Scomparsa nel 2009 per aver tradito il marito figlio di boss: arrestato dopo 12 anni

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images Scomparsa nel 2009 per aver tradito il marito figlio di boss: arrestato dopo 12 anni
Carabinieri, foto di archivio
  30 marzo 2021 19:11

Uccisa anche per motivi economici e il cadavere presumibilmente sciolto nell'acido. Un destino orribile, secondo la Procura di Terni, quello di Barbara Corvi, la trentacinquenne di Montecampano di Amelia di cui si sono perse le tracce il 27 ottobre 2009. Un destino che ricorda quello, 15 anni prima, della cognata, Angela Costantino, il cui corpo non è mai stato trovato. Dopo la riapertura due anni fa delle indagini, archiviate nel 2015, è stato arrestato stamani ad Amelia dai carabinieri del Reparto operativo, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Terni, il marito della donna e padre dei suoi due figli, Roberto Lo Giudice. Concorso in omicidio volontario premeditato, occultamento o soppressione di cadavere le accuse a cui deve rispondere, insieme al fratello Maurizio, indagato a piede libero.

"Siamo convinti che la matrice dell'omicidio non sia mafiosa ma che nasca dalla mentalità mafiosa" ha detto il procuratore capo Alberto Liguori. Sottolineando come Lo Giudice - di origine calabrese, figlio di un boss della 'ndrangheta - pur non appartenendo al clan di riferimento, ne abbia condiviso la visione in base alla quale "il tradimento deve essere lavato con il sangue".

Banner

E così, come la cognata Angela (il cui caso si è concluso con due condanne definitive per omicidio), anche Barbara avrebbe pagato con la vita. Ma oltre alla relazione extraconiugale - nota da tempo al marito, anche lui con un rapporto parallelo all'epoca dei fatti - nel movente avrebbe avuto un peso pure il tentativo di Lo Giudice di spogliare la donna dei suoi beni, di fronte alle difficoltà economiche incontrate dalla coppia nella gestione del proprio negozio di ferramenta. "La rilettura delle carte con i contributi di plurimi collaboratori di giustizia, anche del nucleo familiare appartenente dell'indiziato, hanno permesso una ricostruzione che ci sembra coerente credibile e agile" ha detto Liguori. Sono così stati "smontati depistaggi e ricostruzioni" ideati da Lo Giudice per far credere che la moglie si fosse allontanata volontariamente o che avesse intenti suicidari. In un'intercettazione raccolta dagli investigatori - è stato riferito - lo stesso Lo Giudice, in visita a Reggio Calabria pochi giorni dopo il 27 ottobre 2009, avrebbe ammesso ad un interlocutore "di essere coinvolto nella vicenda della scomparsa della moglie".

Banner

L'omicidio sarebbe avvenuto proprio il 27, mentre la coppia era sola in casa. Quanto al corpo della trentacinquenne, in un'altra intercettazione ambientale un uomo afferma di pensare che "sia stata sciolta nell'acido", dichiarazione che fa il paio con una confidenza analoga raccolta nel corso delle indagini. Lo Giudice potrà ribattere alle accuse nell'interrogatorio di garanzia che sarà fissato a breve (a giugno si era avvalso della facoltà di non rispondere davanti al pm). Intanto la famiglia Corvi, attraverso l'avvocato Giulio Vasaturo, pur "consapevole che nessuno potrà restituire Barbara", si dice "confortata della giustizia, percepita più vicina". Le sorelle Irene e Monica Corvi, il 21 marzo scorso, erano in piazza ad Amelia in occasione della Giornata della Legalità promossa da Libera, durante la quale è stato inserito per la prima volta il nome della Corvi nell'elenco delle vittime innocenti di mafia.

Banner

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner