di SAVERIO ABENAVOLI MONTEBIANCO*
“La meritocrazia è la concezione per cui ogni riconoscimento deve essere commisurato esclusivamente al merito e al talento, alle qualità ed alle virtù individuali”. La carenza di merito della società italiana sta diventando un problema sempre più grande ed urgente e sempre più tossico.
L’Epidemia delle Raccomandazioni ed il Mal di Merito, nella loro estrema pervasività, stanno immiserendo e paralizzando l’Italia! I Saggi di Roger Abravanel, “Meritocrazia” e “Aristocrazia 2.0”, sono delle preziose opere di sommo rilievo culturale e sociale e di formidabile intensità espositiva che ci pongono delle altissime e delicate riflessioni non più procrastinabili, finalizzate a valorizzare il talento ed il merito per rendere più giusto, più competitivo e più prospero il nostro Paese.
Le riflessioni di Roger Abravanel sull’Economia, sull’Università, sulla Finanza e sulla Giustizia sono dei landmarks, dei punti di riferimento formidabili ed una eccellente fucina di idee, nonché una spietata analisi con proposte non più rimandabili.
L’impoverimento ed il declino del capitale umano italiano sta vivamente preoccupando molti leader di imprese ed intellettuali e politici impegnati che sostengono responsabilmente che il nostro Paese potrà uscire dalla crisi se si riesce ad eliminare la fuga all’estero dei migliori laureati, scienziati e manager che ancora l’Italia riesce a produrre, anche se in minima parte e nonostante tutto!
Anche il concetto di “meritocrazia” è tornato prepotentemente di moda e si cercano élite capaci e competenti in ogni campo, le quali ci possono e ci devono portare lontano dal baratro al quale ci stiamo avvicinando!
Solo la “meritocrazia” intesa come valore che premia la selezione e l’alta formazione della classe dirigente in modo sistemico nelle professioni, nell’università e nello Stato si è rivelata un vero elemento determinante ed efficace nelle società ed economie di successo degli altri Stati Europei ed Asiatici più fortunati! Anche se qualche volta la “meritocrazia” non è stata completamente giusta, essa è stata sempre sicuramente utile ed efficace! Oggi è necessario rompere il “circolo vizioso” del demerito e del Nepotismo che impera sovrano, con un serio e profondo impegno della nostra società e della nostra cultura a fare emergere i migliori ed i più qualificati.
La storia ci insegna che altre società non meritocratiche sono riuscite a diventarlo, grazie al fatto che la tendenza verso la meritocrazia è un processo alquanto spontaneo e naturale negli uomini: Darwin ce lo insegna!
Nella storia dell’uomo la meritocrazia è sempre esistita ed il rispetto del merito fa parte del nostro DNA. Basti pensare alle società guerriere degli Spartani e dei Mongoli, che schieravano i giovani migliori per guidare i loro eserciti in base alle loro capacità personali e non all’appartenenza della loro famiglia, neanche a quella del Capo!
Roma antica mostrò la propria forza militare e divenne una grande potenza con la rivoluzione meritocratica dell’esercito promossa dal Console Mario nel 100 a.C., allorché ordinò che non solo i patrizi, ma chiunque avesse talento guerresco potesse prendere posizioni di comando, salvando così Roma dai suoi nemici!
Ed anche nell’Antica Grecia Platone aveva elaborato il concetto di governo dei migliori ed il termine di “Aristocrazia”, che designava il governo affidato ai migliori, superiori agli altri per dati intellettuali e morali, per svolgere attività di governo! Oggi l’idea del merito è indubbiamente condivisa dalla stragrande maggioranza di tutti i Paesi, anche del saggio e lontano Oriente, dove vengono a costituire una vera e propria “ideologia morale” ed un “circolo virtuoso del merito”!
Solo il merito è tutto ciò che rende l’uomo degno di stima, di onore, di premio e di ricompensa! Inoltre, una società meritocratica, come ad esempio quella americana, offre una elevata mobilità sociale dove anche gli emigrati possono raggiungere i livelli dei nativi dopo qualche generazione: la mamma di Barak Obama, Presidente degli Stati Uniti, vive ancora oggi in una capanna del Kenya!
Le economie emergenti d’Europa fino a Singapore stanno elaborando in maniera entusiasta le logiche delle società meritocratiche di stampo anglosassone e nordeuropeo con significativi e brillanti risultati.
Come figlio dell’Italia Meridionale e come studioso della Storia dei Normanni, sui quali ho riversato circa mezzo secolo della mia vita anche con la pubblicazione di una nutrita collana di saggi storici su questo affascinante ed intelligente popolo, ci corre l’obbligo di fare presente quanto segue.
I Normanni rappresentano una delle grandi novità dell’Era Moderna e meritano, anche per gli argomenti che qui oggi trattiamo, un’approfondita e meditata attenzione. La loro storia va considerata molto sapientemente come un immenso giacimento culturale ed un parco archeologico da riscoprire di particolare e stellare importanza nel firmamento dell’evoluzione della Civiltà Umana!
I Normanni rifulsero di valore omerico, ma vanno ricordati principalmente perché furono dei grandi ed illuminati legislatori, che seppero creare uno Stato Moderno che precorse i tempi, centralizzato, unitario, nemico dei privilegi e delle ingiustizie, amico della meritocrazia e delle virtù e rivolto verso la Stella Polare del Buon Governo! E così operando, i Normanni diedero inizio in Europa alla prima forma di Stato Moderno e
codificarono pertanto un tipo di organizzazione sociale, politica e amministrativa di sorprendente modernità! Tanto da essere definito “Il Primo Stato Opera d’Arte” da Jacob Burckhardt, lo storico svizzero più importante del XIX secolo! Pertanto, per quanto riguarda anche il tema della meritocrazia da noi qui trattato, i
Normanni furono certamente e senza ombra di dubbio dei grandi antesignani e dei sicuri pionieri, in quanto il mito normanno aveva indirizzato il suo Nuovo Stato verso la saggezza e la virtù e la meritocrazia, nonché verso il rinnovamento della vita politica e sociale e amministrativa, in contrapposizione alle vecchie e logore potenze europee e alla corrotta politica bizantina ed araba!Anche in questo i Normanni precorsero i tempi e furono dei veri precursori, in quanto si mossero pesantemente contro le mazzette e le raccomandazioni che ogni giorno di più minacciavano la meritocrazia da loro individuata come trave portante della loro etica e del loro Stato, difendendola ulteriormente (le assise) con un’efficace legislazione ed anche con una attenta sorveglianza!
I funzionari normanni che agivano in nome del Re contrastarono efficacemente il sopruso giuridico, la corruzione, le raccomandazioni, le mazzette ed i falsi amministrativi che i Normanni ritenevano acerrimi nemici della meritocrazia, della loro etica e del loro Stato!
Al di là della discendenza nobiliare e al di sopra del diritto di nascita, l’aristocrazia normanna si fondava classicamente sul merito, sul servizio, sulle qualità e sulle dignità personali e pertanto l’organizzazione politico-sociale fu profondamente permeata dal concetto di “meritocrazia normanna”, cioè da un sistema di distribuzione, di riconoscimenti e di compensi basato esclusivamente sui meriti individuali!
Anche nella Grecia classica gli “aristoi” greci erano i migliori che venivano riconosciuti tali dal popolo e rappresentavano l’élite del talento e della virtù. I Normanni, oltre mille anni orsono, fecero della virtù e del talento individuale un culto ed una religione sociale!
La Famiglia e l’Organizzazione sociale, militare ed amministrativa normanna rispecchiavano tale filosofia politica. Al più intrepido nella guerra e al più abile nel condurre i suoi alla vittoria veniva attribuito il potere ed il comando dell’esercito, che veniva concesso dai suoi commilitoni per acclamazione.
Nella successione dei feudi, non al primogenito ma al più capace e dotato dei figli, senza distinzione di figli di prime o seconde nozze, di figli legittimi o naturali, veniva attribuito il feudo.
E per le Giostre in onore dei Re e degli Imperatori, molto agognate dai giovani cavalieri e dalle loro dame, non venivano scelti i propri rampolli, ma i cavalieri più forti e valorosi! Nel secolo XI, i Normanni, all’avanguardia dei trionfi militari, ebbero un’organizzazione politico-militare altamente meritocratica, quasi avveniristica per i loro tempi, che coinvolse sempre di più la stessa Cavalleria, che divenne il loro corollario e la conseguenza delle loro conquiste!
Per i Normanni, il fondamento essenziale della loro “nobilitas” fu il concetto della “dignitas” e l’ideale del loro status fu la “dignitas”, base del valore dell’onore del nobile e fonte di quello che un giorno, nei secoli futuri, si chiamerà “dignità umana”.
Per la gente normanna, ognuno possedeva una dignità propria dell’individuo e caratteristica della propria famiglia, insomma con i propri diritti. Ma più ancora che nella nascita e nella discendenza, l’aristocrazia (gr. aristos = migliore; kratos = potere) normanna veniva ad essere rappresentata da quanti si erano distinti nel merito politico, amministrativo e religioso, ed in quello che ognuno era riuscito a compiere per il bene della cosa pubblica e del principato (oggi diremmo per il bene comune!).Anche se una ascendenza nobile conferiva una certa dignità, questa era legata principalmente al servizio del Principato e la dignità avuta in eredità doveva essere confermata dai nuovi meriti personali e di servizio, nell’esercito, nell’amministrazione, negli Uffici del Principato e dei Monasteri: non esisteva dignità politica senza “officium” ed “honores” senza appartenenza agli Uffici della Curia. Né la nascita né il rango sono sufficienti senza la prestazione e l’impegno negli uffici e nel servizio pubblico che nella lotta per il prestigio politico dà al nobile il diritto ad una legittima aspirazione personale tesa ad aumentare la sua personale dignità anche in seno al proprio gruppo e alla propria famiglia!
Malgrado l’importanza che all’epoca (X-XI-XII secolo) veniva data ad una ascendenza elevata, la società normanna si fece modernamente interprete e portatrice della convinzione che la nobiltà non fu mai un’aristocrazia di nascita, ma essa fu intesa molto autenticamente e classicamente alla maniera dell’antica Graecia, come una nobiltà di rango dedicata al compimento dei propri doveri, basata sul merito personale e nel servizio della cosa pubblica, rinnovata infine dagli ideali cavallereschi sempre più presenti e propugnati dalla stessa Chiesa!
* già Primario di ruolo della Divisione di Malattie Infettive – Ospedale Pugliese – Catanzaro
già Direttore di ruolo della Unità Operativa Complessa di Epatologia – Policlinico Mater Domini – Catanzaro
già Docente presso la Scuola di Specializzazione di Malattie Infettive della UMG di Germaneto – Catanzaro
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