di RITA TULELLI
Negli ultimi decenni, il satanismo ha suscitato un interesse controverso e spesso sensazionalistico nei media, con particolari preoccupazioni riguardanti il coinvolgimento dei minori. La tematica è emersa ciclicamente, spesso accompagnata da notizie di cronaca nera e da un’ondata di panico morale. Ma qual è la realtà dietro queste paure? Il satanismo rappresenta davvero un pericolo per i minori, o si tratta di un fenomeno sovrastimato?
Il "panico satanico" ha avuto un picco negli anni '80 e '90, particolarmente negli Stati Uniti, con una serie di accuse e casi giudiziari noti come “Satanic Panic”. Durante questo periodo, molti genitori, insegnanti e professionisti della salute mentale hanno espresso timori che i bambini fossero vittime di rituali satanici e abusi da parte di sette occulte. Tali accuse, spesso basate su testimonianze dubbie o ipotesi senza fondamento, hanno portato a numerosi processi e ingiuste condanne, per poi essere in gran parte smentite dalla comunità scientifica e legale.
Il satanismo, come movimento religioso o culturale, è variegato e complesso. Esistono diverse forme di satanismo, che vanno dal satanismo razionalista, come quello promosso dalla Chiesa di Satana fondata da Anton LaVey negli anni '60, a gruppi più estremi o individualisti. Tuttavia, la maggior parte dei gruppi satanisti ufficiali rigetta qualsiasi forma di violenza o abuso e spesso si concentra su un messaggio di sfida alle convenzioni sociali, promozione dell'individualismo e critica alle religioni tradizionali.
Nonostante l’immagine inquietante che spesso viene associata al satanismo, non ci sono prove concrete di un coinvolgimento sistematico di minori in attività sataniche violente. In alcuni casi, adolescenti ribelli potrebbero essere attratti da simboli satanici come forma di provocazione o di ricerca di identità, ma ciò non significa necessariamente che siano coinvolti in attività criminali. È importante distinguere tra l'uso simbolico e le reali pratiche per evitare di cadere in allarmismi ingiustificati.
Studi condotti da criminologi e sociologi mostrano che i casi in cui il satanismo è legato a crimini violenti o abusi su minori sono estremamente rari e spesso esagerati dai media. In molti casi, si tratta di persone con gravi disturbi mentali che si appropriano di simboli satanici per giustificare le proprie azioni, piuttosto che di membri effettivi di sette organizzate.
La diffusione di informazioni distorte o non verificate può contribuire a creare un clima di paura che non rispecchia la realtà dei fatti. Il ruolo dei media è cruciale: un approccio più critico e basato su dati concreti può aiutare a evitare la diffusione di miti che alimentano il panico sociale.
D'altro canto, genitori e educatori dovrebbero essere attenti ai segnali di disagio nei giovani, senza però cadere in conclusioni affrettate o allarmismi ingiustificati. Un dialogo aperto e una buona comunicazione possono aiutare a comprendere meglio le preoccupazioni e le influenze culturali che i ragazzi affrontano.
Il satanismo e il presunto coinvolgimento dei minori in pratiche sataniche rappresentano un tema complesso, spesso distorto dalla percezione pubblica e dai media. Mentre è fondamentale proteggere i giovani da qualsiasi forma di abuso o manipolazione, è altrettanto importante basare le proprie preoccupazioni su fatti concreti e non su miti. Un approccio equilibrato e informato è essenziale per affrontare la questione in modo responsabile e per evitare di alimentare un panico morale che non ha fondamento nella realtà.
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