirettamente non autorizza la copertura di posti già presenti in azienda né con i precari e né con gli indonei delle graduatorie. La scure sul Pugliese avrà riverberi nell’assistenza ospedaliera dell’intera area centro. L’ospedale catanzarese ha infatti un quarto dei propri ricoveri (poco meno del 25%) provenienti dalle Asp delle altre province, in misura maggiore da quelle di Crotone e di Vibo Valentia. Se nel principale ospedale del capoluogo la faccenda è affrontata senza veli, il fratello minore, l’ex Policlinico Mater Domini, ha grossomodo lo stesso problema di uscite. La differenza è che viene trattato con i guanti, quasi sottotraccia, ma il rischio di un buco nella dotazione organica c’è anche a Germaneto.

Banner

PUGLIESE-CIACCIO: “IL BAGNO DI SANGUE”- La stretta sarà severa. Quello che i vertici dell’azienda stanno definendo sarà un vero e proprio ridimensionamento “obbligato” dell’ospedale. Alcuni parlano di “un bagno di sangue”, la cui entità sta per essere definita dal dg facente funzioni con i capi dipartimento chiamati uno ad uno prima di stilare la “manovra finale” che sarà resa nota nei prossimi giorni. Fra i tanti casi, basti ricordare il rischio di disattivazione dei 12 posti di Medicina d’Urgenza. Le difficoltà sono comunque diffuse, dal dipartimento materno-infantile alla geriatria. Sono al vaglio anche accorpamenti “fisici” di reparti. Del resto l’attività dell’ospedale va ripensata con 149 unità in meno: 92 infermieri, 25 Oss, 6 ostetriche, 2 tecnici di laboratorio, 2 perfusionisti, 2 audiometristi, 3 biologi e 17 medici. In altre parole, senza interventi di autorità esterne che blocchino questo processo, nel giro di qualche settimana il Pugliese sarà un ospedale diverso da quello che è oggi.

Banner

MATER DOMINI, PROBLEMA INFERMIERI E TECNICI DI RADIOLOGIA- Ad una decina di chilometri di distanza, a Germaneto, il contingente di personale a tempo determinato e potenzialmente a rischio arriva a superare le 180 unità. Da una ricognizione ufficiosa si tratta di: 22 medici, 3 biologi, 92 Oss, 60 infermieri e 12 tecnici di radiologia. A differenza del Pugliese, l’impatto dell’ultimo Dca 135 sarà meno brutale. Al Pugliese sono state riconosciute soltanto 16 figure da assumere, a Mater Domini 94, fra cui 68 Oss che potrebbe in parte tamponare la falla. I medici autorizzati dal commissario sono 7, oltre a 3 chirurghi maxillo-facciale. Per queste ultime figure l’azienda non esclude di richiedere la conversione in altre tipologie di dirigenti medici a parità di costo. Il vero dilemma diventano gli infermieri. Il decreto ne ammette 16, dunque lo scarto è di 44 unità. Così come per i tecnici la cui dipartita potrebbe mettere a repentaglio la funzionalità di radiologia. Comunque la si guardi, i principali ospedali dell’area centrale della Calabria sono sotto assedio.

Banner

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner