Sarah Yacoubi: "Perché Immuni serve a combattere il Covid ed il trattamento dei dati è proporzionato"

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images Sarah Yacoubi: "Perché Immuni serve a combattere il Covid ed il trattamento dei dati è proporzionato"

L'applicazione per tracciare i contatti di un soggetto risultato positivo

  03 giugno 2020 13:34

di SARAH YACOUBI*

L’App IMMUNI è già in uso. Dopo l’annuncio del presidente del consiglio Giuseppe Conte riguardo la ripartenza del sistema Italia, al via praticamente dal 4 maggio 2020, la grande attesa è per l’applicazione che potrà aiutarci a combattere il virus. Non lo farà spiandoci giorno dopo giorno, bensì memorizzando gli eventuali contatti con altre persone che abbiamo avuto.

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Il Garante per la protezione dei dati personali ha autorizzato il ministero della Salute ad avviare il trattamento relativo al Sistema di allerta Covid-19, la cosiddetta app 'Immuni'. Sulla base della valutazione d'impatto trasmessa dal ministero, si legge in un documento pubblicato sul sito del Garante, "il trattamento di dati personali effettuato nell'ambito del Sistema può essere considerato proporzionato, essendo state previste misure volte a garantire in misura sufficiente il rispetto dei diritti e le libertà degli interessati, che attenuano i rischi che potrebbero derivare da trattamento". Negli ultimi giorni si è parlato molto al riguardo perché non era ancora stata ben definita, ma adesso il quadro sembra abbastanza chiaro. Analizziamo dunque il funzionamento, i pregi e i rischi di quest’app IMMUNI

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Come detto IMMUNI sarà un’applicazione che verrà resa disponibile gratuitamente. Ma tale applicazione deve garantire una serie di misure "volte a rafforzare la sicurezza dei dati delle persone che scaricheranno la app".

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Tali misure potranno essere adottate nell'ambito della sperimentazione del sistema, così da consentire nella fase di attuazione che ogni residua criticità sia risolta. In questi giorni l'app Immuni è stata caricata sugli store di Google e Apple. Fonti del ministero dell'Innovazione confermano che  l'app è pronta per essere usata,  ma manca l''ok' delle due big tech. In queste ore le case madri dei sistemi operativi iOS e Android hanno quindi i codici dell'app, che potrebbe essere disponibile nei prossimi giorni per essere scaricata da tutti. 

Il sistema di tracciamento dei contatti di Immuni, spiegano dal ministero, non sarà subito attivo. L'app sarà scaricabile forse già nelle prossime ore, anche se non è escluso possa servire qualche giorno. Come emerso nei giorni scorsi, la sua sperimentazione comincerà il 5 giugno in 4 regioni: Puglia, Abruzzo, Marche e Liguria. Nel  resto d'Italia l'app potrà essere scaricata ma il contact tracing non funzionerà. Con la pubblicazione dell'app la palla passerà al ministero della Salute che dovrà gestione della fase di sperimentazione. Il tempo stimato e' qualche settimana. 

La sua funzione sarà quella di avvertire gli utenti con una notifica nel caso in cui entrino in contatto con una persona risultata positiva al Covid-19. L’app potrà essere scaricata volontariamente e averla non costituirà un accesso privilegiato agli spostamenti. L’obiettivo di Immuni quindi sarà quello di contenere il contagio permettendo a chi riceve una segnalazione di mettersi subito in quarantena e richiedere un tampone al sistema sanitario nazionale.

Tutto il sistema dell’app si basa su una tecnologia che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi anni: il Bluetooth. Nello specifico, Immuni sfrutta una funzione di questa tecnologia chiamata low energy Bluetooth che permette al Bluetooth di rimanere sempre attivo consumando poca energia. Tuttavia, qualsiasi app può accedere a questa funzione. Il problema è che Immuni dovrebbe farlo in background, cioè anche quando non apriamo l’app sul nostro smartphone. Google e Apple hanno deciso di sbloccare questa possibilità per una sola app a Paese e solo per app che servano a tenere sotto controllo la pandemia di Covid-19.

Niente Gps né geolocalizzazione, quindi. Inoltre, seguendo il cosiddetto modello Apple-Google, le informazioni saranno anonimizzate e quindi non riconducibili ai cittadini. Solo nel caso in cui l’utente risulti positivo alla Covid19 e ci sia necessità di ricostruire la catena dei contatti intercorsi nei 14 giorni precedenti, le informazioni saranno trasferite su un server pubblico (gestito da Sogei) e quindi acquisite dai sistemi sanitari che si occuperanno di gestire  le fasi successive.

Uno «strumento utile» perché, in caso di contagio di una persona, aiuterà il SSN o SSR a rintracciare tutti i suoi contatti, anche quelli sconosciuti che diversamente non riuscirà  a raggiungere

L'App Immuni rappresenta una sicurezza per ognuno di noi. Una volta installata basterà inserire pochi dati, come il proprio Comune di residenza, e il sistema funzionerà in automatico: saranno gli smartphone sui quali è presente l'App - quando si troveranno a una distanza inferiore a un metro - a scambiarsi dei codici generati automaticamente e in maniera anonima.

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