di TERESA ALOI
Qualcuno l’ha definita una “piccola rivoluzione”. Altri hanno storto il naso.
A noi piace definirla una “bella rivoluzione” ma, ancor di più, un gesto di grande, grandissima sensibilità. Perché non tutti i bambini hanno un papà e una mamma. Un lutto, una separazione e la famiglia non è più quella sognata, idilliaca. Quella da "Mulino bianco", per intenderci.
E allora la preside dell’istituto statale “Manzoni – Augruso” di Lamezia Terme, Antonella Mongiardo, ha detto addio alle feste del papà e della mamma e ai tradizionali “lavoretti” solo per i genitori: il 19 marzo, la seconda domenica di maggio e il 2 ottobre (dedicato ai nonni) saranno semplicemente la “Festa della famiglia” e ogni bambino sarà libero di dedicare un pensiero a chi vorrà.
Questioni di sensibilità certo. Ma anche di delicatezza e di grande attenzione: immaginabile il sentimento di tristezza e di vuoto che potrebbe provare un bimbo vedendo i compagni intenti a creare un lavoretto per il genitore che essi, invece, non hanno più.
E così - di fatto cambia poco nella forma ma tanto nella sostanza - il 19 marzo e la seconda domenica di maggio chi avrà il papà e la mamma continuerà a dedicare il lavoretto ai genitori: chi la mamma o il papà non ce l'ha più lo dedicherà ad un altro caro.
“L’idea di introdurre dei momenti didattici dedicati alla famiglia, condivisa da moltissimi insegnanti e genitori e dall’intero consiglio di Istituto, è nata dal desiderio di far vivere le tradizionali feste del papà, della mamma e dei nonni a tutti i bambini in modo sereno, anche a coloro che non hanno più, per diverse ragioni, nella propria vita questi affetti profondi, e nella nostra scuola ve ne sono tanti. Bambini che non hanno più il papà o la mamma e stanno vivendo momenti di grande tristezza - ha spiegato Antonella Mongiardo - E’ chiaro (ed evidente dal testo della circolare) che nessuno, nella sostanza, ha abolito la festa del papà o della mamma, che nelle tradizionali date continueranno ad essere oggetto di attenzione da parte delle insegnanti e dei bambini, traducendosi in attività laboratoriali, in poesie, lavoretti preparati con materiali semplici come fanno sempre i nostri alunni dando prova di grande creatività e inventiva. Solo che, ora, potranno dedicare il loro dono a chi vorranno, ad una qualsiasi persona a cui vogliono bene. Che sarà, certamente, il papà il 19 marzo, ma se un bambino non ha più il papà, non dovrà sentirsi triste quel giorno, perché anche lui potrà donare una poesia ad un’altra persona cara e, nello stesso tempo, ricordare il proprio papà con la giusta sensibilità da parte dell’insegnante. Lo stesso, avverrà nella festa della mamma e dei nonni"
"Nella scuola - e questo lo sa bene chi ci lavora ogni giorno - uno degli aspetti più importanti da sviluppare, dal punto di vista pedagogico e psicologico - ha spiegato ancora la preside - è l’intelligenza emotiva, l’empatia, la capacità di riconoscere e comprendere i sentimenti altrui. La nostra iniziativa non abolisce nulla, ma si limita a modificare, e solo nel nostro ambito prettamente scolastico, la denominazione di feste che potranno assumere, così, un significato più ampio ed inclusivo, prestando attenzione alle diverse sensibilità in fasi delicate della vita dei bambini, per dare uno spessore più umano all’istituzione scolastica".
La circolare - Cari insegnanti e cari genitori, abbiamo pensato, quest’anno, in condivisione con il Consiglio di Istituto dell’IC Manzoni-Augruso e con le Referenti dei plessi, di dare un nome nuovo alle tradizionali giornate del papà e della mamma, che si festeggiano ogni anno nelle scuole, dove i bambini svolgono insieme ai loro insegnanti attività a tema e laboratori creativi, finalizzati a realizzare oggetti e creazioni da donare al proprio papà o alla propria mamma. Queste feste, del papà e della mamma, le portiamo dentro di noi, fanno parte di noi, ci appartengono nel profondo, perché sono celebrative del legame più importante che si possa avere nella vita. Tuttavia, non tutti i bambini della nostra scuola hanno la fortuna di avere una mamma e un papà. Alcuni di loro non potranno festeggiare il 19 marzo, perché il loro papà non c’è più. Altri bambini non avranno più la gioia, nella la seconda domenica di maggio, di portare una rosa di carta alla loro mamma. Pensando a loro, non si può non pensare al sentimento di tristezza e di vuoto che potrebbero provare vedendo i loro compagni intenti a creare un lavoretto per il genitore che essi, invece, non hanno più. Per amore verso questi bambini, tutti noi possiamo fare una piccola rinuncia. Anziché celebrare la festa del papà e la festa della mamma, potremmo festeggiare, nelle stesse date, la 'giornata della famiglia', per dare a tutti i bambini la possibilità di viverla in modo sereno e senza sentirsi meno fortunati di altri. Anche la festa dei nonni, il 2 ottobre, potrà essere vissuta con lo stesso spirito. Nella festa della famiglia, ogni bambino sarà libero di dedicare un pensiero a chi vorrà. Potrà realizzare una creazione, un disegno, una poesia da dedicare a chiunque egli identificherà con la propria famiglia. Così ogni bambino si sentirà protagonista, perché ha anche lui una famiglia da festeggiare e a cui fare un dono, a prescindere se la identifichi con papà e mamma, o con uno solo dei genitori, o con i nonni o con delle persone care che hanno cura della sua vita. Perché Famiglia, qualsiasi nome le si voglia dare, è quel luogo dove il nostro cuore è accolto da braccia protese al rispetto, al sacrificio e all’ascolto.
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