Scommesse clandestine e legami con le 'Ndrangheta. Interdittiva ad una ricevitoria di Reggio

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Centro scommesse
  27 agosto 2020 16:47

di PAOLO CRISTOFARO

Il Tribunale Amministrativo Regionale della Calabria - sede di Reggio - ha emesso una sentenza (presidente: Caterina Criscienti; estensore: Andrea De Col) per respingere il ricorso, promosso dai gestori di una ricevitoria di Reggio Calabria, colpita da interdittiva antimafia della Prefettura per legami con le 'ndrine e con giri di scommesse clandestine.

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L'informativa era stata emessa nel maggio 2017 - portando anche alla revoca comunale dall'autorizzazione SCIA per i servizi di monopolio - poiché la ricorrente risultava moglie convivente di un soggetto, che fino al 12 giugno 2012 era titolare della stessa rivendita situata in Reggio Calabria, già condannato per reati contro il patrimonio ed imputato in un processo per il reato di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato, aggravata dall’aver favorito un’associazione di tipo mafioso. La rappresentante dell'ultima gestione dell'attività ha presentato ricorso perché, a suo dire, l’interdittiva sarebbe risultata illegittima perché non avrebbe raccolto a carico della titolare, cui deve unicamente riferirsi la documentazione antimafia, alcuna controindicazione o altro elemento compromettente, essendo la stessa incensurata.

I fatti costitutivi del provvedimento interdittivo riguarderebbero esclusivamente la posizione del marito della proprietaria attuale. la quale, invece, una volta rilevata la rivendita di tabacchi con annessa ricevitoria del lotto, l’avrebbe gestita personalmente senza alcuna controindicazione, avvalendosi per giunta di finanziamenti leciti e pacificamente tracciabili.

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Tra le contestazioni mosse, a sua volta, dalla Prefettura e dal Ministero dell'Interno, emerge invece in sentenza che il luogo in cui si sarebbe stato consumato il reato associativo, qualificato dall’aggravante del metodo mafioso, è stato individuato proprio nella rivendita di tabacchi ubicata a Reggio Calabria che oggi è passata in gestione alla donna. Attenzionati dalla Prefettura, in particolare, i presunti stretti rapporti di parentela con soggetti colpiti da provvedimenti giudiziari per delitti “spia”. Rimane in piedi, dunque, l'interdittiva antimafia e tutte le misure intraprese dall'Ente comunale e dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli quanto ad autorizzazioni precedentemente concesse.

 

 

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